giovedì 16 gennaio 2020

Instagram è affetto da bulimia letteraria

Negli ultimi tempi Instagram mi è venuto un po' a noia.
E questo è un po' un problema perché ormai tutto il traffico divulgativo per quel che concerne la letteratura passa da lì.
E' un social dove la divulgazione letteraria va troppo veloce ed i ritmi di pubblicazione troppo elevati, con conseguente dispiego di attenzione dovuta e di tempo da perderci.
E' una sorta di gara a chi pubblica più libri ed a chi legge di più.
Non che ci sia nulla di male in questo, leggere è bello.
Trattare la letteratura come una fiction, però forse non so se lo è.

Io voglio fare anche altre cose.
Non ne posso più di gente che professa di leggere cento libri al mese o che mi decanta quanto sia impossibile vivere senza leggere un libro!
La gran parte delle persone che conosco non legge un libro da eoni ( purtroppo ), ma fa una vita soddisfacente e meglio della mia o chissà, meglio della vostra.
Io amo i libri, sono una medicina dell'anima, ma non prendiamoci in giro, per favore, si vive tranquillamente senza.

Un libro è un libro, non qualcosa da sfoggiare o leggere di corsa, perché domani dovete pubblicare un'altra foto con un altro libro.

La letteratura è diventata frenesia, quasi una costrizione, solo per prendere like su like.

Io non voglio partecipare a gare, non voglio essere una statistica e non voglio catalogare ciò che mi piace come fosse una classifica.
Non c'è nessun campione d'inverno, non è calcio.
Sapere che si è letto quaranta, novanta, centotrenta libri sotto il piumone, non fa noi dei vincenti o degli eletti.

Voglio fare anche altro e non leggere soltanto libri.
Ecco perché ho rallentato i miei tempi di lettura dedicandogli non più di una mezzora o massimo un' ora al giorno.

Poi apri i social e vedi che sembra che la gente non faccia altro che leggere, sorseggiare tè o caffè, oppure addobbare casa con tovaglie e suppellettili che manco nell'800.
Mai viste tante macchine da scrivere Olivetti come quest'anno.

Che cazzo sta succedendo?

Poi ci lamentiamo se i giornalisti prendono per il culo la categoria!

Io sono cambiato in questi mesi.
Sono diventato un lettore al buio, quasi episodico.
L'acquisto o la lettura di un libro è diventato qualcosa da cercare e trovare in maniera randomica.
Non so quasi mai ciò che troverò e comprerò nella bancarella di turno, e forse è meglio così.

Rifuggo dalla lettura per moda, e non voglio regalare soldi agli editori per opere in prima stampa da pagare a prezzo pieno che non so se apprezzerei.

Cerco perle nel lercio e nell'ammuffito.
Leggo in una vecchia poltrona, senza vestaglia e ciabatte, senza tazze o bicchieri, e senza le vettovaglie del corredo della nonna o della zia.
I miei libri sono spesso vecchi e sporchi, non propriamente instagrammabili.
Mi sento vecchio, sorpassato.
Ditemelo tutti in coro: " Ok, Boomer."


P.s: non è un articolo contro le bookblogger o bookstagrammer di turno, che hanno pieno diritto e libertà all'esistenza, ma contro la bolla che si è venuta a creare fatta di persone diverse, ma di contenuti che sembrano fatti con lo stampino.


34 commenti:

  1. Ho sorriso pensandoti (diciamo la figura che associo alla tua persona, non avendoti mai visto in foto) in ciabatte e vestaglia di seta, mentre sorseggi thé e leggi un libro :D. No Pirk, la realtà è la tua, anche quella di libri usati e con la copertina "sgualcita"... Ci sono tanti hipster con un vintage finto...
    Giusto questo tuo "grido di dolore", ma su Instagram va tutto pesato con il bilancino...Nessuno di noi pubblicherebbe una foto di sè appena alzati dal letto..le ragazze che pubblicano foto struccate sono rarissime.
    Non c'è più contrasto tra la rapporto umano e rapporto virtuale, ma tra vita reale e vita virtuale: quest'ultima è la vita che appare attraverso i social.
    In questa vita non si è mai spettinati e struccati :D.
    Nella vita vera, invece, si legge anche sulla tazza del water.

