sabato 16 dicembre 2017

Meglio un Ace Merrill che cento false Madre Teresa.

Quanti anni avevo undici?
Era la prima festa di classe a cui venivo invitato e ci andai con quel miscuglio di aspettativa e di ansia.
Dopo la cena veloce fatta di pizzette, arancini, fanta, coca cola, torta e le foto di rito alla festeggiata, mi ritrovai per la prima volta a giocare al gioco della bottiglia, obbligo/verità e tutti quei giochini vari ed eventuali che si sono sempre fatti e sempre si faranno a quell'età.
Rimasi turbato e quasi umiliato ( togliamo il quasi ) quando una delle poche ragazzine estranee alla classe si rifiutò di darmi un bacio sulla guancia e di ballare con me.
Ebbi la dignità di non andarmene, ma dentro di me ero sconvolto ed avvilito.
Fu la mia prima umiliazione e mi fece male, molto.
Perché sentivo di non meritarla. Era solo un gioco ed io non avevo nessun interesse per lei, figuriamoci se pensavo alle ragazze ad undici anni.
Al massimo i miei interessi erano Michel Platini, la Juventus, i Masters o i cartoni animati.

A dodici anni mi ritrovai dall'altro lato della barricata.
Venni invitato alla festa di un'altra mia compagna di classe che non aveva problemi a manifestare apertamente una sua simpatia nei miei confronti.
Non ero interessato alla cosa, ma memore della mia umiliazione precedente ho ballato con lei e mi ricordo ancora il suo sorriso e quanto fu felice e sorpresa della cosa.

Sempre a quell'età ricordo un episodio in una sala giochi.
Attendevo tranquillamente il mio turno a Super Mario Bros quando il tipo prima di me guarda l'orologio e afferma di doversene andare.
Asserisce di avere lasciato due partite inserite e intima al suo amico che era lì ad osservarlo accanto a me di lasciarne una per me.
Fu un gesto gentile e disinteressato che mi colpì molto.
Ovviamente l'amico ben più grande di me non solo di altezza, ma anche di svariati anni, giocò entrambe le partite e se ne strafregò del sottoscritto lasciandomi di sasso con una frase che ricordo ancora esattamente:
 " Faccia di buttana puoi andartene a casa, che tanto non ti faccio giocare. "
Tornai a casa avvilito e deluso, ma in un certo senso consapevole che io non avrei mai tenuto quei comportamenti verso il prossimo.

Questi sono alcuni esempi su centinaia che potrei raccontare ma non è importante il numero è importante il fatto che vivere e crescere in strada mi ha insomma indottrinato e preparato spesso ai comportamenti scorretti altrui.
E nella vita virtuale, invece?
Come orientarsi nella scorrettezza virtuale, così spesso astratta e sfumata?
Perché è qui che voglio andare a parare.
C'è una sorta di disumanizzazione sconcertante in rete.
Vorrei chiamarla maleducazione, ma secondo me è qualcosa di peggio.
E' indifferenza, ergersi in nome del like e del follow, al di sopra degli altri.
Nei social è terribilmente tangibile come cosa.
Basta vedere la velocità da Far West con cui vieni defollowato su Instagram o la facilità con cui vieni ignorato magari da una persona che hai seguito ed apprezzato nei suoi scritti per anni.
E' la facilità di cancellazione che mi turba.
L'eliminazione in un istante con un semplice movimento di dito.
L'ipocrisia del: Seguimi su Instagram! ( che tanto io non ti aggiungo perché non mi interessi, ma io devo interessare a te )
Del menefreghismo totale nella mancata risposta ad un commento, mentre poi sotto rispondi a quello dell'amichetto di turno.
Certo, lui merita la risposta perché ha più iscritti di te ed è quindi più famoso.
Io la trovo una cosa terribile.
E mi dispiace dirlo spesso lo vedo anche in molti blogger che amo e seguo questa sorta di menefreghismo, di sentirsi superiori, di non pensare minimamente che dietro un nickname che ti segue o che ti lascia un commento, ci sia un individuo pensante e non un Bot.
Poi magari sono gli stessi che nei post sui blog, Youtube, Facebook o vattelapesca parlano di uguaglianza e tolleranza, inneggiano alla morale comune, e criticano la maleducazione altrui appellandosi all'ormai sempreverde analfabetismo funzionale.
E sapete che vi dico?
Che personalmente preferisco 1000 volte la sincerità di quella ragazzina e di quell'essere di merda che mi sbatterono in faccia il loro menefreghismo che gente ipocrita che fa post sui blog, Facebook ed affini per strappare consensi facili salvo poi trattare a pesci in faccia i loro seguaci.
Meglio un Ace Merrill che cento false Madre Teresa.

