giovedì 28 marzo 2013

Il più forte calciatore degli anni '80 non è stato Maradona ma Oliver Hutton.

Mi ricordo di un bimbo che palleggiava in un cortile, che fosse solo o in compagnia non faceva differenza.
Era il pallone la sua compagnia.
Che fosse un Super Santos, un Super Tele, l' Azteco o il Tango, non era un problema, non era razzista, un pallone era pur sempre un pallone.
Si allenava a palleggiare di testa e di piede, tirava pallonate su pallonate contro il muro, disturbava le pennichelle dei vicini e improperi, sguardi torvi e secchiate d' acqua non mancavano nemmeno.
Era grosso modo la vita di un bambino medio dei metà anni '80, la mia di  certo.
Anni dominati dalla passione per il calcio, dalle piste, dai playmobil, da Big Jim, dai computer Commodore e dai Cartoni Animati.
Holly e Benji ha probabilmente contribuito ad appassionare una generazione al gioco del calcio anche più di Rummenigge, Michel Platini, Falcao, Maradona e Zico e no, non è una bestemmia.
Era lui il vero mito della mia compagnia, ed esclusa la Nazionale l'unico che riusciva a riunire noi tifosi di squadre diverse, l' unico per cui eravamo disposti ad abbandonare le nostre partite, i nostri giochi, per tornare a casa a vederlo.
Perché proprio lui? Non me lo sono mai saputo spiegare.
Eppure non era l' unico cartone animato sul calcio che è esistito.
Prima di lui c'era Shingo Tamai del cartone animato Arrivano I Superboys, ma non ce lo siamo filati quasi per niente, forse eravamo troppo piccoli, chissà.
Eppure trattava il calcio in maniera più seria di Holly e Benji.
C' erano meno Combo, meno tiri dai nomi improbabili, il campo non era pieno di dune e in salita come quelli che calcavano Holly e Tom e non c' erano catapulte infernali o tiri con nomi di animali o meglio qualcosa c'era ma non arrivò mai ai livelli di Holly e Benji.
E poi aveva una sigla veramente figa che sembrava cantata dai Beatles. :-)
Stessa sorte fu con Palla al centro per Rudy e Forza Campioni ( certo che la Mediaset se ne usciva davvero con titoli del cazzo) con protagonista un tipo dai capelli verdi che mi pare si chiamasse Kubo o qualcosa del genere.
Holly e la sua combriccola spazzarono via tutti i suoi avversari, uno per uno, diventando il manifesto della mia generazione, un mito indiscusso.
Non a caso ne sono state fatte migliaia di versioni che credo continuino tutt'ora, so per certo che mio fratello fino a pochi anni fa lo seguiva ancora.
Infine faccio una confessione, più che Holly il mio mito indiscusso era Tom Becker, ma non ditelo a nessuno, che sennò i fan di Holly se la legano al dito. :-)
Perché questo post senza né capo né coda? Non lo so manco io, so solo che oggi mentre stendevo i panni fuori dalla finestra che da sul cortile, per un attimo mi è sembrato di vedere il fantasma di quel ragazzino e quelli dei suoi amici, che imitavano i tiri di Holly e gli altri personaggi di quel cartone, e per un attimo solo per un attimo, mi è sembrato di sentire le loro risate e le loro esultanze ad ogni gol fatto.

sabato 23 marzo 2013

L' amore di Pirkaf per i videogiochi di calcio, è eterno finchè dura.

