sabato 31 agosto 2013

Zanardi / Pompeo - Andrea Pazienza

In questi giorni ho scoperto Andrea Pazienza.
Mi sono lanciato in una Full Immersion delle sue opere, e sono rimasto incantato davanti ad entrambe quelle che ho letto, Zanardi e Pompeo.

Andrea Pazienza è sicuramente tra i più grandi fumettisti di sempre.
La sua morte giovane, ha accresciuto sicuramente la sua leggenda ma allo stesso tempo fa aumentare il rimpianto su ciò che avrebbe potuto ancora donare con la sua arte all' umanità.
Come avrebbe dipinto nelle sue Graphic Novel i tempi di oggi, uno come lui che ha vissuto in prima persona gli anni di piombo?
Non lo so, ma sarei stato curioso di scoprirlo, davvero.
E' morto in maniera misteriosa a 32 anni, apparentemente per un' overdose di eroina e Pompeo in tal senso è un' opera molto rivelatoria e per certi versi "preveggente " riguardo la sua fine, oltre che dai fortissimi contorni autobiografici.

Gli Ultimi Giorni Di Pompeo, è francamente un' opera non facile da digerire.
Essa è una storia dura, disperata.
E' la storia della caduta nel baratro di un uomo.
Eroina, nichilismo, disperazione, Pompeo è tutto questo.
Un racconto frenetico, quasi farneticante.
Scritto e ambientato nella seconda metà degli anni ' 80 narra gli ultimi giorni di vita di un uomo, Pompeo.
Il tratto è scarno, scritto di fretta e i pensieri sono quasi a caratteri cubitali, certamente è un ' opera particolare, raccontata quasi con rabbia come in preda ad una febbre improvvisa.
Ma è talmente densa di significato ed è talmente intensa, che Pompeo ti sembra di capirlo e conoscerlo.
E' guardarsi in una sorta di specchio distorto, un viaggio nella sofferenza.
Ricordo gli anni '80, ero piccolo ma c'ero.
Mi ha fatto ritornare in mente, com' era facile in quei giorni vedere la gente iniettarsi l' Eroina per strada, alla luce del sole.
Erano tempi assurdi, e drogarsi era quasi una moda.
Leggendo Pompeo sono tornato un po' in quei giorni, quando da ragazzino uscivo di casa con il pallone sottobraccio e non era raro imbattersi in qualcuno che si drogava in quello stesso momento, incurante ed indifferente.

Che dire invece di Zanardi?
Zanardi è un bastardo, un amorale, un bullo del cazzo.
Leggi le sue avventure e ti sta sul cazzo per il suo modo di essere, per la sua indifferenza alle regole e alla morale comune, per il suo modo di bullarsi della gente e per la sua inclinazione alla violenza e alla sopraffazione.
Ti sta sul cazzo, ma lo invidi, quasi lo comprendi.
Zanardi e' il Mister Hyde in tutti noi, quello che non ci sta, che si ribella al mondo ed ai soprusi, quello che si lascia andare.

Zanardi è un po' il capo carismatico di un trio di lestofanti, un personaggio egoista come pochi.
Una persona nichilista e pronta a tutto, che pur di perseguire i propri scopi  diventa capace di qualsiasi nefandezza, anche la più atroce.
Colas invece  e' la classica spalla e rappresenta un po' il bello ed impossibile, quello silenzioso ma violento, il classico bel tenebroso.
Una di quelle persone che non ha problemi ad usare il proprio corpo, per ottenere ciò che vuole.
Personalmente trovo Colas, una di quelle persone che dietro la bella presenza, nascondono un vuoto assoluto, un' indifferenza generale, anche verso se stesso.
Pietra è invece il più sfigato, quello che si fa trascinare dagli altri due, quello pavido, succube.
Questi tre personaggi si muovono nella Bologna degli anni '80, facendo il bello ed il cattivo tempo.
Tra le storie di Zanardi che ho letto spiccano Verde Matematico e Giallo Scolastico, estreme e cattive come poche.
Quello che davvero mi piace di Pazienza, è quella dinamica espressiva e aggressiva delle sue tavole, quel rimestare nel torbido, quel mostrare le persone sempre nel loro lato peggiore e negativo, ma allo stesso tempo dissacrante.
Mi ricorda molto Ammaniti e Palanhiuk, in questo.

