Bazzico su Instagram ormai da tanto tempo, e mi sono accorto con il passare degli anni che nelle foto inerenti i libri, capita molto spesso di trovare in posa una macchina da scrivere Olivetti.
Sono quindi arrivato a chiedermi com'è che questo oggetto sia così in voga tra le/gli bookstagrammer.
L'avevano avuta anche loro in casa, l'avranno comprata perché viene considerata un oggetto di culto tra i letterati e gli appassionati di letteratura?
Non ne ho idea.
Fatto sta che è un po' il prezzemolo delle foto quando si tratta di libri.
Ma non capita soltanto nelle foto su Instagram di notarla, ma appare spesso nei video di case abbandonate, dov'è una delle cose che salta più all'occhio, e fa bella mostra di sé anche nei mercatini delle pulci, dove non è raro intercettarne qualcuna in vendita.
Possiamo in un certo senso considerarla l'antenato del computer?
Per quel che mi riguarda un po' sì.
Perché io non immaginavo ne girassero così tante.
E non parlo solo della Lettera 32, ma anche dell'ancora più vetusta versione, ovvero la 22.
Io ho a casa una 32 che i miei all'epoca ( suppongo perché non ricordo ) comprarono per mia sorella e mio fratello che ben prima di me frequentarono L' istituto Tecnico Commerciale.
Questa scuola aveva due ore a settimana dedicate alla dattilografia e quindi l'insegnante consigliava di procurarsene una per allenarsi.
I miei quindi comprarono una Olivetti Lettera 32 con annessa valigetta, ed io la conservo da allora.
Anche se oggi è parecchio vissuta, ma d'altronde ha praticamente trent'anni.
Anche se ero piccolo, ricordo che la usavo anch'io.
Mi piaceva scrivere e ricordo che ero piuttosto bravo e veloce a battere a macchina.
Scrivevo brevi racconti che poi facevo leggere ai miei con protagonisti gli amici di mio fratello che venivano a casa, e ricordo che li facevo ridere.
Anch'io ho frequentato successivamente lo stesso istituto scolastico e quindi anch'io per due anni feci dattilografia.
Ero parecchio veloce a scrivere, il che era strano per i miei compagni di classe che notoriamente pensavano fossi un asino e quindi guardavano con sospetto questa mia abilità, e penso avessero ragione.
Nel senso che c'era una tecnica che veniva insegnata per scrivere, in cui bisogna usare tutte e cinque le dita, ma io da autodidatta avevo il mio stile che andava contro l'insegnamento, ed infatti per scrivere non riuscivo ad usare l'anulare ed il mignolo per battere alcune lettere, quindi era un po' come non rispettare le regole.
Non che l'insegnante se ne sia mai accorta o ci facesse caso, ero abbastanza furbo da cercare di non finire tra i primissimi.
Con la fine del primo biennio superiore questa materia non veniva più insegnata, e complice l'arrivo dei primi computer a casa mia, la macchina da scrivere non venne più usata, ma inserita nella sua apposita valigetta e conservata nel posto dove risiede tuttora.
Ultimamente mi sta venendo la voglia di tirarla fuori, pulirla e magari inserirla come soprammobile in qualche mensoletta.
Mi dispiace un po' vederla conservata a memoria imperitura dentro un armadio.
Ma in verità ho fatto questo post per capire un po' perché è così presente nelle foto dei bookstagrammer.
Sono figli di scrittori e giornalisti, avranno frequentato la mia stessa scuola, o è solo un oggetto vintage associato alla letteratura?
E soprattutto lo chiedo ai miei pochi e sparuti lettori, ne avete qualcuna a casa?
Sono curioso.
Alla prossima!
Ciao, bello e simpatico questo post. Ne possedeva una mio zio di professione psicologo, un intellettuale dalla libreria sconfinata che da piccola ammiravo, lui riceveva in casa e il suo studio per me era un luogo affascinante. Personaggio da film, disordinato e burbero, ma con lui ho fatto discorsi da 'intellettuale' in erba.