Retrogaming a parte, Pro Evolution Soccer 2013 è l'unico gioco del Pc in circumnavigazione nel mio disco fisso.
Durante la velocissima sessione ludica odierna, stavo pensando a quanti ponti sono passati dal primissimo videogioco di calcio a cui ho giocato e a quanto ne ho giocati, sia in versione Coin Op che per computer.
E mi accorgo che non sono pochi, anzi.
Il primo di tutti è appena un ricordo, ossia Soccer NASL per Intellivision.
Ricordo le immagini, non ricordo però se ci ho giocato o meno.
L' Intellivision era roba per mio fratello e mia sorella, io ero troppo piccolo.
A malapena ricordo il gioco stile Pac Man dove invece che la classica pallina gialla, il protagonista era un ladro.
E' l'unico gioco a cui credo di aver giocato per Intellivision, l' unico di cui ho barlumi di memoria con in me che ho in mano quel pad con i numerini tipo telefono.
A seguire con l'avvento a casa mia del Commodore 64 c'è stato International Soccer, ecco di questo mi ricordo tantissime partite fatte collegando il televisore di casa al computer, in modo che i calciatori risultassero più grandi e nitidi.
Tante partite contro mio fratello e gran divertimento, anche se se per giocarci il più delle volte dovevo aspettare che lui uscisse di casa, visto che il computer era suo e ne aveva il completo monopolio.
Certo che a guardarlo adesso, ci si rende conto di quanto ci si divertisse con poco. :-)
Il primo gioco di calcio per Coin Op credo sia invece Mexico '86.
Lo ricordo nel bar sotto casa, un cabinato a quattro giocatori ( se la memoria non mi inganna) così come mi ricordo che si diceva che la squadra più forte era la Germania, che è poi quella che cercavamo di scegliere tutti durante le sfide, bei tempi. :-)
Per essere un gioco degli anni '80 devo dire che aveva una gran bella grafica.
Successivamente anni di buio, fino all' avvento del mitico gioco di Dino Dini, il compagno di tantissimi pomeriggi, l' incredibile innovazione della grafica dall' alto, il mitico Kick Off 2.
Impossibile contare il numero di partite, impossibile non ricordare i mitici strafalcioni della traduzione italiana : " cartellino gaillo " e " calcio d'angalo " hanno fatto storia.
In assoluto uno dei giochi a cui credo di aver più giocato, secondo solo a Sensible World Of Soccer, a cui arriverò.
Di Dino Dini presi anche la successiva evoluzione, quel Goal che ammetto mi deluse tantissimo, tanto che ci giocai davvero poco rispetto al predecessore.
Dimenticavo di citare anche il gioco manageriale di Kick Off, quel Player Manager a cui dedicai tantissime serate e che può essere considerato il primo gioco manageriale di calcio di cui conservo memoria, indubbiamente tra i primi in assoluto nel suo campo.
Ovviamente Kick Off 2, Player Manager e Goal, erano giochi per il mio grande amore ludico di sempre, l' Amiga 500.
Poi fu il turno di Sensible World Of Soccer ed il mondo si fermò, ed io con lui.
Anni ed anni spesi con questo gioco, dischetti logorati all' inverosimile, pomeriggi interi dietro questo gioco, sicuramente il gioco per Amiga 500 che mi ha rubato più tempo ed uscite di tutti.
Ma non rimpiango nulla, lo amavo quel gioco.
Ancora adesso se guardo le foto, mi viene da piangere. :-(