Tormento, male di vivere, noia, disprezzo della societa', alienazione e rabbia, questi mi sembrano i tratti distintivi delle storie che ho letto, ed io che subisco da sempre la fascinazione di queste tematiche, non posso che leggerne e goderne, ancora e ancora.
Grandi opere, di un' anima certamente tormentata ma talentuosa come poche.









sabato 24 agosto 2013

Cose belle ed andate perdute dell' Internet / NoPay

Pochi si ricorderanno del primo Provider Internet totalmente gratuito alias NoPay.
Non so nemmeno come lo conobbi all' epoca, non escludo di averne letto su qualche rivista come Computer Idea, ma fatto sta che fu il vero protagonista delle mie sessioni Online del primo scorcio del nuovo millennio.
Egli in cambio di un piccolo Banner pubblicitario ( che comunque potevi ridurre ad icona o mandare sottoschermo) ti offriva due ore di connessione gratuita.
Due ore, cazzo.
Per me era il massimo, era manna dal cielo.
Prendere la linea era un' impresa, ma quando ci riuscivi era come avere un orgasmo o come quando la tua squadra segna il Gol della vittoria in pieno recupero.
All' epoca si viaggiava a 56 K e un ' ora di Internet mi costava mediamente 2.200 £ o giù di lì, le bollette venivano controllate meticolosamente dai miei genitori ed anche da mio fratello, collegarmi ad Internet era un rischio, una sessione di Roulette Russa ( senza dimenticare il rischio di beccare qualche Dialer).
E' per questo che perseveravo, perseveravo anche per ore pur di prendere la linea e di collegarmi a questo benedetto NoPay.
Non che all' epoca su Internet facessi chissà che, ricordo che in quel breve periodo probabilmente la mia massima aspirazione era beccare qualche foto porno, qualche informazione su Juventus, Reggina e libri di Stephen King e gettarmi a capofitto nelle Chat.
Vivevo per le Chat, in effetti.
Anche mio fratello ne usufruiva, ormai avevamo anche sgamato gli orari in cui potevamo prendere più facilmente la linea e mio fratello pur di scaricarsi gli episodi di anime che all' epoca gli interessavano si alzava alle 06:00 di mattina, ora in cui eri praticamente certo di avere l' accesso.
La mattina così come il primissimo pomeriggio, erano i momenti in cui coltivavi speranze di poterti collegare, gli altri orari erano una battaglia praticamente persa.
Ho tanti ricordi di NoPay, probabilmente molte delle scoperte di quegli anni, molti dei miei primi passi Internettiani, sono stati mossi grazie alla scoperta di questo Provider.
Provider che è durato pochissimo, ma che mi è rimasto nel cuore.
Tante cose sono cambiate in questi anni, ormai Internet per quanto sia vasto diciamo che di novità offre poco o nulla, mentre all' epoca solo l' apertura della pagina di Iol e lo spazio vuoto nel motore di ricerca Arianna, ti dava l' idea di stare veramente per navigare in uno spazio infinito e sconosciuto.
Le cose belle durano sempre troppo poco, e tu NoPay lo sei stato. :-(

 

giovedì 15 agosto 2013

Trama / Il Peso Di Una Testa Mozzata - Ratigher

Erano dieci giorni che non accendevo il Computer di casa, ho pure dovuto spolverare la poltroncina prima di sedermi.
Varie vicissitudini familiari mi avevano allontanato da questo spazio e i rari momenti dli lucidità e tempo libero, ho preferito dedicarli ad altro.
E poi cazzo, accendere il Computer di sera a casa mia è peggio che accendere un forno o farsi una sauna, si rischia l' autocombustione.
Quindi, approfitto della libertà di questa mattinata Ferragostiana per buttare giù due, tre righe.

Per il mio ritorno sulle scene Blogghistiche, ho scelto di parlare di Trama una Graphic Novel che mi ha sorpreso molto.
L' ho scoperta tramite la recensione di un Vlogger su Youtube.
E' un po' che utilizzo Youtube come mezzo d' informazione, e devo ammettere che alcuni Youtubers soprattutto per quel che concerne fumetti e affini, sanno davvero il fatto loro.
Penso a Dario Moccia, Yotobi, Caverna di Platone, Il Tizioqualunque e anche Ferro88 la cui recensione entusiastica di quest' opera, mi ha incuriosito oltre misura.


