Niccolò Ammaniti è uno dei pochi autori italiani che rappresenta l'eccezione alla regola della mia esterofilia.
Perché sì, io devo ammettere di avere enormi pregiudizi nei confronti della letteratura italiana.
Ovviamente non parlo di letteratura tout court ma soltanto dei generi che piacciono a me ossia horror, grottesco, gotico, fantasy e fantascienza.
Ma grazie a Niccolò e pochi altri, sto cercando di superare quello che è una sorta di snobismo che pervade il mio essere.
Se non fosse che praticamente Niccolò è svanito dai miei radar.
Che fine ha fatto quell'autore che tanto ha saputo emozionarmi con i suoi racconti di formazione ambientati nei piccoli centri urbani di una qualsiasi provincia italiana?
È sparito.
Ed un po' a me manca.
Ok, so che si è dato al cinema e che ha sceneggiato e diretto un film, ma non è la stessa cosa.
Un libro è un libro ed io non voglio guardare, voglio leggere.
È vero che i suoi ultimi lavori non mi hanno esaltato più di tanto, ma è sempre stato uno dei pochi autori che di riffa o di raffa, ho sempre comprato a scatola chiusa.
Ricordo ancora il giorno in cui dopo aver visto Io Non Ho Paura al cinema ed aver scoperto esser tratto da un suo libro, sono corso immediatamente in libreria.
È stato come scoprire un nuovo mondo.
Dopo pochi giorni comprare Branchie, Ti Prendo e Ti Porto Via ( il mio preferito ) e la raccolta di racconti Fango è stata conseguenza naturale.
La sua abilità di unire il grottesco alla normalità urbana mi faceva impazzire, ma anche il modo in cui riusciva a tratteggiare i suoi personaggi, soprattutto i ragazzini, me lo rendeva empaticamente vicino oltre che ricordarmi storie a me care come quelle di It e Il Corpo di Stephen King.
Poi qualche anno di buio, finché nel 2006 non giunse il libro Come Dio Comanda, che gli valse persino il Premio Strega.
Nonostante una trama nelle mie corde, questo libro a me non piacque come ai precedenti, un po' troppo freddo ed ermetico per i miei gusti, quantunque personaggi come il piccolo Cristiano Zena, suo padre e Quattro Formaggi, ritengo fossero costruiti benissimo.
Un piccolo campanellino d'allarme che rimbombo' come un clacson con il suo romanzo successivo Che La Festa Cominci.
Romanzo grottesco e divertentissimo, quanto povero di contenuti.
All'epoca fu un romanzo piuttosto spiazzante che si attirò numerose critiche, visto che fu pubblicato subito dopo il romanzo che gli valse il premio Strega e quindi con un enorme carico di aspettative addosso.
Ma Ammaniti è anche questo, ci ha sempre sguazzato nel macabro e nel grottesco ed io apprezzai oltremodo il coraggio di osare con un romanzo simile in un momento in cui aveva tutti gli occhi addosso.
Poi fu la volta di Io e Te, un libretto striminzito di un centinaio di pagine, che nonostante mi sia piaciuto, oggettivamente avrei visto meglio pubblicato in una raccolta.
La storia piuttosto Ammaniti style vede protagonista un ragazzino problematico che dopo aver mentito ai genitori riguardo una sua partecipazione ad una settimana bianca con alcuni compagni di classe, si barrica di nascosto nello scantinato del suo palazzo per tutta la suddetta settimana.
Come compagnia, alcuni romanzi di Stephen King e la visita a sorpresa della sorellastra con problemi di droga.
Un libro piccolo e striminzito, ma che comunque a me ha dato tanto, per quanto riconosco che sembra essere stato fatto uscire tanto per, come se in effetti avesse un po' la vena inaridita e dovesse rispettare delle scadenze.
Poi la raccolta di racconti Il Momento è Delicato, opera piena di vecchi racconti che a me onestamente hanno detto poco o nulla.
È come se dopo aver vinto quel premio nulla sia stato più lo stesso.
Dal 2012 ad oggi, silenzio assoluto.
Ed io sono qui a chiedermi:
" Niccolò Ammaniti, che fine hai fatto? "
" E quando torni a scrivere? ".
Magari lo sta già facendo, chissà.
Io ci spero.
Dopotutto nonostante quella che ai miei occhi appare un po' come una parabola discendente ( per quel che concerne i miei gusti), Ammaniti rimane ugualmente uno dei miei scrittori preferiti.
Ed allo stesso tempo uno di quelli che non mi stancherei mai di leggere ed a cui darei possibilità infinite.
E dopo quest'ultima sviolinata, possiamo far calare il sipario. :-p
Perché sì, io devo ammettere di avere enormi pregiudizi nei confronti della letteratura italiana.