RispondiEliminaMi prestava la sua macchina da scrivere per le mie cose, i miei segreti da adolescente...ero una curiosa per cui copiavo poesie, testi di canzoni addirittura le facevo mie cambiando i testi. Passione della poesia che mi è rimasta, i fogli no, tranne qualcuno che a distanza di tempo in occasione di traslochi son tornati alla luce, che nostalgia, l'adolescenza, un'età meravigliosa!
E' vero.
EliminaSai che non mi aspettavo che fossimo così tanti a usarle?
Sarebbe bello recuperare quei fogli, ed anche le cose che scrissi io.
che bel post, ricordo ancora il corso fatto alle superiori con quelle elettriche però, ora ho quella di mia madre sulla mia scrivania.
RispondiEliminaQuelle elettriche mai usate, tranne le telescriventi durante il servizio militare, ma quelle tecnicamente erano molto più simili ad un computer che ad una macchina da scrivere.
EliminaAnch'io sto pensando di mettere la mia su un comodino o una mensola, magari sotto il computer o il televisore.
Secondo me ce l'hanno solo come soprammobile, come la libreria di spalle di cui hai parlato qualche tempo fa.
RispondiEliminaAnche a casa mia c'è stata una Olivetti ma era di mio padre, comprata coi suoi risparmi quando andava alle superiori (faceva il raccattapalle al Foro Italico nei tornei di tennis e mi pare che rimediasse 1000 o 2000 lire alla volta, parliamo del 1970 circa, lui è del '54).
Anche io mi sono divertito a scrivere qualche storia ma erano più didascalie sotto un mio disegno, facevo tipo i libri illustrati ma storie breve di una pagina 😝
Ce l'hai ancora?
EliminaFantastico comunque che l'hai usata per robe tue.
Pensa che con i miei amici usavamo la macchina da scrivere per le turnazioni dei tornei calcistici che facevamo all'epoca.
Andavo a casa di qualcuno con la valigetta con la macchina da scrivere.
Che tempi.
Dovrei cercare a casa dei miei, nella mia vecchia cameretta, qualcosa dovrei ancora averla...
EliminaFortissimo il tuo aneddoto 😁
A casa mia c'è ancora, da qualche parte, non ricordo ovviamente la marca.
RispondiEliminaMia sorella la usava spesso anche per la scuola.
Io sinceramente la utilizzavo per cazzeggio, ma ebbi relativamente presto il computer, con programma di scrittura (il mitico Microsoft Works).
Io avevo l'Amiga con il Workbench con cui si poteva anche scrivere, ma oggettivamente lo usavo solo per giocare.
EliminaDopo il secondo superiore smisi completamente di usarla, ma ricordo che ad un certo punto facevo fatica a trovare i ricambi dei nastri.
Personalmente credo che ormai le macchine da scrivere siano diventate un ricercato pezzo di arredamento, che da quell'aria di "cultura" in più, che ci sta sempre bene in uno studio o in una foto. Dubito che un qualsiasi instagrammer l'usi effettivamente per il suo scopo originale.
RispondiEliminaIo per esempio ne regalai una a una mia amica scrittrice per il suo compleanno.
Sì, anch'io credo che sia così.
EliminaE' un perfetto arredo, anche da un punto di vista fotografico.
Non so cosa darei per riavere la mia Olivetti 32 che mi aveva regalato, o meglio "passato" dopo averla usata lui, mio padre. Ci ho scritto il mondo con quella macchina per scrivere, ero sempre lì a pigiare, ho usato centinaia, forse migliaia di fogli bianchi e non ne posseggo più nessuno... Ho però due mie orride poesiole composte da bambino, battute a macchina da mio papà, che conservo tra le poche cose preziose che ho.
RispondiEliminaCredo che se ce l'avessi in casa ricomincerei a scrivere agli amici e alle amiche con quella e imbucherei le lettere come facevo un tempo!
Sarebbe bellissimo ritrovare pezzi cartacei del nostro passato, Caro Orlando.
EliminaIo ho conservato i diari scolastici dove appuntavo moltissime robe personali, ma ciò che scrivevo con la macchina da scrivere da piccolo nemmeno lo ricordo, e mi piacerebbe rileggere le storie che scrivevo. :-(
Secondo me è una moda!
