martedì 18 ottobre 2016

Di come ho smesso di essere un lettore (casalingo).

Qualche giorno fa mi trovavo davanti alla vetrina di una nota catena libraria ed ho visto in vetrina l'ultimo libro di Stephen King.
Fine Turno è il terzo ed ultimo volume della trilogia Hard Boiled formata dai precedenti Mr. Mercedes e Chi Perde Paga.
Romanzi forse non imprescindibili per quel che concerne il plot narrativo, ma comunque irrinunciabili per un lettore del Re come il sottoscritto.
Fatto sta che per la prima volta, davanti a quella vetrina, mi sono fatto sfuggire il pensiero che forse sarebbe stato un acquisto superfluo.
Ho dato ascolto alla mia coscienza, mi sono rimesso le mani in tasca, ed ho tirato dritto.
Ora, posso raccontarmela quanto voglio che al momento è molto più importante avere i soldi per mettere un piatto di pasta in tavola che spenderli per un libro, ma poi mi rispondo che non faccio la stessa osservazione per ciò che concerne il cellulare o internet, e quindi stendendomi sul divanetto del mio psicologo preferito, cioè io, ne è venuta fuori una roba assurda ma veritiera, ovvero che non sono più un lettore casalingo e che fatico ed ho poca voglia al momento di riprendere quest'abitudine.
Per parlarne in maniera più precisa e pertinente però, mi tocca tornare indietro nel tempo.

Forse la lettura non era al primo posto tra i miei piaceri della vita da infante, ma ne era una componente fondamentale.
Alle elementari ero un patito di fumetti come Topolino e Paperino Mese, Corriere dei Piccoli, i fumetti in cartonato di David Gnomo, ma soprattutto dell'enciclopedia per ragazzi I Quindici, che letteralmente veneravo.
Ero a tutti gli effetti un lettore casalingo che crescendo ampliava le sue letture attraverso i romanzi che collezionava mio sorella e verso i manga ed i fumetti Marvel.
I libri di Stephen King c'erano già, ma erano sporadici ed in prestito, non era scattata ancora la scintilla verso la letteratura.
Nell'anno del millenium bug smisi dl leggere fumetti ed abbandonai quasi completamente la lettura, salvo per il trimestrale di Smemoranda che mi arrivava per posta ogni tre mesi, e poco altro.
Era un periodo in cui i miei interessi erano altri ed ero un fancazzista scavezzacollo che usciva senza un soldo in tasca e con il portafoglio vuoto eccetto la carta d'identità.
Gli spicci che mi trovavo in tasca, quando li avevo, li spendevo per una Tennent's e poco altro.
Vivevo fino in fondo la mia libertà, insomma.
Nel 2003 un lutto in famiglia cambia le mie priorità e la mia esistenza, e mi ritrovo a passare più di 8 ore rinchiuso dentro un'attività commerciale.
Come far passare il tempo in quel luogo angusto tra un cliente e l'altro?
Inizialmente con l'aiuto del walkman e della radio, qualche cruciverba o qualche rivista di videogiochi di mio fratello.
Finché una domenica nell'edicola dove bazzicavo di solito con i miei amici, mi ritrovo davanti il primo volume della Torre Nera di Stephen King, che in quel periodo venne ristampata perché il buon King, dopo essere uscito ancora vivo da un incontro ravvicinato con un Minivan, decise di metterci mano e portare a compimento la saga.
Quel romanzo mi aprì un mondo, quello dei libri.
Comprai in sequenza tutti i volumi della saga pubblicati fino a quel momento, ed ero così preso che mi feci persino un tatuaggio dedicato alla Torre.
Ma cosa fare nel frattempo che uscissero gli ultimi volumi?
Cominciai a comprare libri in maniera compulsiva e a leggerli nell'intervallo tra un cliente e l'altro.
Da King, ad E.A.Poe.
Da Poe a H.P.Lovecraft.
Da Lovecraft a Clive Barker.
E via di questo passo...
In questi tredici anni passati nell'attività di famiglia, difficilmente mi portavo qualcosa da leggere a casa, e per farlo doveva essere roba grossa, cioè roba che mi prendeva così tanto da fare fatica a staccarmene.

