martedì 19 febbraio 2019

Gli Incredibili X-Men

Fu durante un fine pomeriggio invernale datato marzo 1992 che mio fratello si presentò a casa con quell'albo che sarebbe divenuto il primo di una lunga serie che durò dieci anni.
Dieci anni d'amore incondizionato, ma che come molte storie d'amore finì per stanchezza, abitudine ed anche per una mia lenta, ma inesorabile disaffezione per i fumetti Marvel.

Nonostante io in questi ultimi anni abbia venduto gran parte delle collane Marvel collezionate in quel decennio, non ho mai preso in considerazione l'idea di vendere la mia collezione di storie degli uomini x, ci sono ancora troppo legato.
All'epoca iniziai la collezione con il numero 20, ma con il tempo sono riuscito a recuperare anche molti altri numeri, quindi di fatto la mia collezione nasce dal numero 20, ma inizia con il numero 8 della serie regolare.
Quest'estate in un periodo in cui ero orfano di libri e di letture, mi sono messo di buona lena a rileggerne molti numeri e mi sono accorto di una cosa: i miei gusti nel frattempo sono cambiati, ma non è cambiato l'amore che nutro per molti numeri di quella collana.
E' cambiata però la mia visione per ciò che concerne buona parte delle storie del (primo) dopo Claremont ovvero quel periodo che va dal numero 51 della collana fino al mio abbandono che avvenne con il numero 131 della serie, che nel frattempo aveva cambiato numerazione ripartendo dal numero 1 in concomitanza con il ritorno dello stesso Claremont ai testi.
Chris Claremont fu colui che mi ha fatto amare la serie, ma anche colui che contribuì a farmela abbandonare.
Il suo ritorno sulle scene lo trovai statico e piuttosto scialbo ed all'alba di una ventura nuova maxisaga, mollai definitivamente gli ormeggi.

Ecco, io adesso da adulto, le storie di Lee/Portacio/Lobdell/Fabian Nicieza/Joe Kelly/Seagle/Davis faccio fatico a leggerle e disegni a parte le trovo abbastanza anonime.
Siamo distanti eoni dai primi cicli degli X-Men.
Troppe maxisaghe, troppi costumi e muscoli ipertrofici, troppa soap opera e molti dei personaggi vivevano più per i loro trascorsi di coppia che come persone individuali.
Non che non ci siano state delle belle storie ( Lobdell era un bravissimo cesellatore nel delineare alcuni dei membri del gruppo ), ma secondo me c'era molta sboronaggine, troppe love story e molte delle storie partivano con il botto, ma poi si rivelavano una miccetta.
Specie le maxisaghe.

Può sembrare strano tutto questo, perché in un certo senso in quelle storie c'era tutto ciò che doveva piacere ad un ventenne di quel periodo.
La mia idea è che io mi sia stancato di molte di quelle storie perché cominciavo a crescere e forse intuivo che in quel periodo, invece, i miei amati uomini x stessero facendo il percorso inverso, cosa per altro comprensibile, visto che i fruitori principali dovevano essere gli adolescenti.

C'è uno stacco netto tra i temi dei primi 50 numeri e quelli successivi.
Le storie del primo Claremont erano molto più verbose ed adulte, ma c'è da dire che lui è praticamente il padre putativo della testata e che ha avuto molto più tempo di molti altri autori per carburare visto che ne ha scritto le storie per più di un decennio.

Stranamente quelle storie sono oggi quelle che sono più criticate dai lettori odierni delle serie mutanti.
A me sembra inconcepibile, ma non posso entrare nella testa e nel cervello dei giovani di oggi, che avranno stimoli e gusti molto diversi dai miei, com'è ovvio.

Eppure io impazzivo per storie come i due Vitamorte e Lupo Ferito firmate dal duo Claremont/ Barry Windsor-Smith, l'epopea romantica ed ineluttabile de La Caduta Dei Mutanti, tutto il ciclo che ha portato ad Inferno ed alla successiva Dissoluzione & Rinascita.
Ho detto impazzivo?
Impazzisco tuttora per quelle storie.
Ho idea che non me ne separerò mai, almeno per quel che concerne i primi 50 numeri.
E qui lo dico e qui lo nego, che per me, alcune storie di quei numeri, sono più belle persino del tanto acclamato ciclo del duo Claremont/Byrne, ma forse perché quelle storie le ho vissute mentre le seconde le ho lette successivamente.

