lunedì 1 giugno 2020

L'istituto - Stephen King

Saltiamo tutta la parte introduttiva in cui avrei ribadito quanto sono legato a Stephen King, e quanto gli sono grato per avermi preso per mano e funto da guida nel mondo della letteratura.
Diciamo tutti " Grazie-Sai" ed andiamo avanti.

Nonostante però la mia dichiarazione d'affetto, devo essere onesto e dire che ero indietro di quattro romanzi per quel che concerne la sua produzione letteraria, ma soprattutto per una questione economica, non perché mi sia stancato delle sue opere ( anche se oggettivamente con il tempo sono diventati più i libri che mi lasciano perplesso che quelli che ho amato ).
Purtroppo la politica prezzi de la Sperling, anche quando si tratta di edizioni economiche non mi è molto affine.
Però complice la quarantena e visto che le mie bancarelle di riferimento erano chiuse, mi sono concesso la follia di permettermi di comprare un libro in prima edizione, e fin da subito sapevo che sarebbe stato un libro del Re.

Trovandomi dal libraio con la possibile scelta di quattro suoi libri da acquistare ( compreso l'ultimissimo Se Scorre Il Sangue ), ho scelto quello che poteva più essere tra le mie corde, ovvero L'istituto.
Avrò fatto bene?
Lo scopriremo dopo la sinossi, presa in prestito da Ibs:

Dopo classici come L'incendiaria e It, Stephen King si mette di nuovo alla prova con una storia di ragazzini travolti dalle forze del male, in un romanzo come sempre trascinante, che ha anche molto a che fare con i nostri tempi.

«King travolge il lettore con una storia di bambini che trionfano sul male come non ne scriveva dai tempi di "It". Entrando nella mente dei suoi giovani personaggi, crea un senso di minaccia e di intimità magici… Non c'è una parola di troppo in questo romanzo perfetto, che dimostra ancora una volta perché King è il Re.» – Publishers Weekly

«Con L'Istituto il re del brivido torna al suo massimo splendore» – Robinson

È notte fonda a Minneapolis, quando un misterioso gruppo di persone si introduce in casa di Luke Ellis, uccide i suoi genitori e lo porta via in un SUV nero. Bastano due minuti, sprofondati nel silenzio irreale di una tranquilla strada di periferia, per sconvolgere la vita di Luke, per sempre. Quando si sveglia, il ragazzo si trova in una camera del tutto simile alla sua, ma senza finestre, nel famigerato Istituto dove sono rinchiusi altri bambini come lui. Dietro porte tutte uguali, lungo corridoi illuminati da luci spettrali, si trovano piccoli geni con poteri speciali – telepatia, telecinesi. Appena arrivati, sono destinati alla Prima Casa, dove Luke trova infatti i compagni Kalisha, Nick, George, Iris e Avery Dixon, che ha solo dieci anni. Poi, qualcuno finisce nella Seconda Casa. «È come il motel di un film dell'orrore», dice Kalisha. «Chi prende una stanza non ne esce più.» Sono le regole della feroce signora Sigsby, direttrice dell'Istituto, convinta di poter estrarre i loro doni: con qualunque mezzo, a qualunque costo. Chi non si adegua subisce punizioni implacabili. E così, uno alla volta, i compagni di Luke spariscono, mentre lui cerca disperatamente una via d'uscita. Solo che nessuno, finora, è mai riuscito a evadere dall'Istituto.






Prima di tutto: L'istituto è scritto da Stephen King.
Lo si evince dallo stile di scrittura, che anche quando non lo leggo da anni, mi risulta sempre familiare e kinghiano al 100%.
No, Steve, secondo me, non ha dei ghostwriter che lo aiutano nel suo lavoro.

Detto questo, L'istituto è un romanzo scorrevole, avvincente ( specie nella prima parte ), ma dannatamente pre-confezionato, quasi come fosse una sceneggiatura già pronta per essere una serie Tv Netflix.
E soprattutto, non è un horror.
Ha molta più attinenza con la letteratura Ya, ed oscilla tra tematiche già affrontate in alcuni suoi romanzi ed un pizzico di fantascienza alla John Wyndham.

