giovedì 27 agosto 2015

Atto D'amore - Joe R.Lansdale

Atto D'amore è il primo romanzo di Joe R. Lansdale.
Pubblicato nel lontano 1981, Atto D'amore è sempre stato considerato dagli addetti ai lavori come uno dei precursori del genere Slasher.
Uno dei primi romanzi in cui il rituale dell'assassinio non viene descritto in maniera velata e sfumata tipicamente Psycho style, ma raccontato fin nei minimi e turpi particolari.
È un romanzo che in certo qual modo ha dato il la ed ispirato tanti romanzieri venuti dopo come Bret Easton Ellis e Thomas Harris.
Per dovere di cronaca va segnalato che nella postfazione di questo libro lo scrittore texano rifugge dalla nomea di precursore e ispiratore di un genere che successivamente ha attecchito in maniera massiccia nella letteratura e nel cinema.
Ma parliamone meglio dopo la sinossi:

Per le strade di Houston si aggira un moderno Jack lo Squartatore, e Marvin Hanson e Joe Clark sono i poliziotti incaricati dell'indagine. Hanson in particolare, un detective nero, è disgustato dagli omicidi, dalla loro ripugnante violenza, e si dedica alla caccia con un sentimento di vendetta personale. Ma l'inchiesta è un tuffo nel dolore e nell'ambiguità, un itinerario in cui è facile perdere la ragione e trasformarsi a propria volta in ciò che più si odia.


In Atto D'amore si denotano già molte delle caratteristiche che successivamente ritroveremo nei romanzi futuri di Joe, con in primis l'iconografia geografica texana, vero feticcio dello scrittore.
Ma d'altronde ogni autore narra dei posti che ama e in cui ha vissuto, basta pensare a King con il Maine o i romanzi di Campbell e Barker ambientati quasi sempre nei sobborghi di Liverpool.
Ma torniamo al romanzo.
Per essere un'opera prima a me è piaciuto un bel po'.
Come accadrà successivamente Lansdale si dimostra abilissimo a miscelare più generi ed è un maestro nel riuscire a catturare totalmente l'attenzione del lettore grazie ad una scrittura asciutta e coinvolgente quantunque molto efferata.
Ci troviamo dalle parti di un poliziesco/ noir dalle venature thriller/Slasher che non lascia nulla all'immaginazione ma che ci spiattella in faccia tutti i rituali degli assassinii ad opera di un serial killer che si diverte a violentare, uccidere e fare letteralmente a fettine inermi donne.
La narrazione è molto cruda, ma diciamo subito che non è disturbante quanto American Psycho di Ellis per dirne uno.
Per quanto leggere di un maniaco che taglia a fettine i seni di una donna, non è certamente come leggere le avventure della Pimpa.
L'intreccio è ottimo e l'identità dell'assassino è ben mascherata dal fatto che trattandosi di un uomo dalla personalità dissociata, nel corso della narrazione si viene portati a considerare che dietro alle sue fattezze possa essere sospettato più di uno dei personaggi protagonisti della storia.
In corso d'opera c'è anche una velata critica al giornalismo d'inchiesta foriero di personaggi spietati pronti a tutto per lo scoop.
Il giornalista in questione, personalmente, ritengo sia il personaggio meglio caratterizzato del romanzo, per quanto sia comunque una figura tipica del genere.
Storia che come ( quasi ) sempre è troppo veloce per i miei gusti.
È una cosa che mi sta capitando spesso con Lansdale.
Molti dei suoi romanzi sono terribilmente coinvolgenti ma al tempo stesso troppo asciutti e rapidi.
C'è poco tempo per apprezzare i contorni della storia e molto spesso i suoi personaggi e l'ambientazione appaiono effimeri e didascalici, soprattutto quelli dei primi romanzi.
Pollice verso per il protagonista Marvin Hanson fin troppo sopra le righe e la cui ossessione per questo serial killer appare fin troppo emotiva e ridondante.
È un romanzo da consigliare?
Se si è amanti dello scrittore texano, sì.
È un modo per conoscere l'inizio della carriera di questo prolificissimo scrittore, ma oggettivamente ha scritto romanzi molto migliori di questo.
Se ci si vuole fare un salto nella narrativa noir e pulp di Lansdale, è obbligatorio cimentarsi con la serie di romanzi con protagonisti Hap & Leonard, creazioni di tutt'altra pasta e carisma rispetto a Marvin Hanson e gli altri protagonisti di questa storia.
Resta comunque un thriller molto coinvolgente e incalzante.
Pollice su per il finale con conseguente rivelazione dell' autore dei delitti, che ho trovato coerente e ben strutturato, visto che Lansdale fa di tutto per sviarci e darci false piste sulla sua identità.
Fosse stato un romanzo più corposo, sarebbe stato ancora più interessante.
Ma tutto sommato va bene anche così, d'altronde grazie a questo romanzo è iniziata a decollare la sua carriera con somma gioia di noi lettori appassionati delle sue storie.
Dal canto mio, per quanto possa infastidirmi la brevità delle sue opere, mi sento di poter affermare con certezza che avrà sempre il mio supporto ed il mio portafoglio.








