Un libro come Il drago del male rappresenta in toto il motivo per cui ho creato e per cui esiste ancora questo blog.
Ovvero quello di parlare anche di libri ormai fuori catalogo, e di autori ormai fuori moda.
Un porto o un approdo per chi ha letto un'opera poco famosa o ormai dimenticata, uno spirito affine con cui condividere una di queste letture.
Il drago del male è stato per lungo tempo nella mia lista di recupero, ma solo in questi ultimi mesi mi è venuta voglia di andare oltre quella che era solo un'intenzione e non un'azione concreta.
Galeotta è stata la rilettura di Ghost story.
Come scrissi in quel post, ad un primissimo approccio, Straub non mi fu molto affine.
Ghost story mi ha messo la voglia di esplorare la mente narrativa di questo autore, e quindi eccomi qui a parlare de Il drago del male.
Prima di andare di sinossi, volevo fare una piccola premessa.
Spulciando tra redazionali, prefazioni varie, interviste o saggi vari sulla letteratura horror, salta fuori come Peter Straub e Stephen King si stimino molto tra loro, tanto che hanno pubblicato due romanzi a quattro mani.
I due autori credo siano tuttora amici, e nel corso della loro carriera di scrittore sono stati parecchio in contatto, tutto ciò per dire che leggendo le opere dell'uno e dell'altro ci si ritrovano molti omaggi dell'uno nei confronti dell'altro, e dei paragrafi che sembrano persino uguali.
Mi sembra palese che i due si scambiassero pareri o idee, e che poi le infilassero nelle proprie storie.
Tutto questo papello per dire che Il drago del male ha delle assonanze clamorose con IT ed in minima parte con L'ombra dello scorpione e Le notti di Salem, ma che fu scritto prima di IT, quindi in quel caso è King che ha citato Straub.
Una scena in particolare dove un uomo guarda la luna e quest'ultima sembra che gli parli, è una scena inequivocabile ( come accade ad Henry Bowers in IT ).
E non è l'unica: ricordate la controversa scena di Beverly Marsh?
Qui ce n'è una molto più platonica, ma comunque pregna degli stessi significati, che vede protagonista il membro femminile di questa banda di eroi.
Ma bando alle citazioni ed andiamo di sinossi:
" Gli abitanti di Hampstead, una tranquilla cittadina americana di provincia, vivono immersi nella quiete e nella serenità. Ma all'improvviso oscure forze demoniache si abbattono sulla piccola comunità, seminando ovunque morte, terrore e distruzione. Magia e soprannaturale, realtà e allucinazione si mescolano per coinvolgere il lettore in una spirale di paura. Un' inquietante e superba creazione della fantasia, un horror mozzafiato di Peter Straub, un maestro riconosciuto del genere. "
Io l'ho preso su Ebay a 5 Euro o giù di lì, ed è un'edizione Sperling del 1987.
E' ingiallita, ma tutto sommato ancora decorosa.
Come si evince dalla sinossi, Il drago del male è quanto più di classico anni '80 ci sia.
Straub ci dona la sua personale interpretazione di una cittadina che attrae il male in maniera ciclica, un po' come Derry o Castle Rock nei romanzi di Stephen King.
Innanzitutto è bene dire che si tratta di un romanzo piuttosto corale, ci sono dei protagonisti, ma l'azione si svolge nell'intera cittadina e coinvolge tutti gli abitanti nel loro insieme.
La trama si svolge tra due linee parallele che vanno ad intersecarsi.
Un po' come accade nel romanzo L'ombra dello scorpione di Stephen King.
C'è una fuga di un composto tossico da un laboratorio di ricerca per fini militari che provoca effetti di varia natura nella popolazione della cittadina, tra cui morte, allucinazioni, effetti radioattivi terrificanti in alcuni individui, e come se non bastasse si susseguono efferati assassinii all'interno della cittadina.
In mezzo a questo caos si muove inesorabile un uomo che sembra dotato di poteri soprannaturali denominato il drago.