Ovviamente non parlo di letteratura tout court ma soltanto dei generi che piacciono a me ossia horror, grottesco, gotico, fantasy e fantascienza.
Ma grazie a Niccolò e pochi altri, sto cercando di superare quello che è una sorta di snobismo che pervade il mio essere.
Se non fosse che praticamente Niccolò è svanito dai miei radar.
Che fine ha fatto quell'autore che tanto ha saputo emozionarmi con i suoi racconti di formazione ambientati nei piccoli centri urbani di una qualsiasi provincia italiana?
È sparito.
Ed un po' a me manca.
Ok, so che si è dato al cinema e che ha sceneggiato e diretto un film, ma non è la stessa cosa.
Un libro è un libro ed io non voglio guardare, voglio leggere.
È vero che i suoi ultimi lavori non mi hanno esaltato più di tanto, ma è sempre stato uno dei pochi autori che di riffa o di raffa, ho sempre comprato a scatola chiusa.
Ricordo ancora il giorno in cui dopo aver visto Io Non Ho Paura al cinema ed aver scoperto esser tratto da un suo libro, sono corso immediatamente in libreria.
È stato come scoprire un nuovo mondo.
Dopo pochi giorni comprare Branchie, Ti Prendo e Ti Porto Via ( il mio preferito ) e la raccolta di racconti Fango è stata conseguenza naturale.
La sua abilità di unire il grottesco alla normalità urbana mi faceva impazzire, ma anche il modo in cui riusciva a tratteggiare i suoi personaggi, soprattutto i ragazzini, me lo rendeva empaticamente vicino oltre che ricordarmi storie a me care come quelle di It e Il Corpo di Stephen King.
Poi qualche anno di buio, finché nel 2006 non giunse il libro Come Dio Comanda, che gli valse persino il Premio Strega.
Nonostante una trama nelle mie corde, questo libro a me non piacque come ai precedenti, un po' troppo freddo ed ermetico per i miei gusti, quantunque personaggi come il piccolo Cristiano Zena, suo padre e Quattro Formaggi, ritengo fossero costruiti benissimo.
Un piccolo campanellino d'allarme che rimbombo' come un clacson con il suo romanzo successivo Che La Festa Cominci.
Romanzo grottesco e divertentissimo, quanto povero di contenuti.
All'epoca fu un romanzo piuttosto spiazzante che si attirò numerose critiche, visto che fu pubblicato subito dopo il romanzo che gli valse il premio Strega e quindi con un enorme carico di aspettative addosso.
Ma Ammaniti è anche questo, ci ha sempre sguazzato nel macabro e nel grottesco ed io apprezzai oltremodo il coraggio di osare con un romanzo simile in un momento in cui aveva tutti gli occhi addosso.
Poi fu la volta di Io e Te, un libretto striminzito di un centinaio di pagine, che nonostante mi sia piaciuto, oggettivamente avrei visto meglio pubblicato in una raccolta.
La storia piuttosto Ammaniti style vede protagonista un ragazzino problematico che dopo aver mentito ai genitori riguardo una sua partecipazione ad una settimana bianca con alcuni compagni di classe, si barrica di nascosto nello scantinato del suo palazzo per tutta la suddetta settimana.
Come compagnia, alcuni romanzi di Stephen King e la visita a sorpresa della sorellastra con problemi di droga.
Un libro piccolo e striminzito, ma che comunque a me ha dato tanto, per quanto riconosco che sembra essere stato fatto uscire tanto per, come se in effetti avesse un po' la vena inaridita e dovesse rispettare delle scadenze.
Poi la raccolta di racconti Il Momento è Delicato, opera piena di vecchi racconti che a me onestamente hanno detto poco o nulla.
È come se dopo aver vinto quel premio nulla sia stato più lo stesso.
Dal 2012 ad oggi, silenzio assoluto.
Ed io sono qui a chiedermi:
" Niccolò Ammaniti, che fine hai fatto? "
" E quando torni a scrivere? ".
Magari lo sta già facendo, chissà.
Io ci spero.
Dopotutto nonostante quella che ai miei occhi appare un po' come una parabola discendente ( per quel che concerne i miei gusti), Ammaniti rimane ugualmente uno dei miei scrittori preferiti.
Ed allo stesso tempo uno di quelli che non mi stancherei mai di leggere ed a cui darei possibilità infinite.
E dopo quest'ultima sviolinata, possiamo far calare il sipario. :-p
Io mi sono fermato a Come Dio comanda e fin l' concordo con la tua analisi, ti prendo e ti porto via è anche il mio preferito insieme a L'ultimo capodanno dell'umanità contenuto in Fango. Ottimo anche Io non ho paura, in casa ho anche Che la festa cominci ma devo ancora leggerlo.
