domenica 15 novembre 2015

La Saga Di Elric Di Melniboné - Primo Volume - Michael Moorcock

Nel limbo vi è posto non solo per le anime, ma anche per i libri.
Sono ormai troppi i libri che gravitano tra coloro che son sospesi, e i volumi che compongono la saga di Elric Di Melniboné sono tra di essi.
Pubblicato originariamente da Michael Moorcock nel 1972, la saga di Elric ha avuto una vita editoriale piuttosto travagliata e di nicchia, perlomeno in Italia.
Alla Nord si deve l'approdo editoriale nelle nostre italiche terre ed alla Fanucci quelle successive, a cui si deve l'ultima ristampa in quattro volumi tra il 2006 ed il 2008.
E dopo?
L'oblio dei libri fuori catalogo, ovviamente.
Ma non finisce qui purtroppo, visto che in Italia la saga non è nemmeno stata pubblicata nella sua interezza.
Moorcock ha rimesso mano alla saga pubblicando una nuova trilogia nei primi anni 2000. Trilogia che in Italia risulta inedita, e che a questo punto, rischia di non venire mai tradotta.

Sono parecchi mesi che il primo volume della saga è entrato a far parte della mia libreria, così come sono passati altrettanti mesi di vana ricerca dei restanti tre volumi.
Ricerca che finora si è rilevata vana.
Nel circuito dell'usato circolano molto i volumi della Nord, spesso venduti a cifre da capogiro, molto poco quelli più recenti della Fanucci, quarto volume a parte.
Sono comunque riuscito ad accaparrarmi almeno il primo volume, ed è giunta l'ora di parlarne.
O almeno proviamoci.

Il primo volume di Elric Di Melniboné è composto da due storie di 150 pagine circa ciascuno:

- Elric Di Melniboné

- Sui Mari Del Fato

Partiamo dalle note negative, che per me vengono tutte dalla seconda storia di questo volume.
Sui Mari Del Fato vanta una struttura piuttosto contorta e poco tra le mie corde, tanto che mi sono arenato più volte.
L'avventura in solitario di Elric perso in un altro tempo ed in un altro quando, personalmente mi ha avvinto poco.
Ho trovato troppo invasivo ed eccessivo l'utilizzo della magia, tanto da assurgere da Deus Ex Machina in corso d'opera.
Sui Mari Del Fato è un storia che riconosco essere ben più complessa ed ambiziosa della prima storia del libro, ma molto lontana dai miei gusti.
Buone nuove, invece,  dalla prima storia del volume, che si rivela una lettura molto coinvolgente e suggestiva.
Fin dal principio appare evidente come lo stile di Moorcock sia molto diverso da altri scrittori fantasy come Martin e Tolkien.
Moorcock è più interessato alla storia che alla morfologia e agli usi e costumi di Melniboné e luoghi limitrofi, tanto che fin dal principio l'azione è preponderante su tutto il resto.
La scrittura di Moorcock è molto asciutta e sottile, ma allo stesso tempo funzionale ed avvincente, benché piuttosto ermetica.
La storia è ambientata ad Imrryr storica capitale dell' Isola Del Drago, il cosiddetto regno di Melniboné.
Reggente di questo regno è Elric imperatore albino di un regno in decadenza, che dopo millenni di dominio vive un'epoca di declino ed indolenza, tanto che ormai la comunità isolana Melniboneana vive isolata e sotto la minaccia dei Regni Giovani abitati dagli umani, che vivono un periodo di piena espansione.
Albino, schivo e di salute cagionevole, Elric non è proprio il ritratto iconografico del monarca crudele e temibile di matrice Melniboneana che si rispetti.
Non a caso la minaccia aleggia anche all'interno delle sue stesse mura, da parte di coloro che considerano Elric troppo debole e pavido per poter contrastare la minaccia incombente dei Regni Giovani.
A tessere le fila di costoro è Yrkoon, primo cugino e fratello della promessa sposa di Elric, deciso ad usurparne il trono.
La storia del primo volume è tutta incentrata sulla battaglia a colpa di spada e magia tra Elric ed Yrkoon.
Una battaglia veramente epica ed appassionante.
Motore centrale del racconto sarà la ricerca delle spade magiche Tempestosa e Luttuosa, due spade senzienti legate ai Regni Del Caos ( in pratica le divinità di quel mondo ) ed in grado di dare poteri illimitati a chiunque le brandisca.
Il rapporto che lega il possessore a queste spade è sicuramente l'intuizione migliore del romanzo, in quanto sono in grado di soggiogare chiunque le brandisca, esigendo il sangue di chiunque osi intralciarne il cammino, sia essi siano amici o nemici.
Lasciando da parte Excalibur e le migliaia di altre spade magiche di letteratura, fumetti, manga e vattelapesca,  saltano all'occhio parecchie assonanze con altre opere uscite successivamente.
I tratti somatici Melniboneani, per esempio, ricordano parecchio quelli della razza Targaryen delle Cronache Del Ghiaccio e Del Fuoco di Martin.
Basta pensare al fatto che entrambe le razze hanno i draghi e i capelli color platino e gli occhi cremisi.
L'omaggio di Martin, appare quindi piuttosto evidente.

Insomma, senza perdermi troppo in chiacchiere, devo dire che nonostante Sui Mari Del Fato non mi sia piaciuto molto ( finale a parte, che invoglia alla grande al proseguimento ), vorrei continuare la lettura di questa saga.
Appunto vorrei.
Il condizionale è d'obbligo visto che non dipende da me.
Quindi, o voi della Fanucci, ristampate questa saga!
Date fondo alle scorte di magazzino, fate qualcosa!
Nel 2007 si parlava anche di una riduzione cinematografica di questo ciclo di romanzi, ma purtroppo mi pare di capire che non se ne è fatto nulla, ed è un vero peccato, perché la storia si presterebbe e sono sicuro che farebbe da traino per una eventuale ristampa.