Gli eroi chiamati a proteggere la cittadina saranno due uomini, un ragazzino ed una donna, quest'ultimi due condividono una sorta di legame telepatico, che non ha molte spiegazioni in corso d'opera, se non un trafiletto all'inizio in cui si dice che il composto chimico potrebbe donare anche tali capacità.
Insomma in questo libro c'è parecchia carne al fuoco, forse troppa.
Da un punto di vista puramente letterario è secondo me un buon libro.
Chi ha amato le atmosfere di romanzi corali con cittadine che vengono decimate o trasfigurate, beh, troverà pane per i propri denti.
Ci sono tutte quelle caratteristiche che hanno reso grandi romanzi come L'estate della paura, Il popolo dell'autunno, Le notti di Salem, It, ecc.ecc.
Anche qui, come in tutti questi romanzi, la forza che contraddistingue gli eroi viene dal gruppo, ma non solo, in alcune storie di questo tipo come esiste il male, c'è anche una figura benigna che in qualche modo dona al buono degli strumenti per affrontare il nemico.
Qui è molto più sfumata, ma esiste.
Anche se è bene dirlo, in questa storia il male fa terra bruciata intorno ai protagonisti, mietendo vittime senza distinzioni di sesso ed età.
Un male che per lunghi tratti della storia sembra inesorabile.
Ecco, qualche dubbio narrativo ce l'ho proprio su Gideon Winter, il cattivo di questa epoepa.
Un personaggio che non sembra centrato benissimo.
Straub ci dona alcuni stralci sul suo passato, e sul primo scontro avuto con Graham Williams in giovinezza, ovvero uno dei protagonisti del libro, e sicuramente sono tra le pagine più belle del libro, visto che il loro scontro sembra quasi venire dalle pagine de Il vecchio e il mare di Hemingway per quel che concerne l'iconografia della descrizione, ma di questa figura sapremo ben poco.
Sembra che esista fin dagli albori della cittadina, è dotata di poteri ultraterreni tanto da apparire nella forma di un drago, o quella di un pipistrello infuocato, ed è in grado di provocare allucinazioni giocando con i traumi degli individui, un po' come farebbe Pennywise.
Sembra anche trovi potere e quindi ritorni in maniera ciclica quando le famiglie progenitrici della cittadina si ricongiungono nei dintorni della stessa.
Ovviamente quelle famiglie sono rappresentate dai quattro protagonisti.
Dal punto di vista della coerenza narrativa, forse sarebbe stato meglio donare al lettore qualche informazione in più sull'antagonista, poiché quelle che ci sono sembrano messe un po' a caso.
So che alcuni odiano gli spiegoni, soprattutto quando si tratta di soprannaturale, ma la natura e le motivazioni di questa creatura rimangono molto aleatorie.
Nulla da dire suoi quattro protagonisti, a lungo andare ben sfaccettati e ben amalgamati, sebbene specie nella prima metà risultassero piuttosto ermetici nel loro insieme.
Detto questo, Il drago del male a me è piaciuto comunque molto.
Io sono fatto per storie di questo tipo, e belle o brutte che siano, è un po' come ritrovarmi nella mia comfort zone letteraria.
Il finale è ben scritto e indirizza il lettore verso un'allegoria biblica, ma almeno da questo punto di vista i sentori si avvertivano già in maniera netta in corso d'opera.
Però come dicevo un po' più su, la metafora demoniaca a me non basta, avrei voluto qualche capitolo in più su questa enigmatica e terrificante figura.
Insomma nonostante un cattivo per i miei gusti un po' ermetico, vi suggerirei comunque di inserire anche Hampstead nel vostro itinerario di luoghi infestati ed inenarrabili.
Peter Straub meriterebbe molta più attenzione, e di uscire dal limbo dei fuori catalogo.
Spero un giorno di riuscire a recuperare altri suoi libri, in particolare Julia, che in questo momento veleggia su prezzi proibitivi su Ebay.
Alla prossima!
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