mercoledì 12 agosto 2015

I Flipper della mia adolescenza

In una delle tante serate vuote e afose che stanno caratterizzando la mia estate, mi è tornata la voglia di riassaporare attraverso l'emulazione Pinball Dreams e Pinball Fantasies due giochi per Amiga 500 dedicati al mondo dei flipper.
Sviluppati entrambi dalla Digital Illusions Creative Entertainment ed editi dalla  21st Century Entertainment nel 1992/1993 entrambi i giochi furono un grande successo oltre che giochi molto divertenti, soprattutto per uno come il sottoscritto che fin da bambino è stato un appassionato giocatore di flipper.
Nel primo si poteva scegliere tra ben quattro tavoli tutti dedicati ad uno specifico argomento ( il mio preferito era quello orrorifico denominato Nightmare che vedete in alto).
Nel secondo che presentava delle migliore grafiche ed in termini di velocità e realismo nei movimento della pallina, potevi scegliere tra quattro tavoli tutti ben congegnati e divertenti.
Anche qui avevo il mio preferito che era quello dedicato al mondo del parco dei divertimenti non a caso denominato Party Land.
Questi giochi mi hanno fatto riaffiorare tutti i ricordi di quando solevo passare gran parte dei pomeriggi della mia adolescenza a dimenarmi come un matto davanti ad un flipper, così ho pensato di fare un post specifico e tombale su questa mia passione, elencando i flipper che ho giocato e quelli che più ho amato in assoluto.
Partiamo,va'.

Non so se sia stato il primo che ho giocato, ma il Circus Pinball della Zaccaria è il primo che ricordo.
A dirla tutta ho fatto una fatica boia a trovarlo e non sono nemmeno sicuro sia lui al 100%.
Ricordo che era basato su un circo ed un clown.
Ci giocai in uno dei bar storici del mio quartiere quando ancora presumo frequentassi gli ultimi anni delle elementari, ma potei giocarci molto poco, in quanto i miei mi proibirono di andarci ben presto.
Erano anni di piombo quelli, con tantissimi morti ammazzati visto che vi era in atto una vera e propria guerra di mafia nella mia città, ed in quel bar vi furono ben due sparatorie ai danni della stessa persona ( che alla seconda ci lasciò le penne).
A quel flipper ci giocai poco e dopo poco anche il bar chiuse i battenti.
Comunque ebbe il merito di farmi da Cicerone e da apripista ad un mondo fatto di special, tilt, extra ball e lucette colorate.

Dopo Circus vennero tutta quella sequela di flipper giocati nel bar sotto casa, bar che praticamente ha funto da seconda casa per tutta la durata della mia pubertà.
Quasi tutti erano flipper tratti da film in voga in quegli anni e tutti erano straordinariamente belli ai miei occhi ( alcuni più di altri ).
Elenchiamoli, dai:



Elvira And The Party Monsters

Flipper meraviglioso, senza se e senza ma, quello dedicato alla pettoruta streghetta.
Edito dalla Bally nel 1989, Elvira era un flipper divertente ed eccitante, visto che gli occhi salivano costantemente alla stessa altezza delle sue tette.



The Phantom Of The Opera

Edito dalla Data East nel 1991, ecco un altro bellissimo e coloratissimo flipper.
Del tavolo ricordo poco o nulla, se non una delle pedane che si alzavano per inghiottire la pallina, oppure la risata del fantasma dopo ogni Game Over.



Back To The Future - The Pinball

Ogni volta che vedo l'immagine pubblicitaria di questo flipper mi ribalto.
Ma scegliere due attori più somiglianti no, eh. :-P
Comunque il flipper di Ritorno Al Futuro non durò moltissimo nel bar, ma ho un bel ricordo in particolare del sonoro con il famosissimo tema della trilogia, che era davvero bellissimo da ascoltare come sottofondo durante la partita.
Anche questo fu edito dalla Data East intorno al 1990.