Alla Prossima!






45 commenti:

  1. Davvero un bel post, soprattutto per la parte dei ricordi, ti capisco benissimo. Platini? Ma di che anno sei? Comunque la vita social credo sia proprio un po' così, io non frequento, a parte il blog uso Fb solo per far girare i pezzi che scrivo per Magazzini inesistenti e per augurare la buona notte a tutti con qualche pezzo musicale, Instagram non l'ho mai aperto, twitter l'avrò usato una volta, aperto per lavoro... mah, non mi cruccerei troppo per quel che succede in rete, per molti versi è un postaccio :)

    Non ti curar di loro ma guarda e passa.

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    1. Sono vecchio, anno 1976.
      Comunque è un post molto generico che non è riferito propriamente alla mia persona, anche se anch'io ho constatato con mano alcuni di questi comportamenti poco etici.
      Ovviamente ci sono persino degli attenuanti in molteplici casi, diciamo che è più un post provocatorio che altro.
      Probabilmente avrei fatto bene a non scriverlo. :-P

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    2. Ma no, ogni tanto un po' di sfogo ci sta, ne ho fatti anche io. Comunque ti batto, maggio '75.

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  2. Bellissimo post.

    Io invece a un compleanno, avevo 13 anni: tutti a giocare in una stanza al gioco della bottiglia e io fuori con un altro tizio :D. Alla fine sono esperienze di vita formative :D.

    Comunque condivido quello che dici ed è per questo che io sto lontano da Facebook e Instagram. Aggiungo un altro aspetto legato ai social (per cui vado un po' fuori tema). Provo a fare un esempio: io conosco di vista la ragazza X, che è molto bella. Allora le chiedo l'amicizia. Se non ricambia l'amicizia la prendo nel posteriore e ok, ma se ricambia alla fine cosa viene fuori? Che tu le metterai mille like (un like tra i tanti) e lei non ti cagherà di striscio. Le farai gli auguri e lei non ti cagherà di striscio quando è il tuo compleanno.

    In sostanza i social sono veramente una distorsione dei rapporti umani normali!

    Ps il videogioco di calcetto su strada, a cui ti riferisci in un vecchissimo post, è Puma Street Soccer, uscito tra il '97 e il '98. Divertentissimo: ci giocavamo in tre nella stessa squadra. Io facevo il portiere e non ero malaccio.

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    1. Sei stato criptico nella prima parte, cioè non vi hanno fatto partecipare?
      Sarebbe una cosa allucinante.
      Le ragazze per quel che concerne i social partono sempre avvantaggiate, basta una foto in bagno con il culo sporgente e le labbra a forma di culo di gallina e gli fioccherebbero comunque like a iosa.
      Diciamo che Instagram soprattutto è un mondo fatto unicamente di apparenza.
      Io che in questi mesi lo sto usando, sono arrivato a definirlo di gran lunga peggio di Facebook per quel che mi riguarda.

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    2. Praticamente sono andati in massa in un'altra stanza e hanno chiuso la porta a chiave :D, lasciando fuori solo due persone.

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    3. Quindi non lo hanno fatto apposta, dai.
      Almeno spero. :-P

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    4. apposta, apposta :D

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  3. Sì, è proprio così.