Ecco, incosciamente sono rimasto ancorato a quegli anni, a quei momenti.
Leggere un romanzo a casa, adesso, mi viene difficile, innaturale.
Sono ancora troppo emotivamente legato a quei momenti così sereni e tranquilli nel mio angoletto, con mio padre distante tre metri, e dove mi bastava alzare lo sguardo per vederlo con il suo cappello sempre in testa, per poter leggere un libro in maniera serena in questo momento di sofferenza e cordoglio.
Non che non ci abbia provato.
Sono ancora in grado di spararmi cinquanta, sessanta pagine in un'ora, ma tutte le volte che l'ho fatto la mia mente parte per la tangente e non riesco a concentrarmi sull'opera.
Spero che questo momento passi, perché davvero, fino a pochi mesi fa, pensavo che la passione per la letteratura sarebbe stata mia compagna per tutta la vita, ma a quanto pare non è più così.
Facciamo finta che sia una crisi del tredicesimo anno, và.



26 commenti:

  1. Io invece credo proprio sia una crisi passeggera.
    Devi solo riequilibrare la tua vita, in primis.
    Poi verrà il resto, verranno i nuovi equilibri generali. E allora, quando la crisi passerà, vedrai che tornerai a leggere: che importa dove. Tanto i ricordi e le sensazioni di letture in un dato luogo, con data gente, nessuno può cancellarli ;)
    Un abbraccio!

    Moz-

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    1. Se fossi il tipo, per me sarebbe più semplice farlo seduto nella piazzetta a pochi metri da casa o su una panchina del lungomare, così non avrei la percezione di essere in casa e di aver perso tutto ciò che ho perso, ma purtroppo non sono il tipo. :-P
      Scherzi a parte, un po' per volte sto cercando di rimettermi in carreggiata.
      Grazie dell'interesse Moz. :-)

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    2. Ci riuscirai sicuramente.
      E' questione di riabituarsi a certe sensazioni.
      Oh, male che va, c'è sempre IL TRONO, ossia la tazza del cesso, dove ogni lettura diventa magia^^

      Moz-

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    3. Al cesso sono abbastanza veloce, difficilmente ci passo più di 10 minuti. :-)

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  2. Un po' di anni fa ho passato qualche tempo (anni eh :D) di estrema difficoltà, principalmente per malattie di famigliari (intendo anche parenti) ricorrenti e gravi e talvolta senza soluzione. Ho anche perso la capacità di studiare, io... Non riuscivo a ricordare nulla, nemmeno una stupida data.
    Tu sai quanto amo leggere, il blog ne è la prova. Ho impiegato tanto tempo a riprendere con la lettura, quella fatta per passione. Precisamente mi ha sbloccata un audiobook (Moby Dick), seguìto da Anna Karenina :D

    Bisogna volersi bene e non pretendere troppo da sé, ci vuole pazienza. Noi però siamo qua, per scambiare qualche chiacchiera ;)

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    1. E' esattamente quel che mi sta capitando.
      Credo che per quel che mi riguarda sia per lo più la nostalgia che letteralmente mi divora, ma sto già provando a superarla.
      Cioè, prima o poi dovrò farlo per forza, perché la vita continua e rinunciare alle proprie passioni non è giusto. :-)

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  3. Tranquillo, tu non hai smesso di essere un lettore. Come io non ho smesso di essere un fumatore quei 4 mesi in cui non ho taccato una sola sigaretta. Ci sono cose che sono radicate dentro e non se ne andranno mai. Esattamente come quel tatuaggio.