Terminator 2 - Judgment Day Pinball

Non ho mai amato molto il flipper di Terminator 2, eppure è uno di quelli a cui ho giocato di più.
Probabilmente è stato uno dei più semplici flipper in assoluto in termini di facilità ed il ricordo più forte che ho di questo flipper è il suo Hasta La Vista ad ogni Game Over.
Indimenticabile anche la pistola al posto della manovella per lanciare la pallina, dove dovevi prendere la mira per colpire la lucetta al primo colpo.
Il flipper di Terminator 2 fu edito dalla Williams nel 1991, ma credo che nel bar sotto casa arrivò almeno un anno dopo anche perché mi ricordo che ci giocavo durante l'estate del secondo superiore.




Flipper Super Mario Bros Mushroom

Dovessi dare la palma del più brutto flipper a cui ho regalato tempo e soldi, questo vincerebbe a mani basse.
Era talmente semplice e facilone che vincevo così tante partite che dovevo lasciarle al fortunato estraneo/amico di turno poiché si faceva ora di andare a pranzo/cena.
Ovviamente non ero io che ero troppo bravo, ma era a causa della difficoltà che era davvero risibile.
Lo ricordo anche piuttosto monotono.
Il flipper uscì nel 1992 e fu realizzato dalla Gottlieb in collaborazione con la Nintendo.
Non fu manco l'unico dedicato alla saga, anche se è l'unico a cui io giocai.



Flipper The Addams Family

Letteralmente lo venero.
Ci farei persino l'amore.
The Addams Family è il flipper della mia vita, quello a cui ho dedicato più tempo e soldi, quello che avrei desiderato avere a casa.
Quando lo guardo, quasi piango.
È l'ultimo flipper che ricordo nel bar sotto casa, primo che esplodessero i videopoker e con essi, la fine di flipper e coin op.
Come dimenticare il suono della Mamuska e di It?
Questo è e credo sarà per sempre il flipper più bello a cui ho giocato, quello con cui ho più ricordi in assoluto e quello che mi ha visto prendere il largo dal bar verso altri luoghi, altri flipper, e dopo breve tempo verso altri interessi.
Vorrei giocarci ancora.
Per questo meraviglioso flipper datato 1992, va dato merito alla Midway Games.

Gli ultimi due flipper vengono da luoghi diversi dal piccolo bar sotto casa e da sale giochi molto più grandi in cui c'era vasta possibilità di scelta.
Il primo si trovava nella più grande sala giochi della città, ubicata in una discesa del centro cittadino.
Vista l'ampia scelta ammetto che scegliere con quale giocare non era facile, ma quello che si è fatto amare di più grazie soprattutto alle sue rampe era White Water della Williams uscito nel 1993.
Flipper bellissimo che mi pare persino vibrasse quando c'era il multiball.
Non ci andavo spesso in quella sala giochi poiché fuori mano, ma se avessi avuto possibilità di farlo sovente, sono convinto vi avrei inserito soldi a perdere.
Per fortuna iniziavo ad avere altri interessi e priorità.

Pubblicato dalla Sega nel 1995 Mary Shelley's Frankenstein Pinball è l'ultimo flipper a cui ho giocato.
Esso era ubicato in un'immensa sala giochi / bowling che fu una delle cause di una delle mie bocciature scolastiche, visto che ci passavo tre mattine della settimana scolastica su sei.
L'amore per i flipper stava lentamente scemando, ma il flipper di Frankenstein seppe ritagliarsi notevole spazio.
Flipper molto, ma molto divertente.
Purtroppo dopo di lui, il buio.
Molte sale chiusero o si trasformavano lentamente ma inesorabilmente in sale VLT ricche di videopoker, slot ed affini, che personalmente ho sempre evitato come la peste.
In più interessi che avevo da sempre in parallelo con i flipper presero il sopravvento, così come le amicizie e i primi amori.
Talvolta nel corso degli anni, durante qualche momento di stanca giocavo con il flipper che usciva incorporato con Windows, ma non scherzo se dico che sono almeno vent'anni che non gioco con un flipper vero.
Comunque chiudo questo excursus nel mio passato videoludico augurando Buon Ferragosto a tutti. ;-)