RispondiEliminasarà l'oggetto del momento, si saranno stufati di usare foglie e tazze di tè!
Quelle le usano ancora, ma le macchine da scrivere tengono botta!
EliminaUna macchina da scrivere che è stata in tante case, anche nella mia. Che bella!
RispondiEliminasinforosa
Verissimo, anche se sono sorpreso dal fatto che sia passata in così tante case.
EliminaIo ce l'ho!!!!!
RispondiEliminaPurtroppo non ho il posto per sistemarla come vorrei, come cimelio storico.
Se penso a quanto l'ho usata!!!!
Anch'io lo tenuta conservata fino a questo momento, ma ora mi è venuta voglia di trovargli un posto. Mi dispiace vederla buttata in un armadio.
EliminaAnche a me ma non so proprio dove metterla! :(
EliminaNon so risponderti se non con una paola un po' dialettale: mossarìa.
RispondiEliminaOssia fare le mosse da fanatici, da hipster. Credo sia questo.
Un oggetto vintage che fa scena.
Comunque, se ce l'hai, fai bene a tirarla fuori perché è un ottimo oggetto da arredamento.
Almeno la tua è vera, vissuta da te. Non è per fare sciocche mosse.
Io anche scrivevo a macchina, qualche racconto o qualche rivista inventata... bei tempi :)
Moz-
Assolutamente, bellissimi tempi.
EliminaCome dicevo ad Ema ogni tanto la portavo in giro nelle case dei miei amici per scrivere calendari calcistici ed altro, ed un po' mi mancano quei tempi.
Penso anch'io che sia più un oggetto vintage di culto, ma nelle foto rende molto, forse è per questo che viene così usata.
Sì, ovviamente parliamo di foto che dovrebbero mostrare un libro per quel che è, non fargli una cornice con oggetti vintage per renderlo bello... XD
EliminaMoz-
L'avevo e la usavo anche parecchio, poi un giorno l'ho regalata e un po' me ne pento. Non era l'Olivetti di cui parli, però, Probabilmente era una versione economica di chissà quale marca.
RispondiEliminaRicordo però con angoscia quei dannati nastri rossi e neri che si incastravano di continuo nelle bacchette, si attorcigliavano e quando andava bene stampavano nel colore opposto a quelle che volevi. E ricordo quei dannati correttori che appoggiavi sul foglio dove avevi sbagliato e ti stampavano una schifezza bianca (spesso anche sulle dita, visto che bacchettate se ne prendevano di continuo). Ora che ci ripenso, non mi pento più di aver dato via quella maledetta macchina da scrivere...
Sì, è vero, i nastri tendevano a incastrarsi e spesso capitava anche alle bacchette dei tasti se ne premevi per sbaglio due insieme, infatti mi macchiavo spesso le dita.
EliminaIn più ad un certo punto, i nastri divennero molto più difficile da reperire.
Sarebbe stato bello conoscere la marca della tua macchina da scrivere.
Marca "Antares"! Non ho resistito e ho cercato furiosamente in rete risalendo infine al nome della marca. Il modello è più difficile, ma sono quasi certo fosse questa.
EliminaBeh, esteticamente si difendeva bene, a me piace molto.
EliminaAnche io ne conservo una, era quella di mio padre che poi me l'ha passata. Un mio amico mi ha chiesto di regalargliela, ma penso (più che altro per motivi affettivi) che me la terrò per me ancora per anni.
RispondiEliminaAnch'io farò lo stesso, ed anzi ho deciso di tirarla fuori alla luce.
EliminaLa lettera 32 è un oggetto di culto esposta in diversi musei. Io la comperai nel "68 per scrivere la mia tesi di laurea e per moltissimi anni mi ha accompagnato nella vita lavorativa. La conservo ancora gelosamente.
RispondiEliminaCiao fulvio
Sì, non lo avrei mai pensato, ed invece noto che l'hanno avuta un po' tutti o comunque se la sono procurata.
EliminaMi hanno convinto a tirare fuori pure la mia.