il concetto di gioco è molto simile a Kick Off, stessa visuale dall' alto, ma gioco più veloce e intenso e molto più divertente.
Credo sia la simulazione calcistica più amata e ricordata da tutti i possessori di Amiga et similari, il gioco di calcio per eccellenza di quel periodo.
Intanto nelle sale giochi e nei bar di quel periodo facevano bella mostra di sè altri due Coin Op dedicati al gioco del calcio.
Uno era un simulazione futuristica per Neo Geo con calciatori cyborg, che si chiamava Soccer Brawl.
il concetto in se era originale ed interessante, ma come per tutti i giochi Neo Geo era davvero difficile e alcuni tiri quasi impossibili da fare, per via dei tasti da premere insieme, ci voleva un coordinazione estrema o l' aiuto di una terza mano per farlo.
In generale non ci ho speso granchè sopra questo gioco, del Neo Geo amavo soprattutto Magician Lord forse il gioco più difficile di tutti i tempi, praticamente impossibile.
L' ultimo della lista, prima dell' avvento dei vari Fifa e Pes, credo sia Football Champ.
La parte divertente di questo gioco è che potevi prendere a pugni e dare calci sia all'arbitro che agli avversari, ma devo dire che anche la simulazione vera e propria era fatta piuttosto bene, di sicuro tra i giochi di calcio per Coin Op è quello a cui infilai più monetine dentro.
Dopo Football Champ, parecchi anni di nulla.
Molte sale giochi chiusero, il bar che frequentavo smise di portare videogiochi passando alle macchinette da video poker e io iniziai a coltivare altri interessi e passioni nel frattempo.
Credo che dal 96-98 a casa mia non ci fu nessun computer e nessuna console.
L'Amiga 500 morì di vecchiaia e dovemmo aspettare il novembre 1998 per rivedere a casa un computer, era l'anno della mia partenza per militare.
Al ritorno dalla mia prima licenza, vado con mio fratello a comprare il suo primo Pc.
Che ne voleva uno si era capito, la casa era piena di giornali di computer.
Ci misi un pò per riabituarmi all'idea, ad abituarmi con Windows e ai giochi che nel frattempo erano cambiati moltissimo, con la grafica 3d poligonale a farla da padrone, che io assolutamente odiavo.
Ammetto di non aver mai amato i giochi per Pc e non li amo nemmeno ora.
Non ho mai giocato ad un Tomb Raider, Half Life, Doom, Unreal et similia e tutto quello che ne è conseguito, non sono giochi che fanno per me.
Per fortuna arrivarono prima Fifa e le varie simulazioni sportive della EA e poi la Konami con la lunga saga di Pes.
Non me ne fotte un cazzo nè mai me ne fotterà una benemerita cippa della diatriba Fifa vs Pes, Fifa l'ho lasciato con il primo Pes per Pc e da allora gioco solo con quest' ultimo.
A parte la breve parentesi con il 2012 ( che proprio non mi piaceva, tanto che per tutto quell' anno continuai a giocare con il 2011) sono sempre stato un Pes dipendente e grosso modo lo sono tutt'ora.
E' l'unica icona di un gioco che c'è nel mio dekstop, a parte programmi come Mame e WinUae per emulare Coin Op e Amiga 500.
Non m'importa se è peggio o meglio dell' ultima release di Fifa, Pes rappresenta l'unico gioco per Pc per cui sono disposto a ritagliare spazio, l'unico gioco che mi fa ricordare i vecchi tempi e che al tempo stesso non me li fa rimpiangere, l' unico che mi porta ad essere un uomo del mio tempo...