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    1. Credimi, non so se sarei un bel vedere. :-P

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    2. Ma quale tè, Riky! Per leggere un buon libro serve il brandy, cioccolato fondente e poi un buon sigaro (va bene anche una pipa)! Ma tu che ne sai, astemio e non fumatore del cazzo! 😄😘

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  2. Non ti ho mai letto prima di adesso e sono capitata nel tuo blog per caso, per cui sono rimasta molto meravigliata nel leggere che anche tu compri libri attraverso canali non tradizionali - per così dire. Io da tempo ho sviluppato una passione per vecchi tomi abbandonati e rivenduti per beneficenza o per quelli che scopro attraverso il book-crossing, oppure frugo tra gli scaffali più nascosti della locale biblioteca. Ho notato anch'io questa moda di sfoggiare libri su Instagram, temo che sia una moda come un'altra e che molti millantino la lettura per cavalcare l'onda.

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    1. Che ci sia una sorta di autocompiacimento nel mondo della divulgazione, è per me un fatto assodato, però in molti bookblogger e bookstagrammer la passione per la lettura è altrettanto evidente.
      Solo che molto è votato all'estetica.

      Sui libri preferisco comprare ai mercatini, però a volte mi capita anche di trovare buoni affari, grazie a scontistiche vari via ebook, specie per quei libri, che conosco poco e che non comprerei mai a scatola chiusa.
      Gli ultimi due libri di cui ho parlato qui sul blog sono due uscite recenti che ho letto perché uno me lo hanno prestato e l'altro me lo hanno regalato per via di un buono.
      In genere tendo a comprare solo roba vecchia scovata in bancarelle e mercatini.
      Grazie della visita. :-)

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  3. Ecco, per esempio io non leggo libri da un po', ma vedo un sacco di film e serie, ed alcuni documentari, dovrei essere quindi meno acculturato? Non credo.

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    1. Assolutamente, mon ami.
      La cultura non è solo fatta di carta. :-)

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  4. Poi apri i social e vedi che sembra che la gente non faccia altro che leggere, sorseggiare tè o caffè, oppure addobbare casa con tovaglie e suppellettili che manco nell'800.
    Mai viste tante macchine da scrivere Olivetti come quest'anno.

    Me lo chiedo anche io che cazzo sia successo, in effetti.

    Più che altro, da ligure ragiono in termini meramente pragmatici, che si estendono anche ai film (non hai idea di quanta gente ho su Facebook che pare non faccia altro che guardare film da mane a sera, per non parlare del bingewatching).

    Se hai un lavoro di 8 ore (non voglio nemmeno pensare a quelli che hanno anche famiglia), non puoi avere matematicamente tempo di leggere un libro ogni due giorni/guardare un film o due. Non puoi. Se lo fai, è perché ti interessa il numero, la foto, il post, non il fatto di capire o vedere ciò che stai leggendo/vedendo. Perché posso mettermi anche io a leggere o guardare serie e film dalle 22 alle 3 ma che cazzo mi rimane in testa?

    Se non hai un lavoro, hai un sacco di tempo libero, ma come minchia fai ad addobbarti casa in questo modo e ad avere sempre l'ultimo strafichissimo modello di cellulare per immortalarti? Ti pagano, beato/a te, e non in visibilità come fanno con me? Ti spediscono libri e DVD o bluray? Ribadisco: beato te.

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    1. Infatti.
      Diciamo che in un certo senso Instagram per quel che concerne la letteratura mostra un mondo idealizzato simile più ad una pubblicità, che quello dell'attività di lettura.
      Chissà perché nessuno fa post sul cinema con il caffè e il DVD di un film.
      Perché il secondo viene considerato di massa e quindi è meno elitario e meno "figo" di un libro come componente d'arredo, mi sa.

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  5. Sembra che sono passato per ricambio ma giuro che ho 'sta pagina aperta da stamattina! 😝

    Per gli argomenti che tratto io, per fortuna Instagram è utile come l'acqua marina nel deserto.
    Comunque comprendo e condivido totalmente il tuo pensiero! Lascia perdere il social (se non per le tue bellissime foto) e dedicati solo al blog, dove anche se ci sono pecoroni come me che non leggono libri da una vita, almeno ti seguono con attenzione!


    p.s. recentemente, su Twitter, una cretina mi ha risposto con "ok, boomer!"... se l'avessi avuta davanti l'avrei presa a schiaffi! 'sti giovani cretini mi fanno passare la voglia di avere figli!

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    1. La divulgazione letteraria è quasi tutta su Instagram e se vuoi conoscere le novità devi per forza immergerti in quel mondo, che comunque ha anche i suoi lati positivi.
      Fatto anche di persone competenti, che non sfuggono all'etichetta di mostrare il libro come se fosse un componente d'arredo o come un oggetto con cui prendersi il caffè o il tè insieme, ma che comunque è capace notevolmente di divulgare anche a voce.
      Insomma dietro la patina pubblicitaria e molto "finta" di una foto, molto spesso si nasconde una bella persona, molto capace.

