Davide, Fabiana e Lucia.
Sono passati 25 anni, ma i nomi li ricordo ancora e mi domando se viceversa essi si ricordano del sottoscritto.
Avevo 10 anni, stavo per fare gli esami di quinta elementare e solevo passare alcuni pomeriggi a casa dei miei cugini nella zona collinare del centro città che oggi ospita le Università e lo scheletro dei suoi dormitori mai terminati.
All'epoca quella zona era un pantano, quasi una palude quantunque una zona ancora selvaggia.
Strada sterrata, ponti di legno, la fiumara dell'Annunziata piena di insetti, vespe,libellule, serpi e rospi e i colpi di fucile dei cacciatori che talvolta rimbombavano nell'aria.
Passavo interi pomeriggi con il binocolo ad osservare le montagne e il viadotto della statale, con la fissazione quasi ossessivo-compulsiva di guardare i Camion indugiando nelle scritte pubblicitarie e non, senza motivo.
Ma in particolare ricordo i pomeriggi di esplorazione passati con loro.
Erano tutti e tre più piccoli di me, ma il fatto che conoscessero così a menadito quei sentieri, quei percorsi, me li faceva sembrare più grandi di me ai miei occhi.
- Ricordo quando aprimmo un furgoncino rosso abbandonato che era invaso dalle api.
La fuga, l'inseguimento, le punture e le lacrime. Le loro, perché io non fui punto, non so perché, forse corsi più veloce di loro o semplicemente ebbi una botta di culo.
- L'escursione alla Sorgente, anche se non ci arrivammo mai.
La vista di un uomo, forse un barbone, con una sacca bianca in spalla, capelli lunghi e barba incolta, ci fece tornare sui nostri passi, naturalmente di corsa.
- Le partite a Monopoli e tanto altro.
- O quando si andava sotto il viadotto a cercare i resti di una macchina che si diceva fosse precipitata qualche anno prima.
Tutte le volte che mi ritrovo a passare da quelle parti sembrerò un sentimentale del cazzo, ma mi ricordo di voi, vi penso e vi ringrazio di quei pomeriggi.
Sono passati 25 anni, ma i nomi li ricordo ancora e mi domando se viceversa essi si ricordano del sottoscritto.
Avevo 10 anni, stavo per fare gli esami di quinta elementare e solevo passare alcuni pomeriggi a casa dei miei cugini nella zona collinare del centro città che oggi ospita le Università e lo scheletro dei suoi dormitori mai terminati.
All'epoca quella zona era un pantano, quasi una palude quantunque una zona ancora selvaggia.
Strada sterrata, ponti di legno, la fiumara dell'Annunziata piena di insetti, vespe,libellule, serpi e rospi e i colpi di fucile dei cacciatori che talvolta rimbombavano nell'aria.
Passavo interi pomeriggi con il binocolo ad osservare le montagne e il viadotto della statale, con la fissazione quasi ossessivo-compulsiva di guardare i Camion indugiando nelle scritte pubblicitarie e non, senza motivo.
Ma in particolare ricordo i pomeriggi di esplorazione passati con loro.
Erano tutti e tre più piccoli di me, ma il fatto che conoscessero così a menadito quei sentieri, quei percorsi, me li faceva sembrare più grandi di me ai miei occhi.
- Ricordo quando aprimmo un furgoncino rosso abbandonato che era invaso dalle api.
La fuga, l'inseguimento, le punture e le lacrime. Le loro, perché io non fui punto, non so perché, forse corsi più veloce di loro o semplicemente ebbi una botta di culo.
- L'escursione alla Sorgente, anche se non ci arrivammo mai.
La vista di un uomo, forse un barbone, con una sacca bianca in spalla, capelli lunghi e barba incolta, ci fece tornare sui nostri passi, naturalmente di corsa.
- Le partite a Monopoli e tanto altro.
- O quando si andava sotto il viadotto a cercare i resti di una macchina che si diceva fosse precipitata qualche anno prima.
Tutte le volte che mi ritrovo a passare da quelle parti sembrerò un sentimentale del cazzo, ma mi ricordo di voi, vi penso e vi ringrazio di quei pomeriggi.
Tanti auguri di buone feste!
RispondiEliminaBUON NATALE PIRKAF
RispondiEliminaGrazie, stavo per passare anch'io da voi, ricambierò lì. ;-)
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