giovedì 21 marzo 2013

Le Cronache Del Ghiaccio e Del Fuoco - George R.R.Martin

Mi sono innamorato di George R.R.Martin.
No, non è una dichiarazione Gay la mia, ma un' ossessione puramente intellettuale, mi sono innamorato della sua fervida immaginazione, dei suoi personaggi che hanno catalizzato tutta la mia attenzione, turbando i miei giorni e le mie notti, come solo pochi altri scrittori sono riusciti a fare.
Le Cronache Del Ghiaccio e Del Fuoco sono una fottutissima droga, per settimane non pensavo ad altro, non facevo altro, pensavo solo al momento in cui avrei potuto riprendere i libri in mano, pensavo continuamente a cosa stessero facendo Arya Stark, Danaerys e i suoi draghi, agli intrighi di Cersei e di Tywin Lannister, al Folletto e tutta la nutrita gamma di personaggi che popolano quest' opera.
Questa scimmia che mi porto addosso è tutta colpa della serie tragata HBO tratta da questa serie di libri ( intitolata Game Of Thrones) che mi ha conquistato fin dal primo istante.
Adesso siamo alle soglie della terza stagione, che vedrà luce il 31 Marzo in USA e qui da noi su Sky, chissà quando.
Non avendo Sky Cinema, lo Streaming rappresenta il mio salvavita.
Non parlerò del telefilm che comunque è dannatamente ben fatto, sebbene la non sequenzialità rende difficile districarsi dalla mole di situazioni e personaggi che lo contraddistinguono e che strizza pure troppo l' occhio alle scene di sesso e di nudo ( che comunque accetto ben volentieri), ma mi concentrerò sui libri, che sono tantissimi e che non ho ancora letto tutti quanti, optando di fermarmi con il settimo libro Italiano.
In Italia ogni libro di Martin vuoi per la sua mole o per la voglia di lucrarci a più non posso, è stato spesso spezzettato in due o più parti e spesso pubblicato con notevole distanza l'uno dall'altro.
Così da noi il primo libro Game Of Thrones è stato pubblicato in due tronconi dai titoli Il Trono Di Spade e Il Grande Inverno.
A Clash Of Kings sono diventati Il Regno Dei Lupi e La Regina Dei Draghi.
A Storm Of Sword è stato addirittura spezzettato in tre parti: Tempesta Di Spade, I Fiumi Della Guerra e Il Portale Delle Tenebre.
La saga ovviamente non si ferma qui ma continua ancora e non accenna a trovare una sua conclusione. Io per ora ho deciso di fermarmi, non per disaffezione ma per evidenti problemi di pecunia che iniziano a farsi sentire.
Su questa serie si è scritto e detto di tutto : che è troppo lunga e dispersiva, che è noiosa, che è la migliore mai scritta, che Tolkien è cento volte meglio o che Martin è cento volte meglio di Tolkien e di chiunque altro, ecc.ecc.
Sono d' accordo che a volte Martin si perde in chiacchere e descrizioni quando potrebbe narrare un pò più speditamente, meno d'accordo sui paragoni con Tolkien.
Le opere sono completamente diverse e trattano temi molto diversi.
Quello di Martin è una sorta di Medioevo Fantasy, con tutto quel che comporta.
Unioni e matrimoni quasi al limite della pedofilia, cavalieri giovanissimi costretti a crescere e combattere ad un età in cui ancora non hanno l' età per farsi la barba e che possono ancora contare con mano i peli delle ascelle e del pube, intrighi di corte, guerre, stupri, usurpatori di trono e soprattutto sorprese e colpi di scena a non finire, che hanno reso Martin tristemente famoso.
I buoni non sono mai buoni fino in fondo e i cattivi non sono cattivi fino in fondo ed anzi hanno le loro motivazioni.
Inutile affezionarsi più di tanto ai personaggi ( per quanto inevitabile), Martin non ha pietà per nessuno e fin troppo presto il lettore se ne accorgerà, temendo ad ogni pagina per la sorte dei propri eroi.
La mole di personaggi è enorme ed ogni capitolo vive attraverso gli occhi e le azioni di uno dei protagonisti che Martin usa come catalizzatore dell' evento del capitolo, rendendo il narrare in modo piuttosto originale.
Il fantasy è presente ma è ben armonizzato nell' insieme e così Draghi, Metalupi, Estranei e culti di divinità varie si intersecano alla perfezione nell' arazzo della storia.
Certo districarsi dalla matassa della miriade di personaggi che spesso scompaiono per centinaia e centinaia di pagine non è facile e questa è sicuramente una delle pecche del narrare di Martin, ma personalmente sarà che ho letto tutti e sette i libri in maniera sequenziale, non ho avuto particolari problemi a seguirne le vicissitudini.
Tra i difetti che ho riscontrato in questa edizone Mondadori, saltano all'occhio alcuni errori di Lettering con consonanti e vocali mancanti e le copertine che spesso e volentieri non c'entrano un cazzo con quanto raccontato.
Per il resto, tutto perfetto.
Saga che mi sento di consigliare, soprattutto se si ha la possibilità di leggerla in maniera sequenziale come ha fatto il sottoscritto.
Certo la paura di non vederne mai la conclusione esiste ed è reale, speriamo Martin riesca a portare a compimento quest' opera, prima o poi, meglio prima però.
Per quel che mi riguarda conto al più presto di recuperare gli altri libri della saga che mi mancano all'appello e già guardo con gli occhi da triglia ai seguenti libri :  A Feast For Crows ( Il Dominio Della Regina e L' Ombra Della Profezia da noi) e A Dance With Dragons ( I Guerrieri Del Ghiaccio, I Fuochi Di Valyria e La Danza Dei Draghi da noi).