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    2. Lasciar perdere nel senso di non farti troppi problemi o cercare qualcuno veramente interessato alla tua opinione. Poi per seguire appassionati di libri competenti o, ripeto, per le tue foto, continua ad usarlo 😉

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  6. Che su Instagram venga pubblicizzata la lettura è solo un bene, il problema è che in pochi sono interessati davvero alla cosa.
    Che tu legga un libro o meno, che la tua recensione sia interessante oppure no, su Instagram la foto più bella prende più like, la descrizione in molti nemmeno la leggono.
    Sono convinto che in molti, non tutti ovviamente perché ne seguo qualcuno, non abbiano bisogno di molto tempo per leggere ma solo di un po’ di tempo per preparare una bella foto.

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    1. In molti casi penso sia come dici tu, bisogna avere la fortuna di trovare le persone giuste e competenti ed avere la fantasia di seguirne le stories...cosa che faccio ma che mi annoia dopo un po'.

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  7. No, altro che ok boomer.
    Hai pienamente ragione.
    Innanzitutto, da sempre (da prima di Insta) non ho MAI capito la gara alla lettura. Le liste, il dover per forza leggere tot libri.
    Ma così diventa un obbligo: io voglio piena libertà, nei miei piaceri.

    Assurdo pensare che, in una terra come l'Italia dove la gente non legge manco il tempo di cottura dei maccheroni, su Instagram ci sia questa bolla che citi.
    Ma davvero siamo finiti a far foto di libri per prendere like?
    Erano meglio le foto dei culi, c'era più vera cul...tura.

    Moz-

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    1. Quella dei libri come arredi d'arte è una bella idea quanto...falsa e artificiosa.
      Propongono un modello di lettura inesistente in cui non è premiata la recensione del libro, ma la foto.
      Un libro è un libro anche quando lo sfondo è il cesso, secondo me.
      Infatti apprezzo moltissimo i divulgatori quando ne parlano nelle stories, ma sta diventando difficile orientarsi e bisogna perderci troppo tempo.
      C'è troppo di tutto.
      La gente posta tutti i giorni per paura di perdere follower promuovendo quindi un modus operandi dopato, almeno secondo me.
      Già il fatto che ci si debba scusare perché si è saltato un giorno di divulgazione è qualcosa che nella mia mente è inconcepibile.
      Ma ognuno è libero di avere la propria vita virtuale...così come io rivendico la mia libertà di poterla giudicare.

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    2. Terribile questa cosa dello scusarsi se si è saltati un giorno.
      Cioè, l'estremizzazione del calendario editoriale.

      Moz-

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  8. Questo è uno dei motivi per cui da lettore non mi sono mai voluto iscrivere su Instagram.

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    1. Ci sono degli aspetti positivi anche nella divulgazione via social ( primo tra tutti quello delle novità editoriali ), ma non posso dirti che tu faccia male.
      Anzi.

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  9. Ciao carissimo, è sempre un piacere passare dal tuo blog :)
    Ci sono taluni meccanismi che legano i libri ai "social" e ignorarli, a mio parere, fa perdere di vista l'effettiva dimensione del fenomeno.
    I "social", checché ne dicano i sostenitori o coloro che "sì, ma io lo uso soko per..." (1) sono stati creati per VENDERE. Influencer significa influenzare le persone AD ACQUISTARE PROTOTTI, merce. I libri, sui "social", non sono altro che MERCE.
    Forse non si tiene abbastanza conto del fatto che la stragrande maggioranza dei/delle "bookstagrammer" non acquista i libri che "espone"(=PUBBLICIZZA), ma li ha gratis dalle case editrici. Ed è anche oramai abbastanza assodato che la maggior parte di queste persone non legge che BREVI PARTI (o estratti forniti dalle stesse case editrici) dei libri che pubblicizza. Parlo ovviamente di coloro che, come dite, pare leggano cento libri al mese. Impresa IMPOSSIBILE per chiunque non legga "di mestiere" (e chi legge "per mestiere", vi assicuro, non legge MAI un intero libro/saggio/articolo/quel che volete; MAI!). Dunque, ecco svelato il mistero.
    Merce, soldi, set fotografici professionali.
    Certo, esistono anche, sui "social", persone genuinamente appassionate alla letteratura, o ai libri in generale [io per esempio sono un fortissimo lettore, ma i libri che leggo non sono quasi mai romanzi, ma saggi], ma non credo che stiamo parlando di costoro, giusto?
    Esperienza personale: sono iscritto a instagram da anni e la lettura è la mia principale passione e attività extralavorativa [se diventassi cieco mi suiciderei; e no, non esistono gli "audiolibri" degli argomenti che leggo io...] e non ho MAI trovato su quel "social" informazioni riguardo i libri che mi interessano.
    Seguo alcune piccole case editrici indipendenti (alcune di essere più o meno presente su instagram), ma sono iscritto alle loro newsletter o addirittura ai bollettini CARTACEI [e attenzione, io non ho affatto il feticcio della carta, tutt'altro!] che mi arrivano per posta. Quello, e la rete o gli aggiornamenti delle biblioteche civiche della mia città e i blog che parlano genuinamente di libri (e quelli potabili per me sono pochissimi...) sono le mie fonti di informazioni. Oltre a frequentissimi giri nelle librerie migliori e sulle bancarelle dell'usato.
    Ecco, mi sono sfogato! :D
    Un'ultima cosa: la lettura prevede un'assorbimento delle informazioni diverso e peculiare rispetto ad altri mezzi di comunicazione/informazione. E no, perdonami se puoi, se guardi solo telefilm o se leggi solo fumetti NON sei acculturato come chi legge. Saprai un milione di cose sui telefilm, sarai informatissimo sui telefilm, ma non sarai acculturato come chi si fa un mazzo tanto a leggere. Leggere è sì un piacere, ma è anche faticoso.
    Ciao e scusa ancora per la lunghezza!


