giovedì 16 ottobre 2014

La Bambola Che Divorò Sua Madre - Ramsey Campbell

Questo libro aleggiava tra i miei desideri cartacei da tempo immemore.
Precisamente da quando lessi Danse Macabre di Stephen King.
Parliamo di almeno un decennio fa.
In quel saggio sull'horror, Stephen fece una bella lista con annessa descrizione di numerose opere horror che ogni appassionato lettore avrebbe dovuto leggere e che si fece premura di consigliare.
Ovviamente ho preso carta e penna e me ne sono segnati un sacco e una sporta.
Tra queste opere ovviamente vi era anche il romanzo di Ramsey Campbell di cui parlerò tra poche righe.
Ma prima apro una breve parentesi e dico che è un vero peccato che Danse Macabre di King sia finito fuori catalogo, poiché è una bellissima lettura a 360° sull'universo horror degli anni a cavallo tra il '50 e l' 80.
Recuperatelo perché merita, anche se ormai è reperibile solo attraverso l'usato.
Ma chiudiamo questa parentesi e parliamo del romanzo di Ramsey Campbell.

La Bambola Che Divorò Sua Madre ha la mia età.
Ramsey Campbell lo pubblicò nel 1976 ed è ormai reperibile solo nel circuito dell'usato.
Ho aspettato parecchio tempo prima di prenderlo, poiché essendo fuori catalogo, nel corso di questi anni mi è capitato d'imbattermici raramente e a prezzi non proprio contenuti.
Finché non mi è capitata sottocchio un'asta a buon prezzo su Ebay di un'edizione Oscar Mondadori in paperback e ne ho subito approfittato.
Tanta attesa sarà valsa la pena?
Non lo so, questo romanzo è parecchio strano.
La prosa di Campbell non è proprio nelle mie corde ed i protagonisti di questo libro sono tutti ermetici, sfuggenti e piuttosto contorti.
Lo è tutta la vicenda a dire il vero.
Ma partiamo dalla sinossi, che devo dire vende davvero benissimo il libro, visto che è dannatamente intrigante quanto ingannevole:


"Il cadavere di Lilian Pugh è stato lacerato a morsi. 
Anche il suo cane è stato ucciso e morsicato. Dilaniato da un uomo. A Rob Frayn, morto in un incidente, qualcuno ha rubato un braccio. Per mangiarselo. 
C'è un mostro a Liverpool.E c'è uno scrittore che ricorda fin troppo bene uno strano ragazzino che, tanti anni prina, aveva azzannato un compagno di scuola... 
E' la storia di una creatura condannata a uccidere ancor prima di nascere. Una storia di riti satanici e di sangue. Un'agghiacciante incursione nel regno dell'orrore."


Che dire di una sinossi del genere?
Ti aspetti un Thriller alquanto creepy ed in cui il gore abbonda, ma aspetti, aspetti e questo momento sembra non arrivare mai.
La storia è troppo fumosa, Campbell sussurra, suggerisce ma non mostra mai del tutto il mostro ed alla lunga la storia si rivela inconcludente quanto ermetica.
E' un vero peccato perché alcune parti narrate meglio, potevano essere dannatamente affascinanti.
A tratti, giuro, avevo la sensazione di essermi perso un  passaggio, tanto che ero quasi convinto mancassero delle pagine o che fossero state censurate.
E' un romanzo che personalmente credo manchi di linearità.
Questo non significa che sia un cattivo romanzo, ma che me lo aspettavo piuttosto diverso, mi sono sentito trollato dalla prosa accademica ma inconsistente di Campbell.
Per non parlare poi dei personaggi piuttosto alienati ed empaticamente odiosi del romanzo.
A conti fatti l'unico che forse ho trovato coinvolgente è proprio il giornalista che si mette a caccia di questo sedicente " mostro " che si nutre degli arti delle sue vittime, perché se non altro è l'unico che trovo credibile nella sua voglia di cavalcare l'onda del successo mediatico piuttosto che per senso di giustizia.
La sua è una caccia al successo non all'assassino.
La trama come ci suggerisce la sinossi del romanzo è piuttosto semplice:
E' appunto la caccia intrapresa da un sedicente gruppo che ha visto alcuni parenti vittime di questo Killer che imperversa per le strade di Liverpool.
Ed è proprio il giornalista a guidarla convincendo i parenti ad intraprendere la caccia a quest'individuo.
Alcune parti sono veramente intriganti e inquietanti ( la parte delle bambola e la figura dello stregone soprattutto ) ma per tutta la storia aleggia quella sensazione di mancanza di profondità, che rende il romanzo troppo ermetico e fumoso per i miei gusti.
Campbell poteva e doveva approfondire di più i personaggi, sia negativi che positivi, che permeano questa storia.
Trovo La Bambola Che Divorò Sua Madre francamente ostico e complicato da leggere, tanto che trovo persino difficoltà a parlarne.
E' più un Thriller psicologico che un vero romanzo dell'orrore.
Per non parlare delle relazioni umane tra i personaggi piuttosto asfittiche e stranianti.
E' un brutto romanzo?
Secondo me no, semplicemente non è nelle mie corde.
Forse non lo capisco o non ne sono all'altezza, non lo so.
Oppure semplicemente è un romanzo immaturo, visto che comunque è l'opera d'esordio dello scrittore inglese.
Però non lo consiglierei, perlomeno non a tutti.
Al di là di tutto sono comunque felice di averlo letto ed andrà certamente a fare orgogliosamente parte della mia libreria.