 

lunedì 18 marzo 2013

Django Unchained

Da quando ho l' apparecchietto del digitale terrestre in cucina con porta USB integrata, sto utilizzando meno lo streaming e accetto con molta più gratitudine le offerte di film in chiavetta che mi vengono dagli amici.
Uno degli ultimi doni è stato Django Unchained.
Non sono un grande fan di Tarantino o meglio non così tanto da aspettare i suoi film con trepidante attesa, ma questo ormai può essere esteso a quasi qualsiasi regista o film in uscita, io e il cinema siamo due corpi estranei di questi tempi.
Però sono ancora in grado di riconoscere un bel film e sono ancora in grado di provare emozioni guardandone uno, e Django Unchained è uno di questi.
Mai uno sbadiglio, mai un' occhiata all' orologio, mai un attimo di noia, questo film è cinema d' intrattenimento allo stato puro.
Tarantino non riesce mai a farti pesare gli argomenti che propone e pur trattando argomenti come schiavismo e razzismo, il suo cinema in bilico tra dramma, commedia e western calamita l' attenzione di brutto.
Violenza, sangue a fiumi e morti ammazzati da fiction ( i voli che fanno quando vengono colpiti per me sono volutamente irreali), fanno il resto, senza dimenticare la magistrale interpretazione di tutti suoi protagonisti.
Musiche fantastiche, fanno da corollario a tutto quanto.
Divertentissimo anche il Cammeo con morte assurda di Tarantino stesso e l' omaggio al Django di Franco Nero, con una brevissima apparizione dello stesso.
Non mi fregio di essere un grande intenditore di cinema, ma questo film merita di essere visto.
E' riuscito a farmi apprezzare un genere, quello Western, che ha smesso di interessarmi dai tempi delle medie, ossia eoni fa.


mercoledì 13 marzo 2013

Lo Sterminatore di Swatch.

Le passai quasi tutte indenne le mode, allora.
Tutte tranne una, quella degli Swatch.
Non ci furono Jeans a zampa d'elefante, scarpe Cult con il ferro, cinture borchiate El Charro, il Bomber, le Timberland, gli Anfibi, i Levi' s 501 a turbare i miei desideri, i miei sogni, ma solo gli Swatch.
Vestivo Casual e non me ne fregava un'accidente di come uscivo conciato, ma lo Swatch al braccio non poteva e non doveva mancare.
Era normale accadesse, fin da piccolissimo era affascinato dagli orologi.
Ricordo gli orologi che uscivano nei fustoni di detersivo, che indossavo con baldanza, l' Hip Hop di mia sorella che ammiravo o il Winchester di mio cugino, che invidiavo spudoratamente.
Ricordo il primo Swatch che comprai. Io e il mio migliore amico di allora nonchè compagno di classe, fummo folgorati dalla stesso orologio tanto che decidemmo di comprarcelo uguale, avevo 12-13 anni credo, di sicuro facevo le suole medie.
Ma con quanta passione io li amassi, era altrettanta la mia capacità di distruggerli, di disintegrarli o a causa di qualche caduta o perchè ci giocavo a calcio con l' orologio addosso o per chissà quale altro cazzo di motivo.
Ero un assassino di orologi, con una predilezione per quelli marchiati Swatch.
Con sommo dispiacere dei miei, che ogni anno finivano per comprarmene uno.