Alla Prossima!






24 commenti:

  1. Claremont per me è gli X-Men. Punto. Purtroppo il suo secondo avvento non è stato all'altezza della lunghissima gestione precedente. Io ho iniziato con Claremont/Byrne e per me li sta il top.

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    1. Io le storie di Claremont/Byrne le lessi grazie alla collana classic e li apprezzai tantissimo.
      Ricordo che lessi sia La Saga Del Club Infernale che quella di Proteus, ma ho l'onta di non aver mai letto la saga di Fenice Nera, che conto prima o poi di recuperare.

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  2. Eh già, sai cosa penso? Che questo tuo giudizio deriva proprio dal tuo vissuto.
    Non posso darti un parere su queste pubblicazioni (o su questa storia editoriale, per meglio dire), perché gli X-Men li sto riscoprendo adesso, avendo letto davvero poco in passato.

    Però dalle tue parole capisco che è come per me con Spidey...

    Moz-

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    1. Sicuramente è così.
      Per curiosità il primo ciclo che stai leggendo ( immagino quello Claremont/Cockrum ), ti sta garbando?

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    2. Non lo avevo mai letto per intero, e devo dire che alcune scelte sono state tra lo scellerato e il coraggioso: cambiare tutti tranne Ciclope, far morire tizio e far andare via caio, e far tornare qualcun altro... nel giro di pochissime storie.
      Insomma, molto dinamico^^

      Moz-

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    3. Ora sono arrivato all'arrivo di Fenice.
      Per ora è molto figo, le atmosfere 70's si avvertono un sacco, ecco perché vorrei poter rileggere degli Spiderman di eguale annata^^

      Moz-

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    4. Pensa che a me molte di quelle storie mi mancano, invece.
      Specie quelle inerenti La Fenice Nera.

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  3. Io invece cominciai a leggere gli X-Men proprio durante la gestione Claremont-Byrne,secondo me entrambi gli autori dopo non sono più riusciti a fare di meglio.

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    1. Claremont, secondo me, ha mantenuto le aspettative anche successivamente ( le storie con Jim Lee ai disegni erano stupende, ma adoravo anche quelle in coppia con Silvestri).
      Byrne a me piaceva anche su She-Hulk, ma oggettivamente la gestione Claremont/Byrne è una pietra miliare del fumetto supereroistico.

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  4. Le maxisaghe hanno rotto le x-balle, eppure mi hai tirato fuori uno dei miei periodi preferiti degli Uomini-Pareggio, pensa che il mio primo albo Marvel di sempre, era proprio uno degli X-Men, è nato così l’amore per la Casa delle idee. Cheers!

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    1. Che albo era?
      Adesso mi hai messo la curiosità.
      Il mio primo albo , invece, fu l'uomo Ragno 83.

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  5. Non mi intendo di X-Men, ma capisco quello che vuoi dire.
    Secondo me non è questione di distanza tra lettori giovani e anziani; quanto di distanza tra lettori "vecchio stile" e "nuovo stile".
    Questo vale per X-Men, ma paradossalmente anche per Topolino.
    I fumetti si evolvono seguendo i gusti della massa e vengono scritte storie seguendo dei criteri nei quali magari non ti riconosci più (e neppure io).
    Non credo sia questione di vissuto.
    Anche se questo ragionamento non vuole dire che "si stava meglio prima", sia chiaro.

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    1. E' sicuramente come dici tu.
      Diciamo che gli albi di cui ti innamori, sono quelli che ti porti dietro tutta la vita.
      L'amore è l'amore.
      Poi con il tempo ogni cosa si evolve, vale per i fumetti, come per i libri, i videogiochi, la musica e tutto il resto.
      Noi invecchiamo, ma questi prodotti non possono permettersi di farlo.
      Devono rinnovarsi sempre.

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  6. Condivido il tuo giudizio. Io ho cominciato con il ciclo Claremont/Byrne ma sono più legato ad alcuni dei successivi, tra i quali quelli con i due Smith (Paul e Barry) e quello con Alan Davis. Purtroppo una volta andatosene Claremont la qualità delle storie è caduta a precipizio. Per non parlare dei disegni, con tutti quei muscoli gonfiati. E' stato allora che ho abbandonato definitivamente la Marvel, che continuavo a seguire solo attraverso l'X-Universe.