RispondiEliminaL'ultimo capodanno dell'umanità è bellissimo, ma a dirla tutta, tutti i racconti di fango sono belli.
EliminaChe La Festa Cominci è divertente, ma non è nulla di che.
Leggilo proprio quando non hai nulla da fare.
Capisco quello che dici...
RispondiEliminaIo invece devo recuperare il 99% della sua bibliografia
A sto punto il tuo 1% mi incuriosisce. :-p
EliminaTranquillo Bod, a settembre dovrebbe uscire per Einaudi il nuovo romanzo di Niccolo Ammaniti "Anna" distropico che vedrà le avventure di un ragazzo e sua sorella in una Sicilia annientata da un virus misterioso....
RispondiEliminaDavvero?
EliminaIo visito spesso il suo sito internet, eppure non avevo mai letto nulla di questa storia.
Non vedo l'ora!
Grazie della visita.:-)
Si, ho sentito anche io che dovrebbe uscire un nuovo libro di Ammaniti entro quest'anno.
RispondiEliminaP.s
Il mio preferito al momento rimane "Io non ho Paura".
Quella del nuovo romanzo di Ammaniti è la migliore notizia della giornata. :-)
EliminaNon saprei proprio dirti caro Pirkaf , dove si nascondi. Ho ascoltato due anni fa una sua interessante e appunto grottesca intervista a Barolo..poi il silenzio.. Aspettiamo con speranza!
RispondiEliminaBacio!
A quanto pare sta per tornare.
EliminaQuesto post mi si è rivelato foriero di buone nuove.
Un saluto anche a te. :-)
Ho letto soltanto Io non ho paura: bello, sì. Ma non ho mai avuto ulteriore curiosità per Ammaniti, qualcosa non mi ha convinto fino in fondo, credo..
RispondiEliminaMi è, però, venuta la malsana idea di tentare con i racconti di Fango: colpa tua! XD
Fango è una gran bella raccolta composta da 6 racconti tutti ben fatti.
EliminaDue,tre sono da sballo ( L'ultimo Capodanno Dell'umanità e Fango).
Costa anche poco, quindi lo straconsiglio.:-)
Onestamente non l'ho mai seguito, quindi non potevo sapere fosse 'sparito'! Ma certe volte queste cose capitano anche alle band musicali, che magari per qualche anno stanno in silenzio e poi tornano tuonanti con qualcosa di nuovo, la speranza è sempre la stessa alla base: Speriamo non siano cambiati ma che si siano migliorati! Quindi speriamo che questo nuovo prodotto di Ammaniti soddisfi la tua forzata astinenza! ^_^
RispondiEliminaGià, il suo ritorno è stato un fulmine a ciel sereno, però in questo caso vissuto in maniera positiva.
EliminaTipo una pioggia purificatrice. :-)
Ho letto solo Io non ho paura, l'ho trovato interessante, ma non eccezionale, però certo ci sono delle cose che mi piacciono, per esempio il suo modo di parlare dal punto di vista di un bambino, la sensibilità intendo. Anche se avrei preferito uno stile narrativo con una scrittura diversa, lo avrei immaginato più con le parole di un bambino e non solo con quella sensibilità.
RispondiEliminaDegli autori italiani contemporanei a me è piaciuto molto La vita oscena di Aldo Nove, te lo consiglio... secondo me ti piacerà.
https://cimettoilcappello.wordpress.com/2015/04/06/aldo-nove-la-vita-oscena/
Ho letto la trama, che sembra una via di mezzo tra Welsh e Ammaniti ed un po' mi intriga.
EliminaVedo se riesco a reperirlo in e-book, grazie per la segnalazione. :-)
Sì, hai colto nel segno secondo me.
EliminaCredo di aver letto solo Io non ho paura e mi piacque abbastanza.
RispondiEliminaProbabilmente dovrei approfondire la sua conoscenza, anche perché ultimamente ero alla ricerca di qualche autore italiano da recuperare!
Se ti è piaciuto Io Non Ho Paura dovrebbe essere di tuo gusto anche Ti Prendo e Ti Porto Via, che tratta di tematiche simili.
EliminaEd è anche il mio romanzo di Ammaniti preferito. :-)
Non l'ho mai letto Ammaniti, ma ho letto una sua postfazione su un romanzo di Lansdale e lo senti affine
RispondiEliminaDopo aver letto tanto di entrambi, posso dirti che trattano argomenti assimilabili sebbene lo scrittore Texano è molto più abile nello spaziare verso altri generi. :-)
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