    Fra l'altro mi viene da dire che è impossibile che anche tutti questi "bulli" più o meno espliciti, non abbiano subito a loro volta delle umiliazioni... evidentemente non hanno imparato la lezione.

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  4. Bellissima riflessione. I social network possono essere una manna dal cielo per tante cose ma rischiano di trasformare la nostra vita in una comoda bolla, dove parliamo e guardiamo solo di cose gradite a noi evitando qualsiasi confronto, anche quello più argomentato che guasti il nostro status quo.

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    1. D'accordissimo con te.
      Magari fosse solo il confronto e che vieni trattato alla stregua della forfora o della polvere sulla spalla.
      Nei fumetti ci starebbe bene l'onomatopea Pfui. :-P

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  5. Non posso che darti ragione in merito alla tua ultima osservazione. Non si possono cambiare certe cose, tanto vale farsene una ragione e tirare avanti. Un abbraccio Raffaele.

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  6. Non posso che concordare con te, Raffaele, tant'è che sto per prendermi una pausa dal web, per respirare un po' d'aria pura.
    In quanto ai tristi social, li uso solo per diffondere gli articoli del blog e gli articoli di altri che contrastano le fake-news governative tipo epidemie di morbillo e ri-prese economiche per i fondelli. Per tutto il resto non mi interessano. Like ne prendo pochi, anzi pochissimi, ma chissene...

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    1. Ed io potrei chiosare il tuo commento solo con un Amen.
      Anche se spero egoisticamente che tu non vada in pausa perché significherebbe non poter leggere più i tuoi articoli.

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    2. La pausa in realtà è già decisa da tempo e inizia tra due giorni tondi tondi ;-)

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    3. Non posso dirti che mi faccia piacere, ma è una scelta personale legittima che rispetto. :-)

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  7. Mi piace leggere i ricordi delle persone; ci si trova sempre dentro un po' - anche molto - di se stessi :)
    Per me, lo dico con convinzione e senza timore di "esagerare", i social, soprattutto fb, sono "il Male". Presto o tardi tutt* ne pagheremo amarissime conseguenze.
    Per chi abbia voglia di approfondire, e riflettere un po:

    https://zenosaracino.blogspot.it/2017/11/peter-sunde-sui-big-data-ci-siamo.html

    https://thenextweb.com/eu/2017/06/09/pirate-bay-founder-weve-lost-the-internet-its-all-about-damage-control-now/

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  8. Capisco quello che vuoi dire, tante volte l’interesse verso ciò che dici lo noti già nei commenti a un tuo post: anche il commentare tanto per dire “l’ho fatto e mi sono tolto un pensiero” è poco piacevole (più che altro riconoscibile). Mi guardo bene dal farne io, in primis. Per il resto, i rapporti virtuali sono aleatori come la loro stessa natura: mai stupirsi troppo.
    Buon Natale! 🤗

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    1. Hai ragione.
      Però in quel caso qualche attenuante c'è.
      Magari non si hanno i contenuti necessari per commentare come si deve, ma si vuole comunque lasciare un segno del proprio passaggio.
      Buon Natale anche a te. :-)

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    2. Sì, quello che dici è vero, ma quelli sinceri li riconosci subito rispetto a quelli disinteressati. Da cosa li riconosci? Dal desiderio che hai di ritenerli tali. 🙂

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    3. Anche.
      Però siamo umani e come tali soggetti a fidarci anche delle persone sbagliate. :-)

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  9. Il mondo virtuale è un bestiario terribile, tante volte a me verrebbe voglia di non aprire nemmeno FB ma alla fine, forse per noia forse per condizionamento mentale, lo faccio e inorridisco.
    Accanto ai Leoni (coglioni?) da tastiera purtroppo ci sono anche i fedeli seguaci del do ut des e sì, sono antipatici eccome, soprattutto per chi, come me, è un'insicura cronica.
    Però ultimamente mi è capitata una cosa bella, ovvero scrivere post prima di alcuni blog di riferimento che adoro (e che viaggiano sui millemila commenti al minuto) e scoprire che forse così scema/incompetente non sono visto che un paio di giorni dopo hanno pubblicato recensioni con concetti molto simili.
    Ovviamente a me non si è filato di pezza nessuno visto che non sono "blasonata" ma è comunque una soddisfazione XD