Alla prossima!









21 commenti:

  1. Non la conoscevo, ma sembra davvero una bombetta ;-) Cheers!

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    1. A me ha messo la scimmia non poco, spero lo siano anche gli altri volumi ( se li trovo ). :-)

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  2. Gli oggetti senzienti e soggioganti hanno sempre il loro fascino, se poi sono armi acquistano una valenza particolare, in più sono spade, ok mi hai convinto XD

    Quello che mi incuriosisce di più è il punto debole descritto nella tua bella recensione: l'aspetto contorto e ambizioso del secondo racconto. È un bel contrasto che dovrebbe stimolare e dare buoni frutti, sempre che sia nelle capacità dell'autore, che -in questo caso- non dovrebbero essere messe in dubbio :D

    Quindi ti chiedo: cosa di preciso ti ha portato ad arrancare e a non farti apprezzare il secondo racconto (tranne il finale)?


    PS: non ho letto il libro, ma ho sempre sentito parlare benissimo dell'autore e malissimo della parte editoriale (anche in queste pagine), purtroppo.

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    1. La poca linearità del tutto ed il saltare in frasca da un isola ad un'altra ad minchiam e la vaghezza del tutto, sommata alla presenza ingombrante della magia, che in questo racconto funge troppo da Deus Ex Machina.
      Non saprei nemmeno io spiegarlo esattamente, so che però in più parti mi sono arenato ed annoiato.
      Sulla parta editoriale mi pare che sia opinione comune che in passato sia stata fatta in malo modo, ma devo dire che questo primo volume l'ho trovato piuttosto letterato bene. :-)

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    2. Non potevi essere più chiaro :D

      Grazie mille!!!

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    3. Grazie a te di essere passato Pi. :-)

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  3. Io avrei il terzo ed il quarto volume ed. Fanucci però non ho mai terminato la lettura perché l' editore romano mescolò tutto romanzi e racconti senza note, senza logica. Quindi per un completista come me questo fu un grosso limite.

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    1. Sì, ho visto su Wikipedia che le prime edizione Fanucci erano spezzettate all'inverosimile.
      L'ultima era divisa in soli quattro volumi, e giudicandola soltanto dal primo volume che posseggo, mi pare molto buona.

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  4. Ho brutti ricordi su Elric Di Melniboné. Purtroppo un mio amico mi prestò un'edizione tradotta con il cu... con i piedi.
    Dopo due capitoli mollai tutto, perchè era illeggibile. Credo che avessero usato un traduttore automatico. Non escludo nemmeno che sia stata una cosa fatta "aum aum". Sai da ragazzino c'erano le barcarelle che vendevano libri senza codice editoriale o addirittura taroccati (per esempio c'erano romanzi editi dalla Mondadori senza il marchio della casa!). Non escludo che sia stata una cosa amatoriale....

    In ogni caso, da quel giorno mi allontanai dal

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    1. Quest'ultima ristampa, almeno per quel che concerne il primo volume, l'ho trovata molto buona e priva di refusi. :-)

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  5. Non conosco e non so', mi fido di te Raffaele. Bell'articolo,

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  6. Come sempre interessante post, ma in tutta franchezza non conoscevo propri nulla di questo autore..
    Bacio serale caro Pirkaf!

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  7. Io ho letto la saga completa riunita in unico volumone di 800 pagine scritte in piccolo credo almeno 4 volte.
    Io sono convinto che la qualità di questa saga aumenta andando avanti. ll primo libro è bello, ma è diverso dagli altri, più epico. Concordo sui Mari del fato, il cui valore si riconosce poi solo nella terza parte. Da lì in poi è però un crescendo continuo. E' stato uno dei libri che più mi ha affascinato nell'adolescenza.

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    1. Devo assolutamente recuperare gli altri, allora.
      Il tomone che avevi è quello con la copertina grigia della Nord?
      Ho provato a prenderlo all'epoca su Ebay, ma non mi convincevano il prezzo elevato ed il fatto che sapessi poco o nulla sul contenuto, ovvero se ci fossero tutte le storie o meno.
      Ho scelto l'ultima edizione Fanucci, ma non so se ho fatto bene, visto che il secondo e terzo volume non si trovano manco per sbaglio.

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    2. No, perché quello grigio non e integrale. Aveva la copertina nera ed era cartonata.

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    3. Ne ricordo una nera con lo sfondo verde, ma anche quella costava una cifra.
      L'unica speranza che ho è tenere d'occhio ebay fin quando non spuntano.

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  8. Per me è scoraggiante in partenza, intendo per la vicenda editoriale ;) Purtroppo siamo abituati, sì...
    Sto leggendo e centellinando (sapendo che non saranno tradotti in futuro i restanti titoli) i cicli di Jasper Fforde dedicato a Thursday Next e quello di Scott Lynch sui Bastardi galantuomini (vedi ed. Nord -_- Disponibili soltanto i primi due titoli del ciclo. Ho letto per adesso soltanto il primo, piaciuto moltissimo *__* ). Che peccato :P

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    1. I libri fuori catalogo sono un vera rogna, purtroppo.
      Quante belle storie ci stiamo perdendo per la mancanza di editori coraggiosi sul mercato.
      Ormai in libreria manco entro più, so già che quel che mi interessa lo troverò soltanto nel mercatino d'usato. :-(

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