martedì 3 febbraio 2015

La Tempesta Del Secolo - Stephen King

I miei mai non sono mai per sempre, vale nella vita come nella letteratura, e La Tempesta Del Secolo ne è un caso lampante.
Se ho disatteso il mio mai, in questo caso è stato per tre motivi:

1) Il prezzo misero di 5,90 €.

2) Era l'unico libro di Stephen che non avevo letto e che mancava nella mia libreria.

3) Nei vari gruppi su Facebook e nei forum sul Re, è recensito in maniera molto positiva.

Mi sono quindi fatto due domande, ho mandato a fanculo i mai ed i dubbi ed ho deciso di comprarlo.
Ho fatto bene?
Sì, perché il libro merita e non poco.
Ma partiamo con la sinossi:

"Una terribile tempesta colpisce l'isoletta di Little Tall Island davanti alle coste del Maine, sconvolgendo la sua piccola ed efficiente comunità. Nei giorni in cui l'isola rimane tagliata fuori dal mondo, assieme alla furia degli elementi si scatena anche qualcos'altro. Qualcosa che nessuno vorrebbe mai vedere. Un efferato assassino armato di un bastone dalla testa ringhiante di lupo, dopo avere seminato dolore, morte e distruzione tra tutti i membri dell'ordinata, esigua collettività, se li troverà in fine di fronte, ridotti a un gregge tremante. Allora detterà le sue condizioni ed esprimerà una tremenda e sconvolgente richiesta, che costringerà ognuno a guardare nell'abisso della propria anima..."


Ma cos'era che mi faceva rodere il culo di questo libro?
Che fosse una sceneggiatura e non un romanzo.
La qual cosa mi scoraggiava e mi rendeva empaticamente refrattario alla lettura.
E quindi mi portava a scartarlo a priori.
Però, ho fatto bene a desistere e a decidermi di prenderlo perché dopo due,tre pagine di assestamento, ho preso familiarità con il tipo di scrittura e tutto è filato liscio come l'olio.
Merito di una trama solida e di un bell'antagonista come si deve.
Un personaggio che mette in scacco l' intera comunità isolana di Little Tall Island ( la stessa del romanzo Dolores Claiborne sempre di King) assoggettandola ai propri misteriosi propositi che verranno chiariti soltanto nell'agghiacciante " lotteria " finale.
Il tutto mentre l'isola è sotto l'effetto di una terribile tempesta come mai se ne erano viste fino a quel momento.
Il fatto che sia una sceneggiatura non inficia per nulla la bontà dell'opera.
Per quanto gli eventi vengano suggeriti e raccontati più al regista che a noi, la trama appare chiara e lineare.
Così come l'intera comunità isolana che King descrive in maniera ermetica ma comunque vivida.
Conosceremo il bello ed il brutto di questa ristretta e chiusa comunità isolana, i loro segreti, le loro paure, la solidarietà e la coesione tipica di una piccola comunità, e il loro essere inconsapevoli marionette nelle mani di un fine tessitore.
Ma cos'è che più di tutto mi è piaciuto di questo libro?
L'inesorabilità del male.
Fin dal principio in questa storia si respira un clima di ineluttabilità.
Non solo per la tempesta che taglia tutte le comunicazioni ed i possibili aiuti, ma anche per la presenza di un antagonista come André Linoge che appare fin da subito implacabile.
È uno di quei pochi libri di King dove è forte la sensazione che stavolta sarà difficile per il bene trionfare, anche perché è difficile trovare un eroe senza macchia e senza paura in una piccola isoletta a largo del Maine dove la funzione di sceriffo è affidata ad un negoziante.
A fare da corollario al libro alcuni fotogrammi della serie televisiva inseriti tra un capitolo e l'altro, che in tutta onestà appaiono fin troppo sfocati, ed anche una corposa prefazione del Re che ci racconta della genesi di quest'opera e del perché ha scelto di ricavarne una sceneggiatura piuttosto che un romanzo.
Sceneggiatura che poi ha dato vita all'omonima serie Tv che io non ho visto e su cui quindi non metto bocca.
Posso farlo sul libro però, e ne ribadisco l'assoluta bontà.
Difetti?
Forse la storia soffre di un pizzico di staticità di troppo, ma comunque scorre che è un piacere.
Un altro difetto può essere che la sceneggiatura non ha certo la coesione di un romanzo risultando eccessivamente ermetica, ma il libro nasce così e come tale va preso.
Ma davvero, merita la lettura.
Soprattutto a quel prezzo a cui viene venduto adesso. ;-)





15 commenti:

  1. Questo, come parecchia altra roba del re, manca anche a me e non sapevo fosse scritto in forma di sceneggiatura. Mi hai fatto venir voglia di tornare a King dopo un discreto periodo di lontananza (almeno per cose inedite, ho riletto non da moltissimo La zona morta). Il tema della comunità ristretta è frequente in King e sempre portatore di grande fascino. Ottimo prezzo, niente da dire, quasi quasi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La Zona Morta è bellissimo. :-)
      Il prezzo è stato uno dei motivi fondamentali per cui ho rischiato l'acquisto. :-)

      Elimina
  2. Ma davvero?
    Sai che non sapevo che fosse di Stephen King!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo che la miniserie TV era la colonna portante del progetto.
      Il libro credo sia uscito successivamente. :-)

      Elimina
  3. La serie la conosco solo di nome, mai vista.
    Non so, odio il fatto che King "mostri il mostro", mi rimane difficile da digerire... un po' come mi accadeva con certi DylanDog o gli episodi di X-Files dove il nemico perde ogni forma metaforica per farsi effettiva carne. Ecco perché, ad esempio, preferisco IT televisivo che quello del romanzo XD

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ho conosciuto It in formato televisivo ed ho letto il libro solo un decennio dopo.
      Da ragazzino mi mandò in sollucchero, ma adesso non lo rivedrei, lo apprezzerei certamente di meno.
      Riguardo il mostro, stavolta non c'è nulla da mostrare, si mostra lui da solo.
      L'interesse in questo libro è scoprire le motivazioni che lo spingono ed il modo che usa per metterle in pratica. :-p

      Elimina
  4. Io invece la miniserie televisiva l'ho vista, quindi se vuoi posso metterci bocca.
    Alllora...la miniserie venne trasmessa su Rai 2 nel 2001, però con alcune scene tagliate per motivi di programmazione (e infatti all'inizio molti telespettatori non ci capirono niente ), I vertici Rai dell'epoca erano abbastanza contenti di aver strappato per la prima volta una miniserie kinghiana a Mediaset...ed invece gli ascolti non furono per niente esaltanti.
    Riguardo alla recitazione...beh Linoge è interpretato da un inespressivo attore canadese chiamato Colm Feore, bravino, ma nulla di più mentre il ruolo di Molly Anderson è interpretato da
    Debrah Farrentino che all'epoca veniva considerata una delle donne più sexy d'america. Il suo è uno dei ruoli che si fa più odiare specie quando va contro al marito Mike (l'unico che rimane coerente fino all' ultimo) nelle scene finali.
    Ti viene voglia di darle della cogliona dalla prima all'ultima scena.
    La nota gustosa è che tra gli interpreti dei ruoli comprimari ci sono tanti attori che spesso torneranno nelle produzioni televisive di stampo horror o SF mentre gli effetti speciali impiegati sanno di antiquato ( e lo erano già per l'epoca in cui la miniserie venne girata)
    Comunque adesso la miniserie viene replicata spesso su Rai4 qualora tu fossi interessato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, sapevo che recentemente era andata in onda su Rai 4, ma ho sempre preferito non vederla per non spoilerarmi la storia nel caso avessi voluto leggere il libro.
      Grazie delle delucidazioni. :-)
      Mi pare di capire tra le righe che la serie non sia granché, eppure Steve nella prefazione della sceneggiatura si sperticava in lodi per il cast scelto. :-p

      Elimina
    2. Mah, non è che sia da buttare via, diciamo che sicuramente rispetto ad alcune trasposizioni televisive e cinematografici dei veri romanzi di King, non è nemmeno troppo male.
      Diciamo che si capisce subito dove si andrà a parare, ecco tutto.

      Elimina
  5. Anch'io amico caro non ho visto la serie , ma il libro mi è molto piaciuto, anche perchè è un genere letterario che si legge tutto di un fiato.
    Hai ragione a sottolineare il male inesorabile, che colpisce ovunque anche i più sperduti e indifesi!
    Bacio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, la lettura è scivolata via che era un piacere.
      Un saluto anche a te. :-)

      Elimina
  6. Ciao, bella discussione. Per quello che mi riguarda lo stile narrativo che ricorda la sceneggiatura non mi dispiace, ovviamente se fatto bene. Generalmente il ritmo è più scorrevole ed evocativo. Più concentrato sulla storia piuttosto che sulle interpretazioni dell'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, grazie della visita. :-)
      Sono d'accordo con te sulla bontà dello stile e la scorrevolezza dello stesso.

      Elimina
  7. Scusa se non mi sono presentato prima di scrivere, se non ti spiace mi metto in un angolino buono buono tra quelli che seguono questo bloggaccio.sanguinario

    RispondiElimina
  8. Figurati, non c'era bisogno di nessuna presentazione. ;-)

    RispondiElimina