Chi ben conosce l'opera di King troverà delle similitudini con Carrie, L'incendiaria, I Lupi Del Calla e persino un capitolo dell'ultimo volume de La Torre Nera.
Steve ha già raccontato di bambini con superpoteri e con agenzie governative e/o militari o cattivi che ne vogliono fare il proprio comodo.

Ne L'istituto però serpeggia una certa pacatezza, ed anche se i temi a volte si fanno oscuri, raramente si fanno crudi e dettagliati, ed anche quando si arriva a scene di quel tipo, Steve sceglie la strada della dissolvenza, ed è proprio per questo che non mi sento di considerare questo libro un horror.
King tradisce proprio in quel punto, come se avesse perso un po' dell'audacia e della spietatezza di un tempo.
Insomma ha scelto la strada del mainstream, ed infatti credo che questo romanzo possa essere tranquillamente letto anche da ragazzi delle medie.

Questo non significa necessariamente che perché è un romanzo "quasi" per ragazzi, non possa essere letto ed apprezzato da tutti gli altri.

La trama come si evince dalla sinossi è piuttosto semplice:
Luke è un intelligentissimo ragazzo di 12 anni che improvvisamente viene rapito ( con conseguente assassinio dei suoi genitori ) e rinchiuso in un istituto militare nascosto tra le montagne del Maine.
Si risveglia in una camera che sembra una copia della sua stanzetta di casa in un luogo dove vi sono rinchiusi altri bambini e ragazzi dotati come lui, su cui vengono condotti degli esperimenti.

Luke sfruttando la sua intelligenza ed alcune falle del sistema di sorveglianza, tenterà ben presto la fuga, non prima di subire anch'esso alcuni esperimenti molto poco ortodossi, volti a potenziarne le latenti facoltà telecinetiche.

Partiamo da un presupposto: è un romanzo su cui bisogna essere indulgenti.
Ci sono delle falle narrative non da poco, e difficilmente accettabili.
Ok, questi agenti governativi con il tempo sono diventati parecchio "scialla" e molto sicuri di sé, tanto da trascurare e sottovalutare i bambini e l'intelligenza di Luke, ma tutta la seconda parte della storia è parecchio presa per i capelli.

Non manca, come quasi sempre, il super-poliziotto buono capace di tenere testa quasi da solo a intere squadriglie di professionisti ben più armati di lui, ed anche semplici cittadini capaci di fare altrettanto.
Insomma, da un punto di vista action è parecchio fracassone e cinematografico.

L'istituto non è il romanzo o il king che mi aspettavo.
E' più un King che sembra omaggiare Stranger Things o The Umbrella Academy, o comunque quelle avventure per ragazzi molto più fumettistiche che romanzesche.

Quindi se dovessi esprimermi come se stessi parlando di un romanzo horror, direi che è più un no ( anche se la prima parte a me ha avvinto non poco ), ma visto che lo ritengo più un romanzo fantastico old style con sprizzate di Ya e strizzatine d'occhio ai fumetti, mi sento di dire che visto da ques'ultima ottica è un buon libro per ragazzi.

Però bisogna chiudere tutte e due gli occhi su alcune "licenze" narrative.
Per quel che mi riguarda, è sempre un piacere leggere un romanzo nuovo del Re.
E' quasi come un vecchio rituale.
Forse non sono più tra quei fan che lo venerano sempre e comunque, che lo chiamano zio e gli muoiono dietro come ragazzine svenevoli, anche quando scrive le fascette o consiglia buoni (?) film e buone (?) serie tv, ma nella mia libreria troverà sempre un posto.
Così come sono sicuro, che prima o poi, recupererò anche i libri che mi sono perso.


Alla prossima!








39 commenti:

  1. Ho provato a leggerlo ma l'ho mollato. Sono cresciuto con King ma le ultime sue opere hanno sempre qualcosa che non mi convince del tutto.