Scritta e disegnata da Ratigher, Trama è un' opera ermetica ma piuttosto particolare.
Innanzitutto è possibile leggerla gratuitamente in formato digitale, per gentile concessione dell' autore ed è scaricabile da qui:

http://videodrome-xl.blogautore.repubblica.it/2012/11/13/trama-di-ratigher-lebook/

In formato Graphic Novel il suo costo si aggira invece sui 18 Euro.
La storia è piuttosto semplice quanto grottesca e vede come protagonisti due cugini alias Lavinia e Giulio appollaiati su una collina, in attesa di andare ad una festa esclusiva.
Vengono rapiti da una creatura deforme, che non vuole altro che andare alla festa con loro.
Seguiranno varie avventure e vicissitudini, che metteranno Lavinia e Giulio davanti ai loro mostri interiori oltre quelli che si ritroveranno ad affrontare.
Trama è una storia molto subdola, che dietro la sua apparente semplicità nasconde una forte critica sociale verso il lassismo e il materialismo imperante dei giovani "bene" di oggi.
Quelli che dietro feste esclusive, macchine costose e vestiti firmati, nascondono una immane pochezza interiore.

La storia si legge in una mezz' oretta, ma in quel poco tempo ti porta a riflettere, il che è un bene.
Lo stile di disegno è molto personale, ma ci si fa l' abitudine subito e la narrazione attraverso le immagini è piuttosto suggestiva ed esplicativa, ergo Graphic Novel assolutamente consigliata.







 

lunedì 5 agosto 2013

Noi, che i Game & Watch, li chiamavamo Scacciapensieri.

Questo post mi è venuto in mente osservando il figlio di un mio amico che poteva avere 4 o 5 anni mentre smanettava e si metteva a giocare con uno smartphone con grande sagacia, considerata la sua età.
E non è l' unico, sono molti ormai i bambini ed i ragazzini che alle console portatili come il Nintendo Ds preferiscono usare e scaricare la batteria del cellulare di papà o i propri.
Diventa sempre più raro ai miei occhi vedere ragazzetti con Nintendo Ds e Psp in mano persi nel loro mondo, eccetto che nei film e telefilm americani dove questi personaggi vanno per la maggiore.
Paradossalmente almeno a seguire youtube e blog affini, sembrano essere più i trentenni a giocare con il Nintendo & annessi, che ragazzini seduti nei sedili posteriori di un auto o in spiaggia.

Tutto ciò come sempre mi accade mi ha portato a consultare gli archivi della mia memoria e di Google per ricercare le vecchie console portatili della mia generazione, i cosiddetti scacciapensieri.

Originariamente gli scacciapensieri uscirono nei primissimi anni ' 80 griffati Nintendo, che dominava il mercato con i suoi Game & Watch.
A casa ne ho avuto uno, ma ero così piccolo che non ricordo con esattezza se è quello che ho postato in alto alias Chef o qualcun' altro.
Ricordo che dovevo salvare delle persone che cadevano dall'alto quindi presumo sia questo in foto anche se a dirla tutta la mia memoria inizialmente mi aveva portato a ricordare una gallina con un sacco che doveva prendere degli uccelli che cadevano dall'alto.
Ci giocava soprattutto mia sorella, ma io seppi ritagliarmi il mio spazio sebbene all'epoca era già tanto se sapevo leggere e scrivere il mio nome.
Ovviamente questi Game & Watch furono un vero e proprio boom e tante imitazioni e tante altre marche con giochi annessi ed a basso costo, esplosero sul mercato.
Ricordo che ne comprai a bizzeffe all'epoca, qualcuno fu anche foriero di ricordi tristi, visto che in qualche modo ha rappresentato il mio primo vero e proprio impatto con la morte.

Era l' estate dei miei dodici anni, avevo appuntamento con un mio compagno di classe, l' idea era di farci dare dei soldi per poter comprare uno scacciapensieri nel negozio di giocattoli del quartiere, il costo 10.000 £.
Io i miei li avevo già in tasca, i suoi doveva andare a prenderli a casa.
Mi aveva avvertito che aveva suo nonno che stava male, ma di certo non ci aspettavamo entrambi sua madre e sua zia che ci aprirono la porta di casa piangendo, affermando che suo nonno era morto.
Rimasi talmente scosso che non sapendo come reagire, letteralmente scappai da casa sua facendo le scale a quattro a quattro, biascicando delle parole di scuse, le prime che mi vennero in mente.
L' assurdità del tutto è che non rinunciai all' acquisto, al negozio di giocattoli ci andai ugualmente e me ne tornai con lo scacciapensieri a casa.
Non ricordo manco che gioco era, l' ho proprio rimosso.
Mi ricordo però il più recente ossia quello tratto dal Batman di Tim Burton e quello a cui ero legato di più, l'indimenticato Kung Fu della Casio.