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    1. ...Che forse tornando indietro non so se rifarei, visto che fu un vero e proprio colpo di testa. :-)
      Grazie anche a te, però nel tuo caso era meglio che smettessi del tutto e non solo per quattro mesi. :-)

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  4. Io in quanto a libri sono rimasto a scuola e ai Topolino pensa un po', comunque ci sono momenti strani ogni tanto, ma poiché ami i libri credo che prima o poi riuscirai a ricominciare ;)

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  5. La penso come Moz... Penso che sia un momento passeggero, dettato dalla pesantezza degli eventi. Anche io ho passato questo momento fino a pochi giorni fa...
    Spero che ti possa passare, come è passata a me :)

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  6. Ci sono tante crisi da superare nella nostra vita caro Pirkaf, alcune leggere altre laceranti, poi arriva l'assestamento..
    Non sei più quello di prima, ma la nostra evoluzione o stasi, vai a pensare come chiamarla va avanti e vedrai che tu riprenderai in modo diverso le abitudini di un tempo e quella saga avrà la sua degna conclusione nella tua lettura.
    Un abbraccio forte della buona notte!

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  7. Non ricordavo questo dettaglio della nostra comune passione per I Quindici. Anch'io da bambino ci passavo sopra delle ore :-)
    Per il resto, forse quel no davanti all'acquisto del libro di King, indica il bisogno inconscio di tentare strade di lettura diverse. Forse.

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    1. A I Quindici sono legatissimo perché quei volumi rappresentano uno degli spaccati più felici della mia infanzia.
      Io,mio fratello e mia sorella li avevamo sempre in mano, tanto che ancora oggi ricordo intere pagine dei volumi.
      Un giorno mi piacerebbe farci un post sopra.
      Ancora credo di averne qualche volume in casa. :-)

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  8. Che bello questo tuo post Pirkaf... mi sono un po' commosso a leggerti e credo di comprenderti molto bene anche perché ho vissuto, molti anni fa, quasi la tua medesima esperienza. Credo che tu stia reagendo benissimo, lo si capisce da ciò che scrivi e da come lo scrivi e credo anche che quando ripendenrai a questi momenti lo farai con una grande dolcezza (lo so, pare strano, ma vedrai...).
    Scusa, sto parlando come un "nonno saggio", cosa che ultimamente mi capita spesso (forse perché sono vecchio come matusalemme? ^____^), ma voglio dirti che mi sento molto in sintonia con te e con ciò che hai scritto in questo post.
    Scusami per l'inconcludenza di queste mia parole...
    un carissimo saluto
    Orli

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    1. Ti ringrazio Orlando, ed altro che inconcludenza, ti sei spiegato benissimo. :-)

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  9. E' solo un periodo, al momento non te la senti di tornare a leggere perché ancora non hai ritrovato i tuoi equilibri , ci vuole solo del tempo.
    Non avere fretta e lascia che la ferita si rimargini.
    Un abbraccio.

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    1. Sì, era certamente così.
      Dico era, perché sto lentamente cercando di tornare alla normalità o meglio di inventarmene una nuova. :-)

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  10. Anche tu hai problemi con il numero 13?
    Comunque stai tranquillo, ogni tanto capita di sentirsi meno "innamorati" delle cose che di solito piacciono ma sono fasi passeggere.

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    1. Speriamo Mira, speriamo.
      In qualche modo ne sto già uscendo, a piccole dosi, ma ne sto uscendo. :-)

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  11. Anch'io ho passato un periodo simile al tuo e che non del tutto passato, in realtà. Ho cominciato e sospeso non so quanti libri, sono passata dalla narrativa di genere ad altro e mi sono arenata. Ora pare che le cose si stiano sistemando ma forse il problema è nei social: troppi contatti che scrivono, che parlano di scrivere, che scrivono su ciò che leggono... Mi torna in mente l'immagine del goloso di Se7en, ingozzato a morte. Ecco: negli ultimi tempi sono stata ingozzata a morte di libri e dovevo, evidentemente, smaltire qualche chilo di inchiostro prima di ricominciare. Felice ne stia uscendo anche tu :)

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    1. Lo sto facendo pochi passi alla volta e non con i ritmi di un tempo, ma lentamente sto rivedendo la luce cartacea. :-P
      Grazie della visita. :-)

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