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  7. Io da ragazzo lo stacco netto non lo notai molto anche perché ero molto affezionato ai personaggi, ma leggendoli adesso, c'è una differenza di qualità davvero notevole.
    Diciamo che solo crescendo cominciai a percepire, anche se molto lentamente, che le storie non mi piacevano più come prima.

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  8. Il primo amore...
    Sono secoli che non rileggo i miei primi Superman, mi chiedo come sarebbe il mio approccio da grande. Il fatto è che quelle storie le ho lette talmente tante volte che le ricordo a memoria, quindi non ne sento il bisogno.
    Riguardo la parte romantica, mi hai fatto quasi venire voglia di recuperare quelle storie, se non fosse che gli X-Men mi stanno sulle palle 😝
    Comunque la soap opera è ciò che continua a farmi seguire i comics dopo oltre un quarto di secolo. Come la vecchietta che non perde una puntata della sua telenovela preferita 😍

    p.s. non ho letto questi fumetti ma i ragazzi di oggi non capiscono un cazzo a prescindere 😁

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    1. Io all'epoca lessi Superman all'epoca della sua presunta morte, credo di averne ancora una cinquantina di numeri da qualche parte in libreria, anche se poi la mollai.
      La Soap Opera è normale che ci sia nei fumetti, ma non deve essere funzionale solo ai rapporti di coppia, secondo me.
      Ecco, negli anni '90 alcuni dei personaggi degli X-Men venivano sceneggiati praticamente solo in quest'ottica, e per me è una cosa limitante, specie per ciò che concerne personaggi che con un altro scrittore avevano delle personalità molto più suggestive e tridimensionali.

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    2. Ah ecco, ora ho capito perfettamente cosa intendessi e hai ragione, è molto limitante!
      Negli anni 90 Superman è stato lasciato da Lois e poi si sono sposati, mentre Lex si è sposato e ha avuto una figlia e Lucy, la sorella di Lois, si lasciava con Jimmy per poi mettersi con Ron, il giornalista di colore, tutto questo però faceva da sfondo, non si usavano determinati personaggi solo per le vicende da telenovela sudamericana 😝

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  9. Il merito dei film sui supereroi è stato di aver molto semplificato le storie e le maxisaghe derivate. I film sugli X-Men però non li ho mai visti, perché non mi facevano particolarmente impazzire (guardavo la serie animata, ma dei fumetti ne ho letti pochi), forse perché anche prima degli studi universitari mi mal solleticavano la sensibilità scientifica.
    In questi giorni sto leggendo le prime avventure dei Fantastici 4 e pur essendo divertenti, sono di un'ingenuità e una faciloneria a dir poco disarmante, quasi offensiva con l'occhio del lettore adulto.

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    1. L'accoppiata Stan Lee/Jack Kirby era da urlo su Fantastic Four, secondo me.
      Sulla semplicità delle storie direi che è una cosa normale essendo nate negli anni '60.
      Serie quella dei FQ che comunque non ho mai particolarmente amato, tranne che in alcune run.
      Diciamo che grazie al cinema ed a serie come The Big Bang Theory è tutta la Marvel, la DC, ed il fumetto in generale ad essere stata sdoganato ed essere diventato alla portata anche di chi non sapesse nemmeno come fosse strutturato un Comics americano.
      Il primo film degli X-Men non era niente male, anzi rispetto a molti film della Marvel aveva anche dei toni piuttosti seriosi.

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  10. Io avevo cominciato alle medie, prima con numeri singoli di Wolverine (fortunatissima a beccare il ciclo Hama/Texeira, splendido) e poi, a causa della maxisaga Execuzione, ho cominciato a leggere tutto.
    Concordo, leggendoli ora mi stupisco di come abbia potuto appassionarmi per decenni a storie che alla fine, salvo alcuni gioiellini in buona parte scritti da Lobdell, lasciano davvero il tempo che trovano.
    Poi con tutte queste morti, resurrezioni, ritorni, reboot, cambiamenti, ecc hanno cominciato a sfiorare il ridicolo XD

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    1. Il ciclo Hama/Texeira erano poesia ed onirismo puro.
      I disegni pittorici di Texeira erano adorabili.
      Execuzione era orribile, giuro che al giorno d'oggi, la maggior parte delle maxisaghe non le rileggerei nemmeno sotto tortura, quantunque L'era Di Apocalisse, grazie principalmente a Scott Lobdell era di gran lunga la più affascinante.

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