Lo facevano con piacere, rispetto ai miei fratelli sono sempre stato quello che chiedeva di meno, quello che se ne fotteva, quello a cui bastavano tre, quattro mila lire da spendere in fumetti e videogiochi per essere contento, per essere se stesso.
Ogni volta era bello sceglierne uno, innamorarmi del disegno, la cura che ci mettevo nella scelta era comparabile a quella di una donna quando fa Shopping, forse anche di più.
 Quello con le nuvole, era quello a cui più ero legato, tanto che qualche anno fa lo rividi a buon prezzo su Ebay e lo ricomprai.
Troneggia, ancora oggi sulla mensoletta sopra il mio letto.
Ed ancora oggi ne indosso uno, pur se rispetto ad un tempo sia la violenza che il desiderio nei loro confronti si è piuttosto affievolito, quasi a sfiorare l' indifferenza.
Tanto che per una decina d'anni, i miei polsi sono rimasti liberi e selvaggi.
Con uno Swatch o senza, il tempo scorre lo stesso e anche i tizzoni più ardenti, prima o poi, si spengono.

mercoledì 6 marzo 2013

TILT

C' era una volta un ragazzo che amava i Flipper.
Appena uscito da scuola, mangiava, andava in bagno, posava libri e quaderni sul tavolo facendo finta di studiare e senza nemmeno riporre libri e quaderni nelle mensolette o nello zaino, appena ne aveva la possibilità prendeva il largo e andava via.
Tra Bar e Sale Giochi, potevi trovarlo.
Dove c' era un Coin Op, c' era lui.
Ma molto più probabile che lo vedevi dimenarsi, contorcersi come un indemoniato, davanti ad un Flipper.
La lucetta con la scritta Extra Ball e Special, erano i suoi obiettivi, la ricerca affannosa di un nuovo record, di una nuova sfida, la sua unica gloria.
La scritta Tilt, l'unica sua paura.
Ero io, all' incirca vent' anni fa, anche meno.
Ci pensavo perché in questo periodo infernale che ho passato e che continua tutt' ora, mi è sembrato e mi sembra ancora di essere una pallina da Flipper che viene sballottata qua e là, a velocità impazzita, che segue sempre lo stesso percorso.
Non ci sono Extra Ball e nessun Insert Coin ad aspettarmi, ma solo corse verso l' autobus, lavoro, corse all' ospedale da mio padre, zero tempo libero e sere da imbecille davanti la Tv.
Il mio bozzolo protettivo, il mio rifugio, è rimembrare e rivivere in quel che ero, in quel ragazzo che di tempo libero ne aveva fin troppo, che già alle 14:30 usciva di casa, aspettava l' arrivo del Barista o del Gestore della Sala Giochi ed investiva quelle 2000 - 4000 £ in Flipper e Coin Op, in attesa che spuntassero gli altri suoi amici, perché spesso e volentieri, era sempre il primo ad arrivare.
Ora che di Flipper e videogiochi ne sono passati a migliaia sotto i ponti, manco arrivo più, la vita mi ha insegnato che a un certo punto, non c'è più nessuno da cui arrivare, il punto d'arrivo è la casa, la famiglia.
Vale per me, come per tutti gli altri.
Però nella mia testa, le mie corse infinite sotto la pioggia o il sole al più vicino Bar, alla più vicina Sala Giochi, con le monete che mi tintinnavano in tasca, per andare alla scoperta di un nuovo Flipper, di un nuovo videogioco, con la vana presunzione e speranza, di essere il primo a finirlo, di essere il detentore del Record, il migliore, ecco, sono sempre lì, e lì che vorrei essere ed è quello il tempo che vorrei rivivere.
Il Fantasma Dell' Opera, Elvira, Terminator 2, La Famiglia Addams, mi sono quasi più cari del mio primo amore, che a questo punto invece che capelli lunghi, un accenno di tette e un culo sodo, potrebbe avere lucette colorate, plastica e metallo a formarne il corpo, e il cui rifiuto sessuale è una semplice scritta: TILT.