    (1) Io uso instagram solo per sentirmi fare complimenti su quanto sono ancora bello nonostante la mia età. In pratica ho un terrore talmente folle di diventare un brutto vecchiaccio che supplico - quasi "obbligo" - i "followers" di farmi i complimenti per la mia faccia. Ci tengo a precisare che non sto scherzando e, anzi, ammettere questo pubblicamente, sebbene "terapeutico" (forse...) non è stato per nulla facile. Ma, dato che critico a sangue i "social", mi sono sentito in dovere di spiegare il motivo per cui anch'io ne uso uno. Facendomi, per questo, abbastanza schifo.)

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    1. Parto dal basso: io soffro dell'effetto contrario, sai? Ho un'enorme paura di mostrare il mio aspetto, ed infatti tendo a farlo raramente, perché non mi piace essere pesato e giudicato in base al mio aspetto, e soprattutto dai miei concittadini, un po' anche per timidezza e perché voglio una mia libertà d'esistenza.
      Voglio essere sconosciuto il più possibile.
      Detto questo: Sai già cosa penso di te e delle tue foto. ;-)

      Riguardo il resto sono d'accordo con te, anche sulla questione della cultura letteraria, ma conosco gente che vive bene anche senza leggere libri.
      Nel mio gruppo di amicizie, sono praticamente l'unico che legge ( a certi livelli almeno ), ma comunque al di là di alcune differenze di vedute e politiche, sono tutte persone intelligenti.
      Semplicemente non tutti sono portati per la cultura letteraria, che io vivo più come un'abitudine ed una cosa che mi piace, che come cultura.

      il mio sfogo su Instagram è più uno sfogo sul modo un po' finto e filtrato di mostrare la letteratura, e non per le bookstagrammer e il loro modus operandi.
      Secondo me, il libro come componente d'arredo è un modo un po' falso di divulgare.
      Non premia il libro, ma lo scatto.
      Ma è una mia idea, chi lo fa, fa bene a farlo. :-)

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    2. Attenzione, non vorrei essere frainteso: non ho mai detto (né pensato) che non si possa vivere bene senza leggere libri!
      Io personalmente non potrei, ma non generalizzo.
      Così come è vero che la cultura non passa solo attraverso i libri. Ma sono altrettanto convinto che guardando solo telefilm o leggendo solo fumetti si avrà senz'altro una gran conoscenza di questi media specifici. Ma pretendere di acculturarsi (e il termine non l'ho usato io per primo) guardando solo serie tv/leggendo fumetti, beh, sorry ma no. Poi, ognun* si racconta quel che vuole, per carità. Io ad esempio non ho una cultura scientifica classicamente intesa. Vivo bene lo stesso, ok. Ma sono un ignorante in materie meramente scientifiche. E non aumenterò la mia cultura scientifica coi telefilm (che peraltro guardo anch'io in gran quantità, intendiamoci).
      E per finire in leggerezza, a me pare di ricordare di aver visto una volta una tua immagine e sei proprio un bell'uomo! :)
      Ciao!