mercoledì 5 agosto 2015

La Faccia Che Deve Morire - Ramsey Campbell

C'è da ringraziare calorosamente Urania, perché altrimenti questo romanzo di Campbell sarebbe probabilmente rimasto nel limbo imperituramente.
Pubblicato nel 1979 ha visto la luce in Italia soltanto nell'afoso luglio di questo 2015.
Diciamo tutti in coro grazie - sai. (Cit.)
Ma com'è stato per me ritrovare la prosa affilata e sfuggente dello scrittore di Liverpool?
Meglio dell'altra volta ( La Bambola Che Divorò Sua Madre ), ma ugualmente indigesta.
Stilisticamente i romanzi di Campbell non mi prendono, non ci posso fare nulla.
Ma è un problema mio da lettore, figuriamoci se andrei a discutere uno scrittore di siffatta risma.
 Tanto che comunque ho in mente di proseguire nel recupero delle sue opere, poiché in fondo le sue idee narrative non mi dispiacciono.
Ma andiamo di sinossi, dai:

"Il suo nome è Horridge, qualcosa che suona vagamente come porridge ma con una dose di orrido. E in effetti, molte cose sono orribili nella vita di Horridge, a cominciare da una memoria così selettiva che gli permette di dimenticare quello che fa (ma non dovebbe fare) e la gente che odia a vista, e che improvvisamente scompare. Horridge dimentica persino chi uccide, anzi attribuisce la colpa ad altri inperfetta buona fede. E tutto questo a causa di un faccia terribile, di un’ossessione che non lo lascia in pace un momento, nella Liverpool affogata nel sangue di vittime innocenti. Uno dei romanzi più agghiaccianti di Ramsey Campbell, una “confessione” spietata di abusi e ossessioni scrupolosamente documentate."

La Faccia Che Deve Morire più che un horror è quello che si potrebbe definire uno slasher/thriller.
Prima però dell'inizio del romanzo c'è una breve prefazione che per dovere di cronaca va segnalata per due motivi:
- è bellissima.
- ci da l'assist per considerare successivamente La Faccia Che Deve Morire un romanzo dai contorni fortemente autobiografici, poiché i problemi di paranoia e schizofrenia della madre di Campbell raccontati nella prefazione non è difficile trovarli similari a quelli del protagonista del romanzo , Horridge.
Perché è lui il vero protagonista di questa storia, anzi diciamo pure l'antagonista.
Il romanzo parte con un mini racconto dal titolo Io Sono La Cosa, Ed Essa È In Me, che praticamente è la cronaca di un uomo in preda ad un trip.
Racconto breve ed onirico, che sembra essere uscito dal capitolo di un libro di Welsh.
Subito dopo è tempo di entrare nella turpe e cupa mente di Horridge.
È incredibile come Campbell sia riuscito a rendere così bene un personaggio così paranoide e asfittico.
Ambientato nei sobborghi di Liverpool questo romanzo è un lungo viaggio nella mente di un uomo affetto da una lieve zoppia e da manie persecutorie da ricercarsi principalmente nella sua infanzia e nel difficile rapporto con un padre burbero e manesco.
Un uomo psichicamente disturbato che associa tutti i suoi problemi ad una faccia che vede riflessa su di una finestra.
La faccia di un omosessuale di nome Craig.
Gran parte dell'azione si svolge proprio nel condominio in cui vivono Craig, una coppia di sposi in crisi di nome Peter e Cathy e una pittrice schiva e solitaria di nome Fanny.
Il romanzo è buono e narrativamente parlando fa il suo dovere fino alla fine, ma come nel romanzo La Bambola Che Divorò Sua Madre, si fa fatica ad empatizzare con i personaggi.
C'e sempre una sensazione di estraneità e diffidenza nella narrazione di Campbell che si percepisce chiaramente, una sorta di cinismo e rassegnazione verso l'umanità che sembra vergato con una penna rossa.
Lo stesso vale per la descrizione che ci dona di Liverpool, piuttosto fosca, cupa ed opprimente.
La Faccia Che Deve Morire è un ottimo slasher, crudo ed efferato, un vero viaggio nella mente disturbata ed aberrante di un individuo dall'apparenza mite e mingherlino ma estremamente pericoloso, ma non è un romanzo che mi ha coinvolto molto.
Ho trovato molto più sentita ed ispirata la prefazione del romanzo, che personalmente ritengo valga da sola l'acquisto del libro.
Insomma, La Faccia Che Deve Morire lo paragono ad un buon pasto, ma piuttosto pesante ed indigesto.
Se apprezzate gli slasher potreste facilmente trovarlo di vostro gradimento.
Ottimi il prezzo e l'edizione, meno la quarta di copertina che sembra (?) scritta da una persona che nemmeno ha letto il libro.
I 6,50 € li vale tutti.