sabato 4 ottobre 2014

La Saga Delle Sirene - Rumiko Takahashi

Pubblicata nel lontano 1998 dalla Star Comics, La Saga Delle Sirene è una miniserie in tre volumi scritta e disegnata da Rumiko Takahashi.
I tre volumi in questione sono:

- Il Bosco Della Sirena.
- Il Segno Della Sirena.
- La Maschera Della Sirena.

Per chi non conoscesse Rumiko Takahashi, parliamo della creatrice di Manga ed Anime famosissimi negli anni '80 - 90 come Lamù, Ranma 1/2, Maison Ikkoku ed il più recente ( ma manco tanto ) Inuyasha.
La particolarità di quest'opera è che pur una volta la Takahashi abbandona il suo stile fantasy umoristico / folkloristico per narrarci una storia molto più cupa e violenta del solito.
Se all'epoca comprai questi volumi, è proprio per quell'atmosfera creepy che si respirava pagina dopo pagina.
Il tema cardine del manga è quello dell'immortalità.
Però tutti gli uomini e le donne che desiderano ottenerla dovranno trovare e mangiare la rarissima carne di sirena.
Ma non basta, perché quel nutrimento è una sorta di roulette russa, in quanto è anche un potentissimo veleno a cui pochi riescono a sopravvivere.
I più muoiono subito dopo averla mangiata.
Altri impazziscono e si trasformano in esseri deformi ed alcuni, i più " fortunati ", riescono nel loro intento, che è quello di rimanere eternamente giovani e di vivere per sempre.
Yuta, il protagonista di questa storia è uno di loro.
Il manga segue le gesta di Yuta nel suo peregrinare on the road per le vie del Giappone.
La storia si snoda tra presente e passato e ci narra le avventure di questo ragazzo e della sua compagna, altrettanto immortale, di nome Mana.
I due ovviamente nel corso dei tre volumi vivranno numerose avventure imbattendosi in altri uomini e donne immortali come loro.
Qui, forse risiede una delle poche pecche di questa miniserie: l'eccessivo imbattersi in altri/e immortali.
E' vero, lo richiede la trama, però parliamo di una carne rarissima, questi invece dovunque vanno trovano sempre qualche immortale o qualche essere deforme o comunque qualcuno che ha utilizzato la carne di sirena per i propri scopi.
Che culo. :-P
Dimenticavo di dire che l'unico modo per uccidere questi uomini e donne immortali è tagliare loro la testa.
In corso d'opera non mancano le scene di sangue e di violenza, alcune veramente efferate.
In particolare mi hanno colpito due racconti che vedono protagonisti due bambini immortali.
Storie molte crude, violente e piuttosto inquietanti.
Buoni anche i disegni, niente di spettacolare per carità, ma il tratto della Takahashi è molto chiaro e pulito e rende perfettamente fruibile lo svolgersi degli eventi.
Il formato dei volumi è molto più grande del solito con copertina cartonata, tanto che i volumi hanno più l'aspetto di un libro o di una graphic novel piuttosto che quello di un manga.
Ottimo anche il prezzo, visto che all'epoca per tutti e tre i volumi avrò speso circa 21000 £.
Parliamo comunque di volumi piuttosto corposi che sforano talvolta le 200 pagine.
La serie credo sia facilmente rintracciabile tramite il circuito dell'usato, anche se a dirla tutta non so se nel frattempo sia stata o meno ristampata dalla Star Comics.
In conclusione trovo questa saga piuttosto buona, a tratti veramente appassionante.
Forse un tantino ripetitiva nello svolgersi degli eventi, ma più che altro è una mia impressione.
Certo, parliamo di una storia potenzialmente infinita, ed è forse uno dei motivi per cui Rumiko Takahashi non ci ha più messo mano.
Un vero peccato, perché le avventure on the road di Yuta e Mana avrebbero meritato un proseguo o almeno un finale.
Dalla serie furono tratti anche due OAV tuttora inediti in Italia, segno che comunque la suddetta saga non è che abbia fatto chissà quale proseliti.
Per quel che mi riguarda, la rilettura de La Saga Delle Sirene è stato un piacevolissimo intermezzo tra la lettura di La Bambola Che Divorò Sua Madre di Ramsey Campbell e Mr. Mercedes di Stephen King.
Due romanzi che conto di recensire a breve.