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  10. Molti di noi hanno avuto almeno un Ace Merrill. A volte anche più di uno. E' un po' un retaggio del nostro passato animale fatto di dominanza sui più deboli del branco.
    Sulla rete tu evidenzi un atteggiamento sociale disfunzionale che fa coppia con quella che chiamo "aggressività in rete", accanirsi contro qualcuno usandolo come valvola di sfogo dei propri problemi.
    Questo è uno dei motivi che mi ha fatto prendere una pausa assoluta quest'estate dal mondo della blogosfera.
    A me sinceramente spiace quando persone che conosco da anni, e con cui ho collaborato anche, improvvisamente da un giorno all'altro smettono di commentare o passare a salutarti, nonostante tu continui a frequentare assiduamente il loro blog. Specie se non c'è una motivazione (probabilmente c'è, ma valla a sapere).

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    1. Io ho constatato una cosa.
      Più un post e ben argomentato e meno hai voglia di commentare, perché non ce ne è bisogno o perché non ne hai i mezzi adeguati.
      Alla lunga scrivere solamente " Bel post " non porta argomenti concreti, ma diventa solo un segno del passaggio voluto ( ipotizzo comunque gradito ).
      Il tuo blog credo che rientri in questa categoria.

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    2. Suppongo che con questo intendi fare un complimento ai miei articoli. :)
      Guarda, quello che dici è vero, nel senso che, almeno per quello mi riguarda, spesso quanto ho scritto sul blog non facilitava al commento, e lo riconosco io per primo. Però ti dico che qualcuno, quando è capitato di discutere della cosa in un post di argomento analogo al tuo, si è un po' appellato a questo usandolo come "scusa facile". Anche perché non tutti i miei post sono di quel tipo: ne ho scritti diversi che potevano dare luogo a discussione e confronto.
      Comunque, a parte questo caso, io direi che in realtà le dinamiche sono molto più complesse. Diciamo che alle volte c'è altro in ballo e sostanzialmente si ritorna al discorso che facevi nel tuo post: il desiderio di avere un seguito, ma di non volerlo coltivare, di dire senza dare, di apparire ma non essere.
      Oppure semplicemente si generano conflitti epocali anche solo per delle minchiate o perché ci si fraintende.

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    3. E' molto complesso, infatti.
      Perché bisogna entrare anche nella testa di chi sceglie di non commentare/condividere/seguire qualcuno.
      Il mio discorso è piuttosto aleatorio proprio perché chiunque potrebbe chiudere immediatamente la questione asserendo semplicemente che fa quel che vuole e che non esistono vincoli che leghino un utente a dover rispondere oppure seguire per forza qualcuno.
      Sta tutto nel senso etico di chi legge verso che crea un contenuto o verso che sceglie di seguire un altro.
      Ecco, a me pare che di senso etico nel virtuale ve ne sia poco.

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    4. Ti faccio un esempio. Quest'anno ho smesso di seguire un certo blogger perché i suoi post non mi piacevano più, o meglio non mi piaceva il modo in cui si poneva. Dopo qualche mese ci siamo incrociati su di un altro blog e me l'ha contata (in realtà mi ha proprio preso a insulti).
      Il punto è quello che toccavi tu: non è che iniziando a seguirti stipulo un contratto vincolante, posso smettere quando mi pare e senza dover dare spiegazioni.
      La differenza, credo, sta con quelle persone con cui ritieni di aver stabilito un rapporto di amicizia (magari da anni) che va oltre il semplice commentare.

