" Sei già stato qui.
Sì che ci sei stato. Sicuro. Io non dimentico mai una faccia.
Vieni, vieni, qua la mano! Ti dirò, guarda, ti ho riconosciuto da come camminavi prima ancora di vederti bene in faccia. Non avresti potuto scegliere un giorno migliore per tornare a Castle Rock. "
Cose Preziose è un po' il suo addio ad uno dei suoi luoghi feticcio e teatro di molti suoi mostri.
Di fatto è un romanzo che ha una sua storia già scritta, a cui però mancava il finale.
Cose Preziose è un punto.
Con questo non voglio dire che questo libro non possa essere letto ed apprezzato individualmente, ma che è comunque pianeta di un universo narrativo.
Si ritorna nello stesso territorio de La zona morta, Il corpo, Cujo, Il fotocane e La metà oscura.
Ritornano anche alcuni personaggi di quei romanzi, perché d'altronde...vivono lì.
Ritorna Castle Rock, un luogo da cui il male viene attratto e dove trova terreno fertile.
Questo mi ha portato ad alcune riflessioni, perché se scisso individualmente, Cose Preziose è un gran romanzo, ma se trattato universalmente ci sono delle costanti e delle situazioni che si ripetono anche in altri romanzi.
E' un po' come guardare i film Marvel che trattano personaggi diversi, ma in un contesto narrativo pedissequo, praticamente.
Ed è una cosa da tenere in conto, e che inficia in un certo senso, un romanzo che preso a sé stante è per buona parte davvero grandioso.
Perché per quel che concerne la struttura narrativa questo libro è una bomba.
E' un romanzo corale come pochi, dove la cittadina intera assurge a protagonista e dove King riesce a delineare più personaggi in un percorso davvero coeso e lineare.
In più Leland Gaunt è tra i villain più incisivi e carismatici che abbia mai inventato, un commerciante che è capace di vendere sogni e spacciarli per realtà.
Perché il male in questo caso è insito in un negozio che vende oggetti usati.
Sì. Il mostro è un rigattiere.
Un'idea semplice, quanto molto bella per quel che mi riguarda.
Soprattutto se siete amanti dei negozi d'usato come il sottoscritto.
Cose Preziose sono 750 pagine di puro piacere, per altro con un incipit veramente d'applausi.
E' un romanzo molto amato dagli appassionati di King, ma allo stesso tempo tra i meno conosciuti.
C'è un motivo in particolare?
Forse la struttura narrativa che non a tutti può piacere poiché la trama è molto globale e viene meno l'empatia verso dei protagonisti che normalmente si muovono in un contesto molto cinematografico e singolo e qui di personaggi immediatamente riconoscibili e quindi prevedibili vi è solo lo sceriffo Alan Pangborn.
E' uno di quei libri che non compreresti per la quarta di copertina o per la sinossi.
Ecco, diciamo che ha una trama poco riconoscibile rispetto a IT o L'ombra dello scorpione, per citarne alcuni.
Insomma Cose Preziose è un gran libro, stra-conisgliato, ecc.ecc.
Il finale è discutibile, ma è figlio dell'universo narrativo a cui appartiene.
Ed è qui che probabilmente casca l'asino e depotenzia un romanzo che poteva indiscutibilmente essere annoverato tra i più belli mai scritti dal Re.
King è un autore pop, ed anche molto cinematografico, a volte.
Negli anni '80 se era poco sereno o era imbottito di alcool o droga era capace di creare storie creepy e senza speranza tipo Cujo o Pet Sem, alcuni affilati e senza filtri come quelli scritti sotto lo pseudonimo di Richard Bachman, ma anche delle storie in cui tenta di riequilibrare le forze in campo come in un cartone animato o un qualsiasi film di genere fantastico od horror di quel periodo.
In molti suoi romanzi tutto ciò è rappresentato dalla presenza del " bianco " una sorta di deus ex machina che funge da power up per i suoi personaggi votati al bene.
Figura che è bene dirlo, appare spesso ed in maniera persino sommaria.
Cose Preziose non sfugge a tutto ciò.
Ed è giusto dirlo.
Il finale può far ridere qualcuno per la sua assurdità e la sua velocità, ma è parte del modo di scrivere di King.
E' costante del suo universo narrativo, dove questa figura esiste e quindi va accettata.
Accettiamo l'arrivo del male esterno, e King ci chiede di accettare la sua controparte benigna.
Nei film lo facciamo, andrebbe quindi accettato anche in un libro.
E' un dilemma che mi faccio e vi faccio.
Perché io in un libro lo vivo quasi più come un espediente di bassa lega, specie in un libro scritto così bene come Cose Preziose.
Sarà la vecchiaia che mi toglie un po' del sense of wonder?
Chissà.
O è la presunzione di considerare l'arte letteraria, persino quella di genere, meritevole di soluzioni meno prevedibili e più pretenziose?