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    3. Tranquillo, ho capito benissimo il tuo punto di vista. :-)

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  10. Ti lascio un applauso, ho capito perfettamente l'intento di questo post e lo condivido.
    Io sono una che pubblica spesso perché spero di promuovere il mio lavoro, purtroppo mi serve(!), ma riconosco che sia anche un modo per utilizzare i social senza 'egocentrismo': non ci sono IO CHE FACCIO COSE, ma Cose fatte da Me, che è diverso... e la differenza starò qui forse? Non fra me e gli altri, ma fra una cosa più sincera e spontanea ad una, come hai ben detto tu, sistematica ed automatizzata.
    Buongiorno Pirkaf!

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    1. Per un lavoro come il tuo, Instagram si presta benissimo, secondo me.
      Buona giornata anche a te!

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  11. Ciao,solitamente leggo e sento,vedo e ascolto in Tv,in radio o in altri mezzi di comunicazione le solite lamentele della poca lettura degli italici di ogni età.Tu sei controcorrente e fai bene perché è noioso leggere o scrivere sempre di fatti triti e ritriti.
    Per la lettura che amo la mia media annuale e di circa dodici libri con una preferenza verso il romanzo.
    Ciao fulvio

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    1. Amo leggere, ma non per piacere agli altri o per esistere virtualmente.
      Io ho smesso di contare i libri che leggo ( anche se in un certo senso in un prossimo post riguardo alcuni dovrò farlo ), ma oggi tendo a non leggere per forza perché altrimenti perdo follower ed altri motivi disparati.
      Leggo solo per piacere e quando mi va.
      Comunque in base ai dati Istat tu vieni considerato un lettore forte.

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  12. Beh, Instagram dà davvero una percezione distorta della realtà, è veramente da prendere con duecento pinze.
    Cmq c'è in effetti chi legge a ritmi molto sostenuti, al di là poi dell'aspetto social.
    Nemmeno a me piace una lettura troppo veloce, ho bisogno di stare sul libro un certo tempo altrimenti non me lo godo.
    Ma ci sono anche quelli che guardano 2-3 film al giorno, ma non filmetti di quelli che ti guardi con un occhio solo perché sono schifezze. Parlo di film di un certo spessore, di grandi registi. Anche lì, fare l'abbuffata secondo me non permette (almeno, non a me) di apprezzare un'opera appieno

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    1. L'ultima tua frase è molto vera, almeno per quel che mi riguarda.
      Quando leggo o guardo molta roba consecutivamente, tendo a dimenticarne in fretta il contenuto, tranne in casi dove vengo colpito moltissimo dall'opera.

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  13. Non sono su instagram e sono allergica ai social per dirla tutta mio caro Pirkaf, quindi è con estremo piacere che leggo questo tuo post condividendo parola per parola. Leggere per moda o altro è semplicemente assurdo.
    Vorrei proprio vederti in un momento delle tue famose letture.
    Un bacio speciale

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    1. Non so se sarei una bella visione, Nella!
      Un abbraccio. :-)

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  14. Buondì Raffaele, leggere anche tutti i commenti ha prolungato di molto la lettura di questo post, ma almeno mi sono fatto un'idea di cose di cui ero all'oscuro.
    Neanche io tengo nota dei libri che leggo, per questo non faccio liste nel blog a fine anno. Dico raramente anche ciò che leggo in un determinato momento. Mi è venuto spontaneo farlo su facebook con il nuovo libro di Calasso, che ho iniziato a leggere ieri, ma sono appunto cose che faccio senza predeterminazione. Potrebbe anche capitarmi di rifarlo, la prossima volta, tra un anno.
    Continuo anche a rimandare la mia iscrizione su Instagram. Forse la farò nel momento in cui deciderò di fare outing completo e rendere pubblica, oltre alla mia attività scrittoria, anche quella pittorica, visto che, a quel che ho capito, Instagram si presta bene per le immagini. E' un outing che sto facendo per gradi, ma prima o poi arriverò sicuramente anche a quel social.

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    1. Instagram si presta benissimo per quel che concerne le immagini pittoriche ed anche per i fumetti e le foto in generale.
      Era nato per divulgare le foto, ma ormai è praticamente solo business.
      Non aspettarti troppo, perché per essere notati in quel social, non basta la bellezza oggettiva di uno scatto, ma avere un profilo aziendale sponsorizzato ed a pagamento, altrimenti non verrai mai premiato dall'algoritmo.
      Ecco, perché penso che sia un social morto artificioso e dopato, ed in un certo senso falso.
      Però allo stesso tempo, è anche un buon modo per divulgare foto, immagini artistiche, e quant'altro.
      Potresti farci un pensierino.

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