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    1. Non arrivo al punto di mollare le sue opere, ma anch'io faccio più fatica rispetto ad un tempo.

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  2. Ho capito, lo devo leggere con gli occhi di un quindicenne

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    1. Secondo me lo si apprezza di più se viene letto come si trattasse di una lettura young adult.

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  3. Mi trovi completamente d'accordo. La prima parte l'ho apprezzata molto, ma un po' come succede anche con "The Outsider", si perde clamorosamente con lo scorrere delle pagine. Libro horror? No. Preconfezionato per una Serie Tv? Mi pare che i diritti siano stati acquisiti già prima dell'uscita; ma ormai con King va così. Ahimè i suoi ultimi lavori non mi hanno entusiasmato, a parte Revival, che ritengo un gran romanzo.
    Per il resto, nonostante sia cresciuto a pane e King, nemmeno io sono un fan cieco, e faccio molta fatica a "perdonargli" certe licenze, proprio perché ricordo gli antichi splendori. E poi, parlando di suoi consigli su serie tv e, soprattutto, film, io ormai faccio il contrario: consigliato da King... evitato da me. :D
    Scusami Steve, ti voglio bene!

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    1. Siamo d'accordo su tutta la linea, anch'io ritengo Revival il suo libro migliore tra gli ultimi proposti.

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  4. Vedrai che sicuro ne faranno una serie o un film...
    Non mi dispiace che possa essere letto dai ragazzi delle medie (ma ehi, io stesso leggevo King alle medie XD), però ecco... che sia tirato per i capelli e abbia falle narrative non mi piace.
    Peccato, perché King poteva fare di più, nel suo omaggio a Stranger Things...

    Moz-

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    1. Beh, ci sono delle licenze narrative, e dei cattivi tout court, che però si fanno uccellare troppo facilmente.
      Peccato perché la prima parte merita molto.

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  5. La trama è molto affascinante, ma capisco che l'amante di Stephen King (quello obiettivo) non si ritrovi in certe sue scelte narrative.
    Cassidy scrive che addirittura i personaggi non lo hanno fatto appassionare: e un romanzo un po' debole quello in cui accade ciò...

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    1. Diciamo che noi vecchi fan, siamo stati abituati bene con lui.
      Purtroppo è diventato difficile ritrovare le atmosfere di un tempo nelle sue opere.
      Secondo me, trattiene molto di più la penna, rispetto ad un tempo, e la sua scrittura si è fatta meno cattiva.

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  6. Sono d' accordo con te, come sempre, un bel libro di sicuro, scritto con la solita maestria, ma privo di quel tocco horror che lo avrebbe reso una storia memorabile. Proprio ieri ho finito di leggere La metà oscura, non ci sono paragoni... Una storia cruda e disturbante, un vero pugno nello stomaco.

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    1. Mi sa che quel King ce lo possiamo scordare, nella sua maturità è diventato più...buono.

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  7. I personaggi sono...personaggi.
    E' un libro un po' artificioso e pre-confezionato, ma tutto sommato anch'io l'ho letto con piacere.

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  8. Leggo King da quando ho 12 anni, il battesimo è stato per me Le notti di Salem, tuttavia devo dire che ogni volta che comincio un suo libro mi sento come jack Chambers quando viene rapito da gasher in Terre desolate! Per questo nonostante tutto non riesco mai a mollarlo!

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    1. Adesso sto cominciando a leggere L' occhio del male, non credo sia all' altezza de La meta' oscura, però ci proviamo dai...

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    2. Secondo me ti piacerà un sacco, è un romanzo molto solido.
      Ed in alcuni punti è davvero agghiacciante.
      Ti dico solo una parola: Dimagra. :-P

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    3. Appena cominciato, in negozio, tra un cliente e l' altro in un pomeriggio ventoso!

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    4. Fammi sapere se ti sarà piaciuto. :-)

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    5. L' ho appena finito di leggere! Una storia assurda, la parte di ginelli è davvero folle! Nel complesso è un libro strano e cattivo con un finale pieno di humor nero!