Quello con il Kung Fu della Casio, fu un vero e proprio colpo di fulmine.
In una delle estati che solevo passare dai miei cugini, me lo ritrovai davanti appoggiato in un comodino.
Loro me lo prestarono con piacere, ma quando dovetti ritornare a Reggio ovviamente lo rivollero indietro, allora me lo feci comprare.
Non ero uno che chiedeva molto, quindi per queste piccolezze i miei cercavano sempre di accontentarmi, e quella volta lo fecero.
Il Kung Fu me lo portavo dappertutto: scuola e gite in primis.
Se ne innamorarono un po' tutti, tanto che durante le gite faceva il giro di tutto il Pullman manco fosse una Canna.
Non ho dubbi sul fatto che fu uno degli Scacciapensieri più belli mai apparsi sul mercato, ai miei occhi sicuramente.
La fine degli scacciapensieri coincise con l' entrata nel mercato del Gameboy, dell' Atari Lynx e del Game Gear che bene o male uscirono tutti nello stesso periodo, sul finire dell ' 89 e l' inizio degli anni '90.
Ammetto di non aver posseduto nessuno dei tre, all'epoca ero già passato ai computer Commodore e cominciavo ad avere altri interessi ma ebbi l' opportunità di provarne due, sebbene non ho mai avuto voglia di averne uno.
Il Game Gear mi fu prestato per qualche giorno.
All'epoca impazzava Sonic, un platform meraviglioso quanto facile, che completai in una mezza giornata.
Quella console portatile era un delirio, le batterie duravano nemmeno un paio d' ore, qualcosa di assurdo.
Il Gameboy mi accontentavo di giocarci quando andavo da mio cugino.
Adoravo il Tetris e la sua musichetta, giocavo a Super Mario Bros, ma quello schermo monocromatico verde non lo amai mai.

Quando mi vantavo della bellezza del mio scacciapensieri prediletto i miei amici erano sempre soliti rispondere mostrandomi il polso e sfoggiando uno di questi, i vecchi orologi della Casio con videogioco incorporato:



Con molto stupore, ho appena scoperto che è possibile emulare i vecchi Game & Watch di un tempo, devo ammettere che la curiosità è tanta, ma temo di rovinarmi il ricordo.






giovedì 1 agosto 2013

Martyrs

Sono più di due mesi che ho visto Martyrs ed altrettanto che il Post su di esso è rimasto a fermentare tra le Bozze.
Non perché non mi fosse piaciuto il film, ma perché obiettivamente mi era difficile parlarne.
Ancora adesso non so con certezza se mi è piaciuto o meno, però posso affermare che le sue immagini crude e violente riecheggiano con ferocia nel mio cervelletto.

Diretto da Pascal Laugier che recentemente abbiamo visto impegnato sui nostri teleschermi con I Bambini Di Cold Rock, Martyrs è un film piuttosto controverso.
Il Film parte subito in quarta in modalità Medias Res mostrandoci una bambina seminuda che fugge dal luogo in cui veniva segregata e seviziata.
Anni dopo la ragazzina ormai adolescente torna dai suoi aguzzini a fargli letteralmente il culo.
La scena in questione è molto figa soprattutto per quel che riguarda il contrasto tra la vita apparente fatta di normalità e armonia familiare di questi aguzzini e la violenza indicibile di cui sono capaci per via delle loro idee mistico religiose.
Ed ecco, forse sono proprio gli adepti di questa sorta di setta mistico religiosa ad essere la cosa più interessante ma anche il lato più debole di questo Film.
Interessante perché il tema di persone dedite al martirio altrui per ragioni religiose è sicuramente originale.
Debole perché è palesemente un modo per mostrarci tutta la violenza possibile ed inimmaginabile senza risparmiare nulla allo spettatore.

Personalmente avrei preferito maggior approfondimento sulle motivazioni di questa setta, che assistere ad un escalation di violenze indicibili e torture fisiche e psicologiche ai danni di una ragazza per tre quarti di Film.
Il confronto tra l' introspezione psicologica e la violenza fine a se stessa è impari, ma resta un Film dalle tematiche certamente interessanti.
Il finale è poco credibile ma certamente d' impatto.
E' un Film da vedere, Laugier è un regista da tenere d' occhio ed anche se sia Martyrs che I Bambini Di Cold Rock pagano forse un pizzico di arroganza e pretenziosità, regalano comunque motivi di interesse.
Certo in Martyrs avrei voluto più idee che momenti di pura violenza alla Saw ma ho l' impressione che quella di Laugier sia stata anche una scelta stilistica, suppongo abbia cercato di catalizzare l' interesse attraverso la violenza usandola come cassa di risonanza e di Appeal verso un prodotto che sennò avrebbe fatto fatica ad emergere dalla "nicchia".