Insomma io credo più ai mostri, che all'aiuto di Dio o degli Dei.
Alla prossima ( ? ) !
Interessante, interessante...
RispondiEliminaIn primis la figura del rigattiere come villain (poi venditore di sogni: un po' come l'ottico di De Andrè "spacciatore" di lenti, personaggio dell'antologia di Spoon River che davvero potrebbe far parte di un libro di King).
In secondo luogo la riflessione che fai sul bene e male, al credere più ai mostri che agli "dei benefici".
In effetti il mostro è spesso la personificazione del male, del dolore..e spesso non c'è rimedio.
E' più facile quindi credere ai mostri.
Io nella narrativa preferisco sempre il lieto fine, quindi il prevalere del bene. E spesso la "risoluzione" comporta soluzioni narrative un po' forzate.
Eh, sì.
EliminaNella narrativa, ma anche nel cinema, il riequilibrio tra le forze è necessario, altrimenti combattere i mostri sarebbe impossibile.
Però King ha usato lo stesso trucco più volte risultando ridondante ad un certo punto.
Anche a me è piaciuta laconsiderazione sul credere di più ai mostri... che in fin dei conti creiamo noi con le nostre paure e per questo li sentiamo più vicini e reali. Il bene a volte si da per scontato e risulta distante.
EliminaSì, tu lo hai espresso con parole migliori rispetto alle mie, ma la penso allo stesso modo Mira.
EliminaNon lo rileggo da anni ma è sempre stato uno dei miei King preferiti, anche perché adoro le sue storie corali, soprattutto se ambientate nelle cittadine.
RispondiEliminaSottoscrivo tutto, anche a me piacciono moltissimo i suoi racconti provinciali.
EliminaIo credo che il motivo per cui il romanzo è uno dei meno conosciuti sia per causa del film. Di solito, a parte i lettori-lettori di King, la maggior parte delle persone si avvicina all'opera del "Re" solo dopo averne visti i film da cui ne sono tratti. In questo caso la pellicola non era poi un granchè, molto confusionaria a dir poco.
RispondiEliminaMa questo è solo il mio parere personale. Ciao
Figurati, è piuttosto probabile, pensa che io il film nemmeno l'ho visto e probabilmente non lo vedrei nemmeno.
EliminaE' verissimo che molte opere di King sono diventate iconiche e riconoscibili anche da suoi non lettori.
Il film è bruttino (con una scena che, come dicono i francesi, mi ha fatto "cagare addosso"... brrrr...) mentre il libro, ehm, non l'ho mai letto (shame on me), ma provvederò presto visto che ce l'ho :)
RispondiEliminaE' un gran libro, ma quel finale può farti venire voglia di scagliarlo contro il muro.
EliminaSe lo leggerai fammi sapere cosa ne pensi, qui, da te (magari con un post) o anche privatamente, sono molto curioso. :-)
Condivido tutto, però niente... io quel finale proprio non sono riuscito mai ad accettarlo. Certo, i finali di King sono spesso deludenti (e lo dico a malincuore, amando tanto lo zio Steve), ma quello di "Cose Preziose" lo reputo uno dei peggiori. E non soltanto per come si conclude in generale... ma anche e soprattutto per come viene "messo in scena". Ma sono gusti personali...
RispondiEliminaDiciamo che dopo aver atteso per tutto il libro che i due fossero faccia a faccia, direi che è stato un duello fin troppo breve, ma purtroppo è andata così.
EliminaGuarda, io concettualmente sono arrivato ad accettare quello de L'ombra dello scorpione perché comunque era un romanzo biblico, ma con questo ho fatto parecchia fatica a non ridere, devo essere sincero.
Ed è un peccato, perché Cose Preziose è un bellissimo libro.
Questo è uno dei pochi King "storici" che non ho letto. Ce l'ho a casa, comprato su una bancarella tanti anni fa. Arriverà il suo momento!
RispondiEliminaPotrebbe piacerti molto, se si entra nel mood giusto.
EliminaIl suo genere non fa per me, di lui ho letto solo "La metà oscura" e devo dire che mi è piaciuto tantissimo ma quella è stata un'eccezione.
RispondiEliminaBuona giornata
Non lo leggo da tanto La metà oscura, ma prima o poi lo rifarò.
EliminaGrazie del commento!
Che poi l'idea di base è scopiazzata da un racconto di Richard Matheson.
RispondiEliminaCiao,
Eliminadi che racconto si tratta?
Perché mi piacerebbe scovarlo.
Il nuovo vicino di casa.
RispondiEliminaTi ringrazio, cercherò di trovarlo, dovrei avere qualche antologia di racconti di Richard che non ho ancora letto, da qualche parte, speriamo sia pubblicato lì.
EliminaConcordo anche con l'uso delle virgole.
RispondiEliminaFu uno dei primi King che lessi...
Io non ricordo, ma era un periodo in cui lessi un King dopo l'altro. :-)
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