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    6. Sì, le opere scritte con lo pseudonimo di Bachman sono quasi tutte così.
      Molto più affettate, subdole e cattive.

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    7. Io ho letto La lunga marcia e l' uomo in fuga, due romanzi veramente scritti bene e pieni di adrenalina e ritmo. Lo scorso anno invece ho letto La storia di lisey e Insonnia, ecco in tutti e due poca azione e interi capitoli di noia...

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    8. Se mi posso intromettere, L'Occhio del Male è un po' scopiazzato da Tre Millimetri al Giorno di Matheson, dato che si utilizza un'idea parecchio confrontabile, mentre L'Uomo in Fuga è vergognosamente scopiazzato dal racconto Il Premio del Pericolo di Robert Sheckley. Nel primo caso OK, ci può stare, il secondo sarebbe da denuncia per plagio.

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    9. Il racconto di Sheckley non lo conosco, ma nel caso di Matheson, è sicuro che King ne abbia preso ispirazione, anche perché Tre Millimetri Al Giorno è una delle sue opere preferite.
      Nel saggio Danse Macabre c'è un intero capitolo dedicato a questo ( splendido ) romanzo.

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    10. Conosco tre millimetri al giorno, un capolavoro! Per quanto riguarda sheckley invece mi trovo impreparato, ho letto alcuni suoi racconti e un romanzo, gli orrori di omega... Devo recuperare assolutamente quel racconto, grazie per il suggerimento!!!

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  9. L'ho divorato in poco tempo, come argomento l'ho trovato molto interessante. E poi King riesce sempre a descriverci al meglio i suoi giovani protagonisti :)

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  10. Ciao Lello, ti ho nominato per un premio-tag. Ti aspetto nel mio blog

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  11. Andrò concorrente, però ho l'impressione che della nuova fase kinghiana salvo 22/11/63 e un paio di altre cose tutto il resto sia abbastanza trascurabile...e lo dico con dispiacere e da fan kinghiano della prima ora.

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    1. Con me sfondi una porta aperta, anche se, per esempio, Revival o qualche racconto di alcune sue raccolte uscite negli ultimi vent'anni, sono piaciuti.

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  12. Sono anch'io molto perplesso dalle ultime opere di King. La rottura con lui è stata con l'Acchiappasogni che ho mollato verso pagina 100 perché era illeggibile (era proprio una schifezza).
    22/11/63 mi è piaciuto, ma nel finale ha svaccato, buttando via uno dei suoi libri migliori degli ultimi anni.
    Ho anche letto Mr. Mercedes, e per quanto non sia male, non l'ho trovato così eccezionale come è stato definito.
    Quest'ultimo di cui hai parlato invece mi ricorda un po' troppo L'Incendiaria.

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    1. L'acchiappasogni è terribile, ma purtroppo King quando parla di fantascienza molto spesso prende cantonate ( successe lo stesso con The Tommyknockers ).
      Però quell'alieno ( ispirato ad Alien ) che usciva dal sedere era dannatamente inquietante. :-P

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    2. Mi immagino la scena con l'editor. King: "Allora dopo le scorregge all'aroma di banana, c'è questo alieno carnivoro che esce dal sedere..."
      Editor: "Stephen, ma che problemi hai?"
      King: "No, niente mi sembrava una buona idea..."
      Editor: "Quando posso averlo?"

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    3. Potrebbe benissimo essere andata così.
      Mi immagino anche Steve, che va da qualche Proctologo per farsi spiegare un analisi tecnica di un alieno che esce dal sedere. :-P

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  13. Ciao Pirkaf, ti ho nominato per i Liebster Awards,se vuoi...

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  14. Un vero peccato. Sembrava uno di quegli horror raccapriccianti e claustrofobici come piacciono a me ma poi si perde nell'azione.
    Non sono manco amante delle tematiche ESP, almeno non in questo contesto.

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