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    5. Qui mi associo su tutta la linea. :-)

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  11. Non saprei manco da dove iniziare.
    Ah, sì: dai Masters, che citi. He-Man non tradisce mai, quindi meglio la passione per i Masters che per le donne, stronze anche a 11 anni.
    Capisco cosa hai provato all'epoca, proprio perché non era un rifiuto da grandi.
    Stronzo il tizio in sala giochi, ma episodi così sono capitati a tutti. I prepotenti ci sono sempre stati, ogni tanto mi chiedose siano solo viziati o magari altri con loro hanno fatto peggio. Nel secondo caso, spero sia ancora così e sempre peggio XD

    Parlando del web, a me questo mondo piace, ma è vero che il male di fuori è accelerato.
    Però basta non badare a ciò.
    Ho smesso da tempo di commentare blog dove nessuno mi caga, se scrivo qualcosa. Per lo stesso motivo, mai mi sono sognato di tralasciare un vostro commento: non mi pare giusto, perché oltre ad aver letto la mia stronzata quotidiana avete speso pure del tempo per dire la vostra. Mi sembra il MINIMO rispondere.

    Rispondendo a ciò che dite tu e mr. Lazzara, qui sopra, spesso anche i commenti "ciao" hanno più del ciao, perché significano tante cose (un gesto di stima, un saluto al volo, un "ti ho letto comunque, sono passato comunque").

    Moz-

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    1. Però non puoi sempre rispondere con un " Ciao " oppure " Bel Post ", anche perché potresti perfino farlo senza leggere il post a questo punto. :-P
      Scherzi a parte, nel blogging il mio era un discorso relativo a chi sceglie di rispondere alla sua combriccola di amichetti e magari ignorare il tuo commento, e ti assicuro che ce ne stanno ( anche in coloro che ti seguono ;-) ).
      Oppure basta vedere su youtube dove tra centinaia di commenti il creatore sceglie di rispondere solo a quelli più famosi per avere visibilità. :-P
      Tempo fa parlavano di Facebook come peggior Social ed invece io credo che in termini assoluti come degrado morale Instagram è praticamente imbattibile.
      Ed i peggiori ho constatato non sono i/le ragazze/i affamati di selfie e foto di gruppo, ma blogger e creatori di contenuti che ignorano bellamente i propri lettori e i propri seguaci tirandosela di brutto.
      E non parlo certo di bloggers da migliaia di Follower, eh.
      Comunque come dicevo a Marco, il mio è un discorso puramente etico, perché vige sempre la legge della libertà individuale di seguire/non seguire chi vogliamo.

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    2. Mi aggancio a quello che dite entrambi (mi avete citato...)
      A me il semplice ciao, in realtà non dispiace. Cioè, tra non passo mai e almeno vengo a farti un saluto, visto che tu vieni da me ogni settimana, preferisco il secondo.
      Anche perché riconosco la questione "a volte è difficile commentare" ai miei pochi follower.
      Poi sta alla maturità della persona non commentare a vuoto o tipo robot (conosco un blogger che tutti i suoi commenti sono "sicuramente un bel libro" o "davvero un ottimo post" e lì il dubbio ti viene).
      Aggiungo infine che blog, FB, YT, Twitter e Instagram sono mondi diversi, che funzionano su dinamiche diverse, e non si può tanto fare un discorso d'insieme.

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    3. Cerco di fare un discorso generale.
      Per me, sotto questo profilo, il social peggiore è Twitter: molto snob e cattivo, con gente che ti segue e poi ti toglie il follow solo per avere numeri.
      FB è quello più "umano", con tutto ciò che ne segue, ossia che è la cloaca suprema e ogni poveraccio è lì a dire le sue stronzate per cui metterei la condanna a morte XD

      Insta non mi dispiace, io mi ci trovo bene.

      Ora... mi spiace se -specie tra chi mi segue- c'è gente che non ti risponde. Non lo avrei mai detto, sai? Perché soprattutto NON me ne sono mai accorto. E non è da me non notare queste cose... :o
      Cioè io so che passo su certi blog che non rispondono o non rispondono subito, eh!
      Questa cosa mi fa dispiacere un sacco, sarebbe quasi un discorso da affrontare.

      Moz-

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    4. Twitter era così inizialmente adesso il defollow non è più di moda, anche perché molti degli utenti ormai sono praticamente dormienti.
      Io ho praticamente gli stessi numeri da anni nonostante io ormai scriva raramente.
      Su Facebook non discuto poiché la penso esattamente come te, ma c'è da dire che io lo uso solo come generatore di contenuti quindi non ho sentori particolari.
      Instagram è un follow/defollow continuo di spammer soprattutto dell'est tanto che io ne subisco circa 10 al giorno di follow e defollow continui.
      Riguardo il blogging quelli dei commenti sono casi sporadici ed isolati, alcuni persino con delle attenuanti, però ho notato che sono i primi che su Instagram scelgono di ignorarti pur "consigliandoti " di seguirli.
      Sia chiaro ne hanno tutto il diritto, ma non è certamente il massimo dell'etica, lasciamelo dire.

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    5. Allora forse il motivo è che si sentono tutti superstar.
      Mamma mia...

      Moz-

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  12. Capisco tantissimo quello che dici...
    Su internet la genuinità non esiste... O per meglio dire, viene schiacciata da tutto quell'alone di ipocrisia.
    La questione follow-defollow su Instagram mi tocca da vicino. Come hai notato, su Instagram pubblico molto spesso. Lo uso come mezzo per farmi conoscere nel mondo dei giochi da tavolo... Non ti nego che ci sono riuscito. Grazie a istagram alcuni autori di giochi mi hanno contattato per recensire i loro giochi... Inoltre, la Houseofgame mi ha contattato per scrivere post sul loro sito.
    Per questo pubblico tanto, voglio farmi conoscere sul piano ludico.
    Ma c'è un meccanismo che odio: quel del defollare. Ok, ognuno segue e non segue chi gli pare.
    Ma odio quelli:
    - ti riempiono di cuori;
    - ti lasciano diecimila commentini inutili come: "Ah nice pictures";
    - Dieci secondi dopo di defollano.
    Questi credono di essere dei gran furboni.... Perché su Instagram: tutti ti devono seguire, ma tu non devi seguire nessuno.
    Che regola di merda, lasciamelo dire.
    Queste sono cose che mi fanno schifo, sul serio... C'è proprio un'ipocrisia furbastra di fondo che non digerisco.

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    1. Condivido su tutta la linea, ed è infatti a questo che mi riferivo quando parlavo dell'ipocrisia di Instagram. :-)

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  13. E adesso, dopo aver letto il post e tutti i commenti, la mia reazione naturale sarebbe pensare che tutti hanno già detto tutto e che il mio commento non avrebbe niente di nuovo nè di sensato da aggiungere... e quindi non scriverei nulla.
    E’ una battuta, ma è anche la verità, perché spesso leggo cose che mi interessano, ma mi sembra banale aggiungere la mia a una lunga lista di commenti e risposte. In genere preferisco ascoltare anziché parlare, ma nel mondo virtuale dove non ci si parla viso a viso l'unico modo per manifestare la propria presenza e il proprio interesse è dire qualcosa e quindi i miei commenti a volte vogliono solo dire “continuo a leggerti, continui a interessarmi”.
    Ho capito cosa intendi dire: c'è gente che fa collezione di follower, meglio se "famosi" e seguiti, ma chi se ne frega di personaggi del genere? Nella vita reale non li considererei neppure, mentre nel mondo dei social ci si trova ad avere a che fare con chiunque passi di lì e voglia dire la sua.

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    1. Nella vita vera io parlo poco e ascolto molto di più.
      Internet ed i Social ti obbligano ad aprirti ed a partecipare, ma non tutti hanno il senso morale ed etico di farlo nel modo più giusto.
      E' più una